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Barone Canavese premiato da Legambiente come Comune Rinnovabile

Il piccolo comune canavesano entra nel report nazionale grazie all’impegno concreto sulle energie rinnovabili. Un riconoscimento che premia scelte lungimiranti e pone Barone come esempio virtuoso per l’Italia che vuole cambiare

Barone Canavese

Barone Canavese tra i "Comuni Rinnovabili" di Legambiente: energia pulita, comunità attiva e un futuro più sostenibile per tutti

C’è anche Barone Canavese nel prestigioso report “Comuni Rinnovabili” 2025 di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Un riconoscimento che non arriva per caso, ma che corona anni di impegno da parte dell’amministrazione e della comunità nel promuovere fonti energetiche pulite, risparmio, consapevolezza e partecipazione. Un piccolo centro, una grande sfida vinta: dimostrare che anche i comuni di piccole dimensioni possono diventare protagonisti della transizione ecologica.

Barone, oggi, è simbolo di una trasformazione reale, che parte dal territorio e si allarga a un concetto di comunità energetica diffusa: fotovoltaico, scelte efficienti, attenzione all’ambiente e alla mobilità sostenibile. «Siamo orgogliosi di questo riconoscimento – ha dichiarato l’amministrazione comunale – perché certifica il valore di un percorso costruito giorno dopo giorno, a vantaggio dell’ambiente e delle generazioni future.»

Nel report 2025, Legambiente racconta una storia ventennale di crescita silenziosa ma continua. Dal 2004 al 2024, in Italia, la potenza efficiente netta da rinnovabili è passata da 20.222 MW a 74.303 MW (+267%), con oltre 1,89 milioni di impianti attivi. Il solare fotovoltaico, da solo, ha raggiunto 1,8 milioni di installazioni. L’eolico ha toccato 6.130 impianti per 11.890 MW, l’idroelettrico è cresciuto fino a 18.992 MW su 4.907 installazioni. In parallelo, la geotermia e le bioenergie si sono affermate come componenti cruciali della filiera energetica.

Ma i numeri, seppur imponenti, non bastano da soli a raccontare il valore della transizione. Per questo Legambiente ha scelto di premiare anche le esperienze locali più coraggiose, autentiche, partecipative. Barone Canavese è una di queste. Non solo per la capacità di installare impianti efficienti, ma per aver promosso un modello di sviluppo compatibile con la qualità della vita, il contenimento dei costi energetici e la protezione dell’ambiente.

Nel comunicato ufficiale, il Comune sottolinea come il riconoscimento non sia un punto d’arrivo, ma una spinta a fare di più: «Contrastare la crisi climatica non significa solo produrre energia pulita, ma anche lavorare su accumuli, reti, efficienza energetica, mobilità elettrica e, soprattutto, coinvolgere i cittadini in questo percorso».

Un richiamo chiaro anche alla politica nazionale, che Legambiente invita a snellire gli iter autorizzativi, correggere decreti dannosi come quello sulle “Aree idonee” smontato dal TAR del Lazio, e non perdere altro tempo. In gioco non c’è solo l’ambiente: in Spagna e Germania, la produzione da rinnovabili supera il 60%, con bollette molto più basse rispetto all’Italia. Una soglia raggiungibile anche per noi, se si passa dalle parole ai fatti.

Oggi in Italia lavorano oltre 212mila persone nel settore delle rinnovabili: un comparto strategico per l’economia, che vede il nostro Paese secondo solo alla Germania, e che continua a generare posti di lavoro, innovazione e benessere locale. Solo nelle pompe di calore si contano 135mila occupati, mentre fotovoltaico ed eolico valgono rispettivamente 26.500 e 9.000 posti di lavoro.

Barone, con il suo esempio, ricorda a tutti che la sostenibilità parte dal basso, ma ha bisogno di regole chiare, scelte coerenti e cittadini consapevoli. Un piccolo comune che entra nel radar nazionale non solo per ciò che ha fatto, ma per il messaggio che lancia a tutto il territorio canavesano: la transizione ecologica non è solo necessaria. È già possibile. Basta volerla.

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