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19 Maggio 2025 - 15:38
Strage silenziosa sulle strade: già 135 pedoni uccisi da inizio anno (foto di repertorio)
Una tragedia continua e silenziosa si consuma ogni settimana sulle strade italiane. Da inizio 2025 sono già 135 i pedoni uccisi, sette solo negli ultimi sette giorni. Lo segnala l’Osservatorio Sapidata-Asaps, il centro studi dell’Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale, con sede a Forlì, che monitora in tempo reale gli incidenti mortali a danno degli utenti più vulnerabili della strada.
Il bilancio aggiornato è pesantissimo. Le vittime, da gennaio a oggi, sono 91 uomini e 44 donne. Il dato più allarmante riguarda l’età: 65 avevano più di 65 anni, quasi la metà del totale. Anziani che attraversavano la strada, magari sotto casa, o camminavano su marciapiedi in prossimità di incroci, travolti da mezzi spesso in contesti urbani.
I numeri mensili disegnano una curva costante: 43 decessi a gennaio, 31 a febbraio, 32 a marzo, 19 ad aprile, 10 finora a maggio. Complessivamente, nel primo quadrimestre del 2025 sono morti 125 pedoni, un lieve calo rispetto ai 133 dello stesso periodo del 2024 (-6%), ma comunque insufficienti a parlare di inversione di tendenza. La dimensione del fenomeno resta critica.
A livello territoriale, è il Lazio la regione con più decessi: 24 in totale, di cui ben 16 a Roma, che si conferma la città con il tasso più alto di incidenti mortali a carico dei pedoni. Seguono Lombardia con 20 vittime, Campania con 11, Emilia-Romagna, Veneto e Sicilia con 10 ciascuna.
Per avere un’idea più ampia, basta guardare al 2023, anno in cui secondo i dati definitivi Istat sono morti 485 pedoni sulle strade italiane. La stima preliminare Asaps per il 2024 parla di 475 decessi, un numero pressoché invariato che conferma la gravità strutturale del problema.
Le statistiche parlano chiaro: in Italia quasi due pedoni ogni tre giorni muoiono investiti. In larga parte si tratta di incidenti evitabili, spesso causati da velocità eccessiva, distrazione alla guida, attraversamenti non rispettati, ma anche dalla scarsa protezione degli utenti deboli della strada, in contesti urbani dove la convivenza tra mezzi e pedoni è sempre più fragile.
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