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Cronaca

Strage silenziosa su due ruote: già dieci morti con i monopattini elettrici nel 2025

Nonostante le nuove regole entrate in vigore a dicembre, il numero di vittime è aumentato: casco obbligatorio, ma niente assicurazione né targa. L’Asaps lancia l’allarme: “Così non basta, serve una strategia nazionale”

Strage silenziosa

Strage silenziosa su due ruote: già dieci morti con i monopattini elettrici nel 2025

Dieci vite spezzate in appena cinque mesi, tutte a bordo di monopattini elettrici. L’ultimo caso a Milano, ma è solo l’ennesimo tassello di una statistica che si sta trasformando in emergenza urbana. Lo rivela l’Osservatorio Sapidata-Asaps, che ha registrato un triplicarsi dei decessi rispetto allo stesso periodo del 2024, quando le vittime erano tre. Un bilancio che pesa, e che smentisce l’idea di una mobilità “leggera” e sicura. Anzi, racconta una strage silenziosa, spesso ignorata, mentre le città si riempiono di veicoli elettrici senza protezioni né regole chiare.

Dal dicembre 2024, con le modifiche al Codice della strada, sono entrate in vigore nuove disposizioni: casco obbligatorio per tutti, non solo per i minorenni, e divieto di circolazione al di fuori dei centri urbani. Ma la misura più attesa – l’introduzione dell’assicurazione Rc obbligatoria e del targhino identificativo – è rimasta lettera morta, sospesa in attesa di un decreto attuativo che non è mai arrivato. E così, mentre il numero di monopattini in circolazione continua a crescere, soprattutto nei servizi di sharing, il quadro normativo resta fragile, pieno di zone grigie.

L’Asaps, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, sottolinea come molti incidenti siano legati a condotte rischiose: utilizzo senza casco, mancanza di luci o frecce, andature a zig zag tra le auto, o peggio ancora guida in stato di alterazione. In diversi casi, le vittime erano giovani, spesso sprovvisti di ogni protezione, e senza consapevolezza del pericolo. Ma la responsabilità non è solo individuale. Manca una strategia pubblica, una campagna seria di educazione alla mobilità elettrica, e soprattutto controlli sistematici sulle condizioni dei mezzi, sulle velocità reali, sulle regole di utilizzo.

In attesa del decreto attuativo che definisca targa e assicurazione, le città continuano a convivere con un mezzo che doveva essere simbolo di transizione ecologica, ma che rischia di diventare una trappola micidiale per chi lo guida e per chi lo incrocia. E mentre il Parlamento discute, le statistiche crescono. Dieci morti in cinque mesi. Dieci famiglie distrutte. E nessuna risposta concreta.

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