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Chiantore, Ricca, Peller e Cambursano come in "Ecce bombo"

Una riflessione critica di Anpi Valle Elvo e Serra sui sindaci che abbandonano la celebrazione del 25 aprile di Lace, con un incisivo richiamo cinematografico. “Mi si nota di più se vengo e me ne vado?”

Chiantore, Ricca, Peller e Cambursano come in "Ecce bombo"

A LACE

Riceviamo e pubblichiamo questa lunga e articolata riflessione firmata Pierangelo Favario per  Anpi Valle Elvo e Serra “Pietro Secchia”, che interviene sul dibattito seguito al 25 aprile di Lace. Una presa di posizione netta, dura, con il dito puntato su quei sindaci che il 25 aprile si sono tolti la fascia e sono andati via (BollengoLuigi Sergio Ricca; CollerettoErnesto Marco; FioranoGiulia Claudi; IvreaMatteo Chiantore; NomaglioEllade Peller; ParellaRoberto Balma; SaleranoDomenico Mancuso; StrambinoSonia Cambursano). Il riferimento cinematografico che lascia il segno.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Abbiamo atteso non poco a scrivere sul 25 aprile a Lace dopo aver letto il susseguirsi dei commenti sulla giornata.
Scriviamo ora queste poche righe.

Una festa di popolo. Una bellissima giornata primaverile che ci ha permesso, oltre che di ascoltare interventi e riflessioni di altissimo livello, anche di prolungare la festa al pomeriggio, dove più di un centinaio di persone hanno condiviso il pranzo, ballato sulle note dei PrismA, condiviso emozioni e riflessioni.

Noi vorremmo parlare di questo, del senso che cerchiamo di dare al 25 aprile ogni anno. Riprendendo l’intervento del sociologo Charlie Barnao, che ha sottolineato il carattere di continua rigenerazione del fascismo per adattarsi ai mutevoli contesti storici, in fondo anche noi cerchiamo continuamente di riadattare il nostro modo di riflettere e ragionare per intercettare i velocissimi – tragici – cambiamenti in atto.

Chi viene a Lace per motivi estranei a questa visione forse non riesce a capire bene quel che succede ed entra in cortocircuito.
Crede – e denuncia – che a Lace si vogliano dimenticare i partigiani e la storia della Lotta di liberazione, per sostituirla con l’esaltazione delle lotte contemporanee, invise alla politica che ha sposato senza se e senza ma l’essenza del neoliberismo.

Invece ai noi i partigiani interessano moltissimo. È proprio nella loro lotta di liberazione che cerchiamo ispirazione per indagare il presente.
In noi è forte il sospetto che chi cerca di accreditarsi come unico soggetto legittimato a esercitare la memoria proponendo unicamente momenti commemorativi, seppur commoventi e emozionali, voglia ingessare la Resistenza perché smetta di parlarci e trasmettere il senso di rivolta contro l’ordine esistente quale carattere peculiare della lotta di liberazione.

Il comportamento degli amministratori che fanno passerella a Lace e poi se ne vanno insalutato hospite ha molto in comune con il dilemma che attanaglia il Michele Apicella di Ecce Bombo: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? (o se vengo e poi me ne vado platealmente?)”.

Peccato che a Lace non fosse in programma una première e neanche un pranzo di gala, bensì la Festa della liberazione dal nazifascismo e gli amministratori erano lì ufficialmente in rappresentanza delle cittadinanze e delle istituzioni. La preordinazione della loro fuga ammessa candidamente dal sindaco di Ivrea in accordo con l'Anpi di quella città, aggrava oltremodo un comportamento irrispettoso nei confronti della gente, con disprezzo pure del senso di responsabilità istituzionale che imporrebbe il loro ruolo. Per di più in un momento foriero di scenari catastrofici, quale il confronto democratico tra posizioni diverse dovrebbe prevalere.

Altro che l'imbrattamento dei monumenti di Ultima Generazione!
Per noi il tentativo di attualizzare il carattere della lotta partigiana è il modo migliore di tenerla viva e di non anestetizzarla e renderla sterile nei confronti di chi sostiene le pratiche che stanno distruggendo il senso della vita democratica che abbiamo conosciuto.
Abbiamo sempre proposto e difeso questa interpretazione, consapevoli che non sarebbe stata antitetica ma complementare a quella istituzionale, proposta dall'Anpi di Ivrea.

Come è successo anche quest'anno. Non temiamo interventi scomodi, la democrazia che i partigiani hanno consegnato a TUTTI non ci spaventa.
È quindi falso che il programma di Lace non sia stato condiviso con l'Anpi di Ivrea, che i sindaci (almeno palesemente, e in tal caso, non all'Anpi Valle Elvo e Serra) abbiano mai chiesto di condividere il programma e che sia stato loro risposto negativamente.
Falso che quest'anno siano stati avviati contatti “con largo anticipo”. Veri sono, al contrario, i nostri ripetuti, vani, tentativi di colloquiare con l'Anpi di Ivrea, concretizzatisi solo a pochi giorni dal 25 aprile con la reciproca comunicazione degli oratori scelti da ognuna delle parti.

Non possiamo tuttavia negare che quanto è successo quest’anno non ci abbia stupiti, anche se nelle ultime settimane il sospetto che qualcosa bollisse in pentola lo avevamo avuto e un sintomo, come detto, era la latitanza del presidente dell’Anpi di Ivrea.
La censura su Lace – che ora i sindaci canavesani finalmente ammettono – è sempre stata a senso unico.

Per fare degli esempi, anni fa l’Anpi di Ivrea si oppose alla scelta dell'ex sindacalista Giorgio Cremaschi, disconoscendolo pubblicamente a mezzo stampa; quest'anno - riferitaci come pretesa dei sindaci “dissenzienti” – ci venne richiesto il curriculum vitae dell'oratore da noi proposto, il professor Charlie Barnao, sociologo e professore ordinario all'Università di Palermo.

Ma in ogni caso negli anni, per merito di tutti, la qualità degli interventi è stata sempre molto alta, a Lace si sono succeduti Angelo d'Orsi, Valerio Romitelli, Amedeo Cottino, Eric Gobetti, il resistente antimafia Pino Masciari, i biellesi Marco Sansoè, Gigi Lacchia, Diego Siragusa, Marco Albeltaro, Wilmer Ronzani, i sindaci di Montalto, Nomaglio, Strambino, Colleretto Giacosa, l'eporediese Cadigia Perini, la compianta presidente dell'Anpi Provinciale di Torino Maria Grazia Sestero, oltre a rappresentanti di movimenti di lotta popolare o comitati di cittadini e studenti. A riprova del riconoscimento nel Comando partigiano di Lace di un luogo che teneva assieme anime diverse dell'antifascismo, come il comunista rivoluzionario Walter Fillak con l'ex combattente di Spagna sul fronte franchista Ugo Macchieraldo.

La cronaca degli avvenimenti di quest'anno, poi, è ormai abbastanza nota. Secondo gli accordi infine presi con Anpi Ivrea, a Lace avrebbe dovuto parlare il sindaco di Ivrea, anzi no, quelli di Ivrea, Nomaglio, Strambino e Bollengo; infine Federico Bellono. A questo proposito facciamo una rivelazione, in genere l’ultimo oratore è quello che si giudica più importante!

Cosa abbia determinato questa ridda di modifiche delle quali, con sprezzo del ridicolo, siamo ora accusati noi, lo comprendiamo finalmente dalla lettera pubblicata dai sindaci su La Voce; con atteggiamento politicamente distruttivo gli otto sindaci firmatari hanno creduto che l'unica strada per rendersi visibili non fosse il confronto, ma lo scontro.
Gettare fango sull'organizzazione di Lace, sui contenuti, sui relatori che lo scorso anno hanno denunciato il genocidio di Gaza con parole pesanti denotano un'isteria incontrollabile.
È fin troppo facile ribattere sostenendo che un amministratore dovrebbe cercare il contatto – e confrontarsi – con il proprio popolo, non con le élites. E il popolo è contro la politica criminale di Israele, contro la guerra mondiale nella quale le stesse élites ci stanno trascinando.
Quello stesso popolo che ogni anno sale a Lace il 25 aprile.

Sulle “esternazioni” del Presidente dell'Anpi di Ivrea riguardo la nostra sezione e alcuni dei suoi componenti non riteniamo di controbattere in questa sede, tanto sono distorte e volgari.
L'Anpi è una associazione democratica e plurale, ne riparleremo.
Ci preme tuttavia solidarizzare con i nostri attivisti denigrati pubblicamente e sottolineare che la Sezione Anpi Valle Elvo e Serra non è ostaggio di nessuno, neppure di alcuni suoi iscritti.

Continueremo quindi tranquillamente, serenamente, senza alcuna arroganza, democraticamente, proporre le nostre idee e riflessioni, sempre disposti al confronto con l'Anpi di Ivrea, i sindaci, biellesi e canavesani, i movimenti popolari e di lotta e con tutti i cittadini.

La commemorazione del 25 aprile è da anni la più partecipata e sentita del Biellese e del Canavese per la qualità degli interventi e la profondità delle riflessioni e per la partecipazione popolare; ingenuamente forse, notiamo sempre che nessuno si soffermi mai sui contenuti.
Il 25 aprile a Lace esiste solo se si ravvisano elementi che possano alimentare polemiche. Che alla fine è proprio quello che i sindaci fuggiaschi hanno ottenuto.
Alla faccia della lotta partigiana.

Appuntamento quindi il 25 aprile 2026 a Lace, nonostante le nuvole nere all’orizzonte non promettano niente di buono, noi saremo sempre lì.

Anpi Valle Elvo e Serra “Pietro Secchia”

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