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I 10mila passi al giorno sono davvero la soglia del benessere? Tra mito giapponese, marketing e scienza, ecco cosa dice davvero la ricerca

La celebre cifra, diventata simbolo di uno stile di vita sano, nasce in realtà da una trovata pubblicitaria degli anni ’60. Oggi, gli esperti la smontano e ne ridimensionano il valore: conta molto di più l’intensità del movimento

Il mito dei 10mila passi

I 10mila passi al giorno sono davvero la soglia del benessere? Tra mito giapponese, marketing e scienza, ecco cosa dice davvero la ricerca

Tutti ne parlano, pochi ne conoscono la storia. I 10mila passi al giorno, diventati mantra globale per il benessere, non nascono in una clinica né in un laboratorio, ma in un ufficio marketing giapponese. Siamo nel 1965, le Olimpiadi di Tokyo hanno appena acceso l’entusiasmo nazionale per lo sport. L’azienda Yamasa lancia il “manpo-kei”, un contapassi portatile il cui nome significa proprio “misuratore di diecimila passi”. Un’idea semplice, immediata, accattivante. Eppure, del tutto priva di basi scientifiche.

A darle una parvenza di rigore ci penserà Yoshiro Hatano, docente dell’Università di Kyushu, che rileva come le persone attive, tra camminate e routine quotidiana, si aggirino attorno a quella cifra. Ma è solo una media empirica, non una soglia salutistica. Nonostante ciò, il numero prende piede in tutto il mondo. Un obiettivo tondo, facile da ricordare, perfetto per le app fitness e per il marketing del benessere. Ma la scienza, nel frattempo, invita alla cautela.

Nel 2018, Mike Brannan, dirigente di Public Health England, è lapidario: «Non esiste alcuna linea guida ufficiale che consigli 10mila passi al giorno». E gli studi più recenti lo confermano. La ricercatrice americana Catrine Tudor-Locke, tra le maggiori esperte in materia, evidenzia come molti dati si limitino a confrontare chi fa 5mila passi con chi ne fa 10mila, senza esplorare la varietà di comportamenti intermedi. Il risultato? Una semplificazione pericolosa.

Sport e miti

Ogni corpo è diverso. Per un anziano con artrite, 10mila passi potrebbero essere un’impresa irrealistica. Per un maratoneta, una banale camminata di riscaldamento. Senza contare che non tutti i passi sono uguali: la differenza la fa l’intensità. Camminare lentamente per dieci ore tra salotto e corridoio non equivale a una mezz’ora di passo sostenuto all’aria aperta.

Le vere linee guida dell’OMS parlano chiaro: serve almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica moderata, in blocchi di almeno 10 minuti. In pratica, camminare a ritmo veloce — circa 100 passi al minuto — per 30 minuti al giorno è già un ottimo risultato. Sommando questo alla normale attività quotidiana, si sfiorano comunque i famosi 10mila passi, ma con una qualità decisamente superiore.

La verità, dunque, non sta nel numero, ma nel modo. Conta quanto ci si muove davvero, quanto il cuore accelera, quanto il corpo viene stimolato a migliorare. Il pedometro può essere uno strumento utile, ma è solo una parte del quadro. La salute non si misura a scatti, ma si costruisce ogni giorno, un passo alla volta — purché sia fatto con consapevolezza.

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