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San Benigno, auto a tutta velocità davanti all'asilo: i genitori insorgono, il Comune prende tempo

Paura e proteste intorno all’asilo Teresa Belloc: mentre i bambini rischiano ogni giorno, la risposta istituzionale si limita a promesse e inviti all'auto-organizzazione

San Benigno

San Benigno, auto a tutta velocità davanti all'asilo: i genitori insorgono, il Comune prende tempo

A San Benigno il suono dei motori ha cominciato a coprire il ronzio felice dei bambini. Attorno all’asilo Teresa Belloc, incastonato tra via San Giovanni Bosco e corso Luigi Einaudi, la quotidianità si è trasformata in un pericoloso gioco d’azzardo, dove ad avere la peggio potrebbero essere i più fragili. Le auto sfrecciano, incuranti della presenza di piccoli pedoni, e l’incubo che qualcosa di irreparabile possa accadere cresce ogni giorno.

Il grido d’allarme arriva direttamente dalle mamme, stanche di rasentare tragedie quotidiane senza che nulla cambi.Si faccia qualcosa prima che succeda una tragedia”, ripetono, lanciando un appello che dovrebbe risuonare forte nei corridoi del Municipio. Non sono solo parole di preoccupazione: una mamma ha raccontato di aver rischiato più volte di essere investita con il figlio al seguito, mentre anche una bidella della scuola ha testimoniato di essere stata sfiorata da un'auto proprio davanti all’ingresso.

A fronte di un’urgenza che sembra schiacciarli, i genitori si sono mossi: pensano a una raccolta firme, chiedono presidi nei momenti più critici, si offrono di collaborare. Ma la risposta dell’amministrazione, guidata dal sindaco Alberto Graffino, è rimasta a metà strada tra il riconoscimento del problema e la cronica carenza di soluzioni. Graffino ricorda l’investimento di oltre 250 mila euro per migliorare viabilità e illuminazione — un impegno sulla carta importante, che però non ha ancora prodotto risultati visibili davanti all’asilo. Anzi, la situazione sembra peggiorata.

Problema sicurezza davanti all'asilo

Di fronte alla richiesta di maggiore presenza fisica davanti alla scuola, la risposta è stata quasi disarmante: mancano i volontari, non ci sono figure disponibili per presidiare la zona. Così il sindaco ha proposto ai genitori di organizzarsi autonomamente, promettendo un supporto sotto forma di momenti di formazione sulla sicurezza stradale. In pratica: fate voi. Un modo elegante per spostare il peso della sicurezza dei bambini sulle spalle di chi, già ogni giorno, si arrabatta tra lavoro, scuola e impegni familiari.

La questione, però, va oltre il singolo comune. È il riflesso di una più generale difficoltà delle istituzioni a garantire protezione effettiva dove più servirebbe. Quando si tratta di bilanciare investimenti su infrastrutture e interventi concreti sul territorio, la scelta spesso penalizza la dimensione più urgente: quella umana, quella quotidiana.

San Benigno è oggi il teatro di un paradosso tutto italiano: ci sono fondi per l’asfalto nuovo, ma non c’è personale per far attraversare in sicurezza un bambino davanti all’asilo. Si investe sulle opere, si risparmia sulle persone. E intanto si lascia che la paura si accumuli, che la rabbia monti, che il rischio di piangere una tragedia diventi più reale ogni giorno che passa.

Le proposte dei genitori meritano più di un invito a formarsi. Meritano ascolto, risposte operative, presenza reale. Perché garantire la sicurezza di chi frequenta l’asilo non è una questione di buona volontà, è un dovere civico non negoziabile. E ogni minuto che passa senza una soluzione concreta aumenta la probabilità che un giorno non ci si trovi più solo a discutere di mancanze, ma a dover contare ferite e lacrime.

A San Benigno, la sicurezza dei bambini non può più aspettare. E non dovrebbe mai, in nessun paese, essere oggetto di trattative o scaricabarile.

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