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San Benigno cresce la rabbia: furti, vandalismi e degrado urbano

Bullismo, furti e vandalismi scuotono il piccolo comune torinese, mentre i cittadini si dividono tra richieste di ronde e appelli alla responsabilità collettiva

San Benigno

San Benigno, il paese che si ribella al degrado: ronde, decoro e il sogno di una comunità più sicura

San Benigno si risveglia agitato da un fermento nuovo e inquieto. Un furto d'auto in pieno giorno, episodi di bullismo, atti di vandalismo e una crescente sensazione di insicurezza hanno trascinato il tema della sicurezza dal chiacchiericcio delle piazze ai post infuocati sui social network. Il paese si scopre improvvisamente fragile, incapace di riconoscersi nelle cronache che lo raccontano.

Non è solo la microcriminalità a preoccupare: deiezioni canine sui marciapiedi, rifiuti abbandonati agli angoli delle strade, segnali di una inciviltà diffusa che intacca giorno dopo giorno il decoro urbano. E come spesso accade nei piccoli centri, esasperazione e nostalgia di un ordine perduto si mescolano, generando proposte drastiche: torna a farsi largo l’idea delle ronde cittadine, gruppi di volontari disposti a vigilare sui luoghi più sensibili, come già avvenuto tempo fa nei campetti di via Salvo D’Acquisto.

Quella prima esperienza, sostenuta all'epoca dall'amministrazione, era partita con entusiasmo. I volontari si erano presi a cuore il compito di sorvegliare le aree frequentate dai più giovani, bersaglio prediletto di piccoli vandali. Ma, come spesso accade, il fervore iniziale si era spento nell'ombra dell’indifferenza: senza comunicazioni ufficiali né spiegazioni, le ronde si erano dissolte nel nulla. Oggi il sindaco Alberto Graffino, chiamato a rispondere all'ondata di malcontento, invita alla calma. Nessun allarmismo, dice, nessuna caccia alle streghe: i problemi vanno affrontati, sì, ma senza perdere il senso della misura.

Vandalismo e bullismo a San Benigno Canavese

In questo clima carico di tensione e aspettative, l’associazione commercianti prova a imboccare un’altra strada: ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sul rispetto del decoro urbano, puntando a risvegliare nei cittadini il senso di appartenenza e responsabilità. Un piccolo passo, certo, ma necessario per tentare di arginare il fiume carsico della rassegnazione.

La sfida che San Benigno ha davanti è tutt’altro che semplice. Sicurezza e diritti individuali si fronteggiano su un terreno scivoloso, dove ogni scelta rischia di alimentare nuove divisioni. C'è chi sogna ronde e controlli serrati, e chi invece teme derive pericolose, ritenendo che solo educazione civica, collaborazione tra istituzioni e cittadini possano rimettere insieme i cocci di una comunità che, forse, ha semplicemente smesso di parlarsi.

Per ritrovare sé stesso, San Benigno dovrà scegliere se essere un paese che si chiude nella paura o che si apre al dialogo. La sicurezza non nasce dalle ronde: nasce dalla fiducia. E forse, tra i post indignati e le chiacchiere al bar, questa verità sta già cercando di farsi largo.

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