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23 Aprile 2025 - 09:24
Autobotte in piazza a Casalborgone
Rubinetti a secco, frane ovunque e cisterne d’acqua nei parcheggi. Così si presenta oggi la quotidianità per centinaia di cittadini tra Casalborgone e San Sebastiano da Po, colpiti da un’alluvione che ha messo in ginocchio le infrastrutture idriche locali. Non è solo un problema tecnico: è un’emergenza che impatta sulla vita reale di chi vive nelle frazioni e nei centri abitati, costretto a lavarsi con l’acqua dei boccioni, a cucinare con la tanica accanto al fornello, a vivere con l’incertezza del quando tornerà l’acqua.
Tra il 16 e il 17 aprile sono caduti 184 millimetri di pioggia, con un picco impressionante di 158 mm in 24 ore, più di quanto normalmente piove in un mese. A San Sebastiano da Po, le frane sono state più di 30, alcune delle quali hanno divelto condotte essenziali, interrompendo l’alimentazione dei serbatoi Martina e Bricco Dolce. “Un evento eccezionale per intensità e conseguenze”, dichiarano i tecnici, ma per i residenti è un calvario senza precedenti.
La SMAT ha attivato un piano d’emergenza: cisterne nei parcheggi delle RSA, autobotti, distribuzione di boccioni da 18,9 litri, tre rifornimenti al giorno. Ma non basta. “È una corsa contro il tempo, e intanto le famiglie vivono in condizioni inaccettabili”, raccontano gli abitanti. La priorità è stata data ai fragili, agli anziani, alle case di riposo. Ma il disagio è generale. L'acqua è diventata un bene da razionare.
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A Casalborgone sono già stati posati 250 metri di condotta provvisoria, e altri 300 metri saranno completati oggi, per restituire l’acqua anche alle frazioni San Siro e Saronsella. A San Sebastiano, invece, servono 400 metri di tubazione per bypassare la condotta distrutta in via Rigonda, più altri interventi su Moriondo e Bricco Cavallo, dove una frana ha completamente interrotto l’erogazione.
“Garantiamo supporto per costruire una nuova condotta”, assicurano Loredana Devietti Goggia, presidente ATO3, e il direttore Roberto Ronco, mentre SMAT annuncia che i lavori saranno conclusi “nei prossimi 3-4 giorni”. Un tempo che per chi è senz’acqua è un’eternità.
Per ora, restano le cisterne. E la pazienza, sempre più sottile.
Giovedì 17 aprile, una frana ha tagliato in due la collina. Una famiglia è stata portata via con l’elicottero. Gli animali, invece, sono rimasti. Da sei giorni i padroni li raggiungono a piedi, attraverso il bosco, rischiando la vita. Ombretta Perucca: “Abbiamo bisogno di un sentiero, non possiamo più continuare così”.
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