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22 Aprile 2025 - 12:19
C’è un tempo per ogni cosa. Anche per tagliare l’erba. Ma forse non è questo il tempo. Non a Casalborgone, non adesso, non in mezzo a un’emergenza alluvionale, frane che bloccano le strade e cisterne d’acqua posizionate davanti al Comune per tentare di tappare i buchi lasciati dal guasto all’acquedotto che ha messo in ginocchio il paese.
E invece sì: il Comune ha deciso che fra martedì 22 e giovedì 24 aprile 2025, nel pieno di una situazione da Protezione Civile, era proprio il momento giusto per firmare l’ordinanza numero 4, quella che vieta la sosta lungo le principali vie e piazze del centro storico – il Capoluogo Leu – per fare spazio a tagliaerba, soffiatori e decespugliatori. Obiettivo? Pulizia e taglio delle piante infestanti. Perché è noto che l’erba alta sia uno dei principali pericoli in caso di emergenza idrica...
Lo dice nero su bianco il provvedimento firmato dal sindaco Francesco Cavallero: divieto di sosta con rimozione forzata dalle 7.30 fino a fine lavori su Via Roma, Piazza Statuto, Via Regina Elena, Piazza Broglia, Via Broglia, Via Valfrè, Piazza Morozzo, Piazza San Martino, e comunque in tutto il centro storico, parcheggi compresi.
Il paese, intanto, annaspa. La gente si arrangia come può, si rifornisce di bottiglie e taniche – se riesce a trovarle – per sciacquarsi, per cucinare, per lavarsi i denti. E qualcuno si ritrova a dover spostare l’auto proprio nei giorni in cui ha bisogno di usarla per raggiungere la cisterna comunale. Il tutto per permettere la “manutenzione del verde”.
Il centro storico di Casalborgone, con l'ordinanza che informa dell'esecuzione dei lavori
I cittadini sono furiosi.
«L'amministrazione di Casalborgone si distingue sempre per la sua, diciamo così, creatività organizzativa» – ci racconta una residente con l’amaro in bocca – «In questi giorni di difficoltà per la viabilità della zona collinare, con diverse frane che oltre a complicare la circolazione hanno prodotto un guasto non di poco conto all'acquedotto, causando la sospensione dell’erogazione dell’acqua, ecco… in tutto questo marasma, l'amministrazione pare non poter rimandare neppure di qualche giorno il taglio dell’erba. A quanto pare, le piante infestanti sono più urgenti dell’igiene personale».
Chi vive in centro è costretto a fare i conti con strade chiuse, acqua assente e auto da rimuovere. Per molti, raggiungere a piedi la cisterna con le taniche è un’impresa. E c’è chi non ha mezzi alternativi per spostarsi o per trasportare l’acqua necessaria anche solo per i bisogni primari.
«Se si dovesse prolungare questa situazione» – aggiunge un altro cittadino – «impedire la circolazione in Capoluogo per fare le pulizie di Pasqua sarebbe un modo davvero intelligente di non permettere ai residenti di raggiungere con l’auto la cisterna piazzata davanti al Comune. Ci andranno a piedi, cosa volete mai che sia portarsi a spalla cinquanta litri di acqua?».
La situazione, inutile dirlo, è surreale. Da una parte un’emergenza reale, con strade franate e infrastrutture danneggiate. Dall’altra, un Comune che si preoccupa delle erbacce nei vicoli. Il tutto con tanto di cartelli di divieto da installare, pattuglie da predisporre e rimozioni da autorizzare.
Il provvedimento, poi, non solo obbliga i cittadini a spostare i veicoli – con la minaccia esplicita della rimozione forzata – ma prevede anche sanzioni per i trasgressori. A chi volesse contestare l’ordinanza, l’Amministrazione ricorda con solerzia che è possibile presentare ricorso al TAR Piemonte entro 60 giorni o al Presidente della Repubblica entro 120 giorni. Ma chi ha tempo, voglia e risorse per fare ricorso mentre cerca disperatamente acqua corrente?
In molti, più che indignati, sono disillusi. Perché la priorità non può essere il decoro urbano quando il paese è letteralmente a secco. E soprattutto, perché basta affacciarsi alla finestra per rendersi conto di quanto questa decisione sia fuori dal tempo e dalla realtà...
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