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Sanità
11 Aprile 2025 - 12:11
Paura del dentista? Non al Mauriziano, che accoglie così i pazienti “speciali”
Andare dal dentista senza paura, essere curati con dignità e competenza anche se si ha una disabilità. Succede a Torino, all’Ospedale Mauriziano, dove da oltre trent’anni esiste un reparto di Odontostomatologia per pazienti speciali: persone affette da malattie rare, gravi patologie o difficoltà cognitive che rendono complessa la collaborazione durante le cure.
Sabato 12 aprile, all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Torino, una giornata di studio interdisciplinare metterà al centro i 230 pazienti con Sindrome di Down seguiti nel 2024. Tra i relatori ci saranno specialisti di cardiologia, ortodonzia, anestesia, logopedia, chirurgia orale e prevenzione. L’obiettivo è chiaro: trovare nuove evidenze, strumenti e linguaggi per garantire cure migliori a chi, spesso, viene curato peggio.
Tecnica innovativa al Mauriziano
Il Centro del Mauriziano, diretto dal dottor Paolo Appendino, è oggi un punto di riferimento nazionale: oltre 3.500 prestazioni annue, 56 pazienti riabilitati protesicamente, un’équipe multidisciplinare che include anestesisti esperti, odontoiatri formati ad hoc, la presenza di Pronto soccorso e Rianimazione e un’attenzione costante alla sicurezza e al comfort. “Cerchiamo di evitare la narcosi quando possibile, e costruiamo un percorso su misura per ogni paziente”, spiega Appendino.
Tra i volti simbolo c’è Federica Flumeri, 37 anni, tre medaglie agli Special Olympics invernali di Torino. Affetta dalla Sindrome di Kleefstra, una malattia genetica rara, è seguita dal Mauriziano dal 1996. “Viene qui come se andasse a trovare degli amici”, racconta la mamma Laura. Nessuna paura, solo fiducia: perché l’accoglienza, in sanità, può cambiare tutto.
“Una volta si estraevano solo denti, ora si curano come chiunque altro”, ricorda il dottor Simone Buttiglieri, coordinatore regionale della SIOH (Società Italiana di Odontostomatologia per disabili). È lui a spingere per una sanità che non si limiti a tollerare la diversità, ma la includa davvero, anche nella scienza. “Queste persone hanno un credito verso la società: chiedono ascolto, ricerca e rispetto”.
Quello del Mauriziano non è solo un reparto: è un modello di sanità pubblica inclusiva, replicabile e concreto. Perché il diritto alla salute non è solo accesso alle cure, ma cura fatta bene, per tutti. Anche – e soprattutto – per chi ha bisogno di un’attenzione in più.
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