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10 Aprile 2025 - 15:27
A Lanzo
Le sale operatorie dell’Ospedale di Lanzo Torinese riaprono ufficialmente oggi, 10 aprile 2025, dopo oltre cinque anni di silenzio e rimpalli istituzionali. Il traguardo viene celebrato da Regione Piemonte, amministrazioni locali e direzione dell’ASL TO4 come un segnale concreto di rilancio della sanità territoriale. Ma dietro i toni trionfalistici del comunicato stampa si nascondono fragilità strutturali tutt’altro che risolte.
Il Direttore Generale dell’ASL TO4, Luigi Vercellino, sottolinea con orgoglio che «il cronoprogramma è stato rispettato», ricordando come il nuovo corso gestionale, insediato da poco più di tre mesi, abbia posto tra le priorità il rafforzamento del presidio sanitario lanzese. Le sale operatorie, collegate alla struttura complessa di Anestesia e Rianimazione di Ciriè, tornano operative grazie a un investimento di circa 400 mila euro in verifiche impiantistiche e attrezzature. Per ora si partirà con un solo giorno alla settimana, dedicato a interventi di oculistica, ortopedia e terapia antalgica. Da giugno si aggiungerà la chirurgia generale a bassa complessità.
Sindaci e presidenti delle Unioni Montane applaudono all’iniziativa, definendola «un primo passo importante» e chiedendo che si prosegua nel rispetto delle promesse annunciate. «I cittadini delle valli non possono continuare a percorrere decine di chilometri per un’ecografia o una visita ortopedica», ricordano Fabrizio Vottero Bernardina, Guido Bonino e Daniela Majrano. Ma mentre le autorità politiche brindano alla “riattivazione del servizio”, sul fronte operativo emergono criticità evidenti.
La carenza di personale, in particolare infermieristico, è il vero punto debole di questa riapertura. A denunciarlo sono i sindacati, primo tra tutti il Nursind, che parla di un rischio concreto: «Senza nuovi assunti, il servizio rischia di richiudere nel giro di poco», avverte Giuseppe Summa, segretario territoriale. Le stesse organizzazioni sindacali mettono in guardia anche da una strategia più ampia che, anziché potenziare davvero la sanità pubblica, la svuota progressivamente a favore di quella privata. Una strategia definita “del carciofo”: un pezzo alla volta si perde tutto.
Negli ultimi anni, infatti, ambulatori fondamentali sono stati sospesi – geriatria, ecodoppler e perfino servizi radiologici – e numerosi pazienti sono stati trasferiti a strutture private convenzionate, mentre interi reparti del presidio di Lanzo rimanevano sottoutilizzati o chiusi.
È anche per questo che la riapertura delle sale operatorie non può essere letta come un punto di arrivo, ma semmai come un banco di prova. L’ASL TO4 ha annunciato per il 15 aprile l’apertura di nuovi ambulatori, tra cui quelli per lo scompenso cardiaco, il Doppler arterioso e venoso e servizi di diagnostica per immagini. Ma non è chiaro con quale personale e con quale stabilità.
La Regione, tramite gli assessori Federico Riboldi e Gian Luca Vignale, assicura di aver dato mandato alle Aziende Sanitarie di agire con «determinazione e rispetto dei tempi». Ma tra i professionisti sanitari e tra i cittadini delle Valli cresce il timore che si tratti solo di un’operazione di facciata, utile a guadagnare consensi nel breve termine senza risolvere i problemi strutturali del presidio.
Insomma, oggi si taglia un nastro, ma il futuro dell’Ospedale di Lanzo resta appeso a un filo fatto di turni scoperti, assunzioni che non arrivano e servizi che riaprono con il contagocce. A meno che alle promesse non seguano, in tempi certi e verificabili, risposte strutturali e investimenti reali, il rischio è che anche questa riapertura sia solo una parentesi prima dell’ennesima chiusura mascherata.
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