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08 Aprile 2025 - 11:35
Meno multe, più controlli: i T Red funzionano, ma ogni funerale è una sconfitta
La tecnologia fa il suo dovere. Le multe calano del 90%, le corsie preferenziali tornano a essere rispettate, la ZTL registra “solo” 200 infrazioni al giorno. Ma non basta. Perché dietro ai numeri, dietro al freddo linguaggio delle statistiche, c’è il sangue sull’asfalto, c’è il silenzio di una bara bianca, c’è il dolore che non conosce fine.
I nuovi T Red, le telecamere intelligenti installate nei punti più critici della viabilità urbana, stanno segnando una svolta nella gestione della sicurezza stradale. Solo 8.000 infrazioni rilevate sulle corsie preferenziali: un dato che fino a pochi anni fa si raggiungeva in una settimana. Gli automobilisti cominciano ad avere paura di essere visti, e questo – almeno per ora – funziona.
Ma basta sedersi a un funerale per capire che le strade non sono ancora sicure.
Lo ha detto, con voce rotta dall’emozione, l’avvocato della famiglia di Ilaria Sula, una delle troppe vittime di incidenti che si sarebbero potuti evitare: “Per la famiglia è già ergastolo.” Una frase che pesa come un macigno. Perché le pene legali finiscono, quelle affettive no.
Multe in calo del 90%
L’entrata in vigore delle modifiche al Codice della Strada – tra cui sanzioni più severe, uso esteso di dispositivi elettronici e maggiore tolleranza zero per chi guida sotto effetto di alcol o droga – rappresenta senza dubbio un passo avanti. Ma la sicurezza vera non si misura solo in sanzioni. Si costruisce ogni giorno, con la consapevolezza di chi guida, la cultura della prudenza, l’educazione alla responsabilità.
C’è bisogno di un cambiamento profondo: dentro e fuori l’abitacolo. Le tecnologie ci aiutano, certo. Ma non sono un sostituto del buon senso. Non possiamo delegare alle telecamere la nostra coscienza. Un incrocio rispettato per paura della multa non è una vittoria definitiva. Lo sarà solo quando rallenteremo perché sentiamo il dovere di farlo, non perché temiamo la sanzione.
La vera svolta sarà culturale, non digitale.
E intanto, ogni funerale resta una condanna collettiva. Perché ogni vittima della strada è una storia interrotta, un errore che non si può più correggere. E finché questo accadrà, nessuna percentuale potrà dirsi abbastanza.
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