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Cronaca

Ciclista investito sulla provinciale: caccia al pirata della strada

L’automobilista non si è fermato a prestare aiuto. I carabinieri al lavoro per identificarlo.

Continuano le indagini dei carabinieri della tenenza di Ciriè per risalire all’identità del conducente che ha travolto un ciclista nei pressi della rotonda che immette sul cavalcavia, lungo la provinciale tra Ciriè e San Maurizio Canavese. Un impatto violento, che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia: il giovane in bicicletta è caduto sull’asfalto, ma per fortuna non ha riportato ferite gravi. Una dinamica tanto pericolosa quanto codarda: l’automobilista, invece di fermarsi, ha preferito premere sull’acceleratore e sparire.

Della vettura, una monovolume bianca, non è stata purtroppo rilevata la targa, e le testimonianze raccolte finora non sono state sufficienti a ricostruire la fuga del responsabile. Un appello è stato lanciato sui social dalla sorella della vittima, che ha scritto: «L’auto, dopo l’urto, non si è fermata a prestare soccorso, è scappata verso il cavalcavia, quindi chiedo gentilmente a chiunque abbia visto qualcosa di segnalarcelo in privato. L’auto era una monovolume di colore bianco, non è stato possibile prendere la targa. Ringrazio la persona che gli ha prestato soccorso subito dopo, ma purtroppo data la situazione lui non ha pensato di chiedere gli estremi per eventuale testimonianza. Grazie a chiunque possa aiutarci, abbiamo comunque già allertato le forze dell’ordine».

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I militari, nel frattempo, stanno analizzando i filmati registrati da diverse telecamere di sorveglianza della zona. Non solo quelle installate nei pressi dell'incidente, ma anche quelle di strade adiacenti, per cercare di individuare il passaggio dell’auto e stringere il cerchio attorno al responsabile. Entro pochi giorni potrebbero emergere elementi utili alle indagini.

Il conducente rischia una denuncia per lesioni personali e omissione di soccorso, reati gravi che, in caso di identificazione e condanna, prevedono pene pesanti. Anche per questo, ogni dettaglio fornito da eventuali testimoni può fare la differenza. Il silenzio, in casi come questo, è un complice.

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