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Uso improprio dei pass disabili: raffica di sanzioni e contrassegni ritirati

Nel 2024 ritirati 85 permessi per uso improprio. L’assessore: “Tolleranza zero, più controlli nella zona ospedali”

Uso improprio dei pass disabili

Uso improprio dei pass disabili: raffica di sanzioni e contrassegni ritirati (foto di repertorio)

Non è solo una violazione del Codice della strada, ma una ferita alla dignità delle persone con disabilità. A confermarlo sono i numeri resi noti in Consiglio comunale: nel 2024, a Torino, sono state comminate 6.768 sanzioni per uso scorretto dei posteggi riservati ai disabili, e ben 85 permessi Cude (Contrassegno Unificato Disabili Europeo) sono stati ritirati per utilizzo improprio.

A fornire il quadro è stato Marco Porcedda, assessore alla Polizia municipale, rispondendo a un’interpellanza presentata dal consigliere di Torino Libero Pensiero, Pino Iannò. I dati parlano di una criticità che, nonostante i controlli, resta estesa e strutturale.

Solo nella zona degli ospedali, una delle aree più sensibili della città, si contano 753 stalli dedicati, e proprio qui — ha sottolineato Iannò — «è inaccettabile e irrispettoso arrivare e trovare il posto occupato da chi non ne ha diritto». Da qui la richiesta di rafforzare i controlli, con una sorveglianza più serrata nei pressi delle strutture sanitarie e nei punti nevralgici del traffico urbano.

Nel corso dell’anno sono stati inoltre revocati 419 stalli personali e istituiti 545 nuovi posteggi riservati, segno di una continua ricalibrazione della rete di mobilità inclusiva.

La revoca dei permessi Cude per uso improprio rappresenta una delle misure più forti attualmente a disposizione dell’amministrazione. Chi utilizza un contrassegno disabili in modo scorretto — magari approfittando di quello di un familiare assente o deceduto — commette un illecito che ha un impatto concreto sulla vita quotidiana di chi quei diritti li ha realmente.

“Non si può abbassare la guardia — ha ribadito Iannò — bisogna rafforzare i controlli e colpire chi approfitta di diritti non propri. La mobilità delle persone con disabilità è un bene comune da tutelare”.

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