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A Torino arriva il primo negozio per cani-robot: non abbaiano, non mordono e ti riportano pure la pallina

A giugno in via San Secondo sbarcano i quadrupedi robotici: da 2.000 a 100.000 euro per il cane del futuro. Il sogno hi-tech di Immordino per una città sempre più smart

Il futuro della robotica

A Torino arriva il primo negozio per cani-robot: non abbaiano, non mordono e ti riportano pure la pallina

Altro che guinzaglio e crocchette. A Torino, il miglior amico dell’uomo potrebbe presto diventare un quattrozampe robotico, capace di riportare palline, pattugliare fabbriche, rilevare incendi e – soprattutto – non sporcare il tappeto del salotto. Il futuro ha messo le zampe giù, e lo ha fatto nella centralissima via San Secondo, dove a giugno aprirà il primo negozio in Italia interamente dedicato ai cani-robot.

L’idea porta la firma di Simone Immordino, amministratore delegato di Robogest e Deri, imprenditore di seconda generazione con una missione ben precisa: trasformare Torino in capitale italiana della robotica avanzata. “Non abbaia e non fa le feste – ha spiegato con un sorriso – ma sarà il nuovo miglior amico dell’uomo e delle imprese”. E dietro l’ironia c’è un progetto da milioni: secondo le stime, il mercato dei cani-robot vale già oltre un miliardo di euro a livello globale.

In vendita ci saranno modelli per tutte le tasche – o quasi. Si parte da 2.000 euro per un robot domestico capace di rincorrere e riportare oggetti (già usato nei campi da golf), fino a versioni da 100.000 euro progettate per compiti delicati come sorveglianza notturna, pattugliamento industriale, rilevazione di calore in ambienti sensibili come hotel o gallerie. In mezzo, un’intera gamma di quadrupedi smart, programmabili e adattabili a diversi scenari, dal cantiere al cortile.

Negozio di Cani-robot a Torino

Ma non si tratta solo di vendere hardware. I robot sono prodotti in Asia, grazie alla partnership esclusiva con i tedeschi di Inmotion e i cinesi di Deep Robotics, ma il cuore del progetto è a Torino: “Qui sviluppiamo tutto il software e gli algoritmi che rendono questi robot realmete intelligenti”, spiega Immordino, convinto che la vera sfida non sia solo tecnologica ma culturale.

Non a caso, più che un negozio, il punto vendita sarà anche uno spazio dimostrativo, pensato per educare e incuriosire. “Voglio fare cultura robotica – dice Immordino – perché questo è un mercato in crescita rapida, ma che pochi conoscono davvero”. Il negozio diventerà così una vetrina permanente sull’innovazione, tra dimostrazioni live, workshop e interazione diretta con i robot.

Torino, da sempre laboratorio di industria e trasformazione, si conferma così terra fertile per l’innovazione, passando dal motore a scoppio al cane meccanico, dalla fabbrica alla fantascienza concreta. E chissà che un giorno, al parco del Valentino, non si veda davvero un cagnolino robot rincorrere una pallina. Senza guinzaglio. Ma con Wi-Fi.

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