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03 Aprile 2025 - 11:30
Nonostante le minacce di tariffe punitive, il settore vinicolo italiano registra una crescita sostenuta
Le recenti minacce del presidente Donald Trump di imporre dazi fino al 200% sul vino europeo, incluso quello italiano, hanno sollevato preoccupazioni tra i produttori e gli esportatori del Belpaese. Tali misure potrebbero mettere a rischio un settore che, nel 2024, ha esportato negli Stati Uniti vini per un valore di 1,94 miliardi di euro, rappresentando una fetta significativa dell'export vinicolo italiano.
Nonostante queste ombre sul commercio internazionale, il mercato interno del vino in Italia mostra segnali di vitalità. Secondo l'Osservatorio Uiv-Vinitaly, nel 2024 le vendite al dettaglio nel Paese hanno raggiunto i 3,06 miliardi di euro, con un lieve incremento dello 0,3% rispetto all'anno precedente. Questo dato evidenzia una stabilità nel consumo domestico, fondamentale per sostenere il settore in tempi di incertezza globale.
Un ulteriore elemento di ottimismo proviene dal turismo enogastronomico. Le stime indicano che nel 2025 l'Italia accoglierà oltre 13 milioni di enoturisti, segnando un aumento di quasi l'8,5% rispetto all'anno precedente. Questi visitatori genereranno circa 20 milioni di pernottamenti, con una crescita superiore all'11% in dodici mesi. Tali cifre sottolineano l'attrattiva delle regioni vinicole italiane e il loro ruolo cruciale nell'economia locale.
Il mercato di vino è vitale
Di fronte alle sfide poste dai dazi statunitensi, i produttori italiani stanno esplorando nuove strategie per diversificare i mercati di sbocco. L'attenzione si sta spostando verso l'Oriente, con particolare interesse per la Cina e altri paesi asiatici, dove la domanda di vino italiano è in crescita. Inoltre, si stanno sviluppando prodotti "no-alcol" per penetrare mercati, come quelli arabi, dove le restrizioni sul consumo di alcolici sono elevate.
In questo contesto, eventi come il Vinitaly 2025, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile, assumono un'importanza strategica. Nonostante le tensioni commerciali, oltre 3.000 buyer statunitensi hanno confermato la loro presenza, dimostrando un interesse costante per il vino italiano e offrendo opportunità per consolidare e ampliare le relazioni commerciali.
In sintesi, mentre le politiche protezionistiche degli Stati Uniti rappresentano una minaccia concreta per l'export vinicolo italiano, il settore dimostra resilienza puntando sul mercato interno, sul turismo enogastronomico e sulla diversificazione dei mercati esteri. La capacità di adattamento e l'innovazione saranno determinanti per affrontare le sfide future e mantenere il prestigio del vino italiano nel mondo.
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