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Agricoltura
27 Marzo 2025 - 16:28
Declino delle aziende agricole nel Torinese: un allarme per l'intera comunità
Il settore agricolo nel Torinese sta affrontando una crisi significativa, con un calo costante del numero di aziende agricole. Secondo il report annuale della Camera di Commercio di Torino, nel 2024 le imprese agricole rappresentavano il 5,1% del totale, segnando una diminuzione dell'1,3% rispetto al 2023 e una perdita del 10% nell'ultimo decennio. Attualmente, si contano appena 11.262 aziende, con una riduzione particolarmente marcata negli allevamenti e nelle coltivazioni ad essi associate.
Questo trend negativo non riguarda solo il Torinese, ma si inserisce in un contesto nazionale preoccupante. Negli ultimi dieci anni, l'Italia ha registrato una perdita del 30% delle aziende agricole. Il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, sottolinea che questa emorragia di imprese agricole dovrebbe allarmare l'intera società. La diminuzione delle aziende agricole comporta una riduzione della produzione di cibo locale, fondamentale in un periodo storico incerto, e limita l'offerta di prodotti freschi per i consumatori. Inoltre, mette a rischio uno degli elementi chiave del turismo locale: l'enogastronomia, che coinvolge la ristorazione e spesso rappresenta la principale motivazione per visitare le vallate e le campagne torinesi.
Le cause di questa crisi sono molteplici. Gli agricoltori affrontano quotidianamente numerose difficoltà, tra cui burocrazia opprimente, oneri amministrativi crescenti e una percezione negativa del settore. Spesso, l'agricoltura viene ingiustamente criminalizzata, con gli agricoltori accusati di inquinamento, danni agli ecosistemi e sfruttamento di fondi pubblici. Queste accuse scoraggiano soprattutto i giovani che vorrebbero intraprendere attività agricole, come rilevare l'azienda di famiglia, coltivare cereali o frutta, impiantare vigneti, aprire agriturismi o fattorie sociali.
La chiusura delle aziende agricole e la conseguente desertificazione delle campagne rappresentano una catastrofe per tutti. Il direttore di Coldiretti Torino, Carlo Loffreda, evidenzia l'importanza dell'agricoltura come settore necessario e insostituibile. È fondamentale affrontare con urgenza diverse questioni: dall'abolizione di obblighi onerosi, allo stop al consumo di suolo, alla valorizzazione dei prodotti locali, fino alla promozione di una corretta informazione sui cibi artificiali e all'incentivazione delle produzioni energetiche e dell'insediamento dei giovani.
Un aspetto cruciale è il ricambio generazionale nel settore agricolo. In Piemonte, su 43.000 aziende agricole, solo il 14% è guidato da imprenditori sotto i 41 anni. Per invertire questa tendenza, la Regione Piemonte ha lanciato un bando da 45 milioni di euro destinato ai giovani agricoltori tra i 18 e i 41 anni, finalizzato all'ammodernamento di fabbricati e impianti. Le domande possono essere presentate entro il 14 marzo 2024.
Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla crescente presenza della criminalità organizzata nel settore agricolo. Furti di attrezzature, racket, usura e altre attività illecite minacciano gli agricoltori, soprattutto nel Sud Italia, ma con ripercussioni anche in altre regioni. Secondo la CIA - Agricoltori Italiani, un agricoltore su tre subisce le conseguenze di queste attività criminali, con un "business" illecito che supera i 15 miliardi di euro.
Inoltre, la demonizzazione di alcuni prodotti agricoli, come il vino, contribuisce a danneggiare l'immagine del settore. Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha recentemente dichiarato che la criminalizzazione del vino provoca più danni di qualsiasi dazio, sottolineando l'importanza di proteggere e valorizzare le eccellenze italiane.
Per affrontare queste sfide, è essenziale un dialogo costante tra agricoltori, istituzioni e società civile. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile invertire la rotta, sostenere le aziende agricole e garantire un futuro sostenibile all'agricoltura nel Torinese e in tutta Italia.
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