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03 Marzo 2025 - 11:51
Trovate le pagelle di Olivetti e Saragat: anche i grandi del Novecento hanno avuto insufficienze a scuola
Non sempre il rendimento scolastico è un indicatore del destino di una persona. Lo dimostrano i registri dell’anno scolastico 1914-15 dell’Istituto Tecnico Sommeiller di Torino, che svelano le difficoltà scolastiche di due futuri protagonisti della storia italiana: Adriano Olivetti e Giuseppe Saragat.
Il primo, nato nel 1901, visionario imprenditore e innovatore, affrontava gli studi da privatista e quell’anno incassò un clamoroso 2 in disegno e una lunga serie di 4 in matematica, geografia e inglese. Il secondo, nato nel 1898 e destinato a diventare Presidente della Repubblica, si diplomò in ragioneria nel 1915, ma non senza difficoltà, con un 5 in computisteria e un altro in scienza delle finanze. Nonostante i voti poco brillanti, entrambi hanno lasciato un segno indelebile nel Novecento: Olivetti con il suo modello d’impresa illuminata e Saragat con la sua azione politica nel segno della democrazia e del socialismo.
Il Sommeiller, una delle scuole più antiche d’Italia, fu fondato nel 1852, prima ancora dell’Unità d’Italia, con il nome di Regio Istituto Tecnico di Torino. La sua sede storica in corso Oporto (oggi corso Matteotti) fu distrutta nel bombardamento del 1942, e solo nel 1954 l’istituto riaprì in corso Duca degli Abruzzi, alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, ex docente della scuola. Ancora oggi, la biblioteca conserva lo scrittoio e la poltrona utilizzati da Einaudi in quell’occasione.
Questo prezioso pezzo di memoria storica è stato mostrato al giudice della Corte Costituzionale Giovanni Pitruzzella, durante la tappa torinese del progetto «Viaggio in Italia» della Consulta.
Nel suo incontro con gli studenti di quinta, il magistrato ha firmato una dedica alla scuola prima di avviare una riflessione sul tema «La Costituzione è di tutti», sottolineando il valore della partecipazione democratica e della conoscenza dei principi costituzionali. Un dialogo che ha rafforzato il legame tra la storia, le istituzioni e le nuove generazioni, ricordando che anche chi inciampa sui voti può diventare un pilastro della società.
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