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26 Febbraio 2025 - 10:45
Papa Francesco e la profezia di Malachia: un destino già scritto?
Cosa ci riserva il futuro della Chiesa cattolica? È una domanda che ha affascinato e inquietato generazioni di fedeli e studiosi, soprattutto alla luce della cosiddetta "profezia di Malachia". Attribuita a San Malachia, arcivescovo di Armagh vissuto nel XII secolo, questa profezia ha predetto l'identità di tutti i papi eletti dal 1143 fino alla fine dei tempi. Ma chi era veramente Malachia e perché la sua profezia continua a suscitare tanto interesse?
La profezia di Malachia fu scoperta nel 1595 dal monaco benedettino Arnold de Wyon, che la pubblicò nel suo libro "Lignum Vitae". Secondo il racconto, Malachia avrebbe avuto una visione mistica durante un viaggio a Roma, in cui gli sarebbero stati rivelati i nomi o le caratteristiche di 112 papi, a partire da Celestino II, eletto nel 1143, fino all'ultimo papa della storia. Questo ultimo pontefice, noto come "Petrus Romanus", sarebbe stato il papa sotto il cui pontificato la Chiesa sarebbe giunta alla sua fine definitiva. Malachia scrive: "Pietro Romano, che pascerà le pecore in molte tribolazioni. Dopo le quali, la città dai sette colli sarà distrutta, e il giudice tremendo giudicherà il suo popolo."
Le interpretazioni della profezia di Malachia non sono sempre chiare e, spesso, rischiano di diventare delle forzature per far coincidere l'identità dei papi che realmente si sono susseguiti nella storia. Prendiamo, ad esempio, Giovanni Paolo II, descritto come "de labore solis" (dal lavoro del sole). È nato il 18 maggio 1920, proprio il giorno di un'eclissi solare, e morì il 2 aprile 2005, anch'esso in un giorno in cui si verificò un’eclissi solare parziale. Fu un papa molto attivo, viaggiando più di qualsiasi altro pontefice nella storia; per questi motivi, la descrizione di "lavoro del sole" sembra calzare a pennello.
Papa Francesco I
Un altro esempio è Papa Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, descritto come "gloria olivae" (gloria dell'ulivo). Questo motto potrebbe riferirsi al suo legame con i benedettini, il cui simbolo include l'ulivo, e al suo approccio più riflessivo e teologico rispetto ai suoi predecessori. Inoltre, il motto può essere collegato alla pace che ha caratterizzato il suo pontificato e al fatto che si sia ritirato, lasciando il pontificato nel 2013, primo papa a dimettersi dopo 600 anni.
L'attuale papa, Jorge Mario Bergoglio, eletto nel 2013 con il nome di Francesco, è stato il primo pontefice della storia a scegliere questo nome, ispirato a San Francesco d’Assisi. Sebbene il motto assegnato a lui nella profezia non menzioni esplicitamente il nome "Francesco", molti hanno trovato somiglianze con il concetto di "Petrus Romanus". Papa Francesco, infatti, è un gesuita, un ordine con forti legami con Roma, e ha posto al centro del suo pontificato temi come la povertà e la riforma della Chiesa, in un momento di forti crisi interne e sfide globali. Questo quadro potrebbe corrispondere alle "tribolazioni" descritte da Malachia, che porteranno alla distruzione della "città dai sette colli".
La profezia, vera o falsa che sia, continua ad alimentare discussioni e ipotesi, mentre in queste ore si attendono gli ultimi aggiornamenti sulla salute del papa e sul futuro del suo pontificato. Le parole del cappellano del Gemelli, che ha parlato di "sperare contro ogni speranza", risuonano come un eco di incertezza e preoccupazione. Ma, come spesso accade con le profezie, il loro vero significato potrebbe rimanere avvolto nel mistero, lasciando spazio a interpretazioni e speculazioni.
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