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L'ultimo saluto a Cinzia: una comunità in lutto per il femminicidio di Venaria Reale

Funerali privati per Cinzia D’Aries, uccisa dal marito. Pietro Quartuccio ancora in ospedale, indagini in corso

L'ultimo saluto a Cinzia: una comunità in lutto per il femminicidio di Venaria Reale

L'ultimo saluto a Cinzia: una comunità in lutto per il femminicidio di Venaria Reale

Un dolore che scuote un’intera comunità. Nella mattinata di lunedì 24 febbraio, al cimitero generale di Venaria Reale, si è svolta in forma privata la cerimonia funebre per Cinzia D’Aries, la 51enne vittima di un tragico femminicidio. La donna è stata brutalmente uccisa con cinque coltellate dal marito Pietro Quartuccio nella loro abitazione di via Gozzano, nella tarda serata di sabato 8 febbraio.

Alla cerimonia hanno partecipato i familiari, alcuni condomini che hanno reso omaggio con un mazzo di fiori e le autorità comunali, tra cui il sindaco Fabio Giulivi e gli assessori Monica Federico e Pamela Palumbo. Dopo la benedizione del feretro, impartita dal parroco di San Francesco don Giovanni Di Maggio, la salma è stata tumulata nella zona occidentale del cimitero.

Nel frattempo, sul fronte giudiziario, Pietro Quartuccio, 56 anni, continua a mantenere il silenzio. Attualmente piantonato in ospedale a Torino, dove è stato ricoverato dopo aver tentato il suicidio con un cocktail di farmaci subito dopo l’omicidio, Quartuccio non risponde alle domande del giudice. Nei prossimi giorni potrebbe essere trasferito in una struttura psichiatrica nel Torinese, dove gli inquirenti proveranno nuovamente a interrogarlo. Il suo mutismo pesa come un macigno su una vicenda che ha sconvolto non solo i familiari della vittima, ma l’intera comunità di Venaria Reale.

La città è scossa e non resta indifferente. All’indomani della tragedia, un flash mob promosso dall’amministrazione comunale ha visto una forte partecipazione cittadina, unita nel ricordo di Cinzia e nella condanna della violenza di genere. Il sindaco Giulivi ha sottolineato la necessità di un impegno collettivo per prevenire e contrastare ogni forma di violenza domestica.

Il caso solleva interrogativi che non possono essere ignorati. Come è possibile che una donna dolce e generosa, amata da chi la conosceva, sia stata strappata alla vita con tale brutalità? E, soprattutto, cosa si può fare per evitare che simili tragedie si ripetano? La risposta passa attraverso un’azione concreta e condivisa, che coinvolga istituzioni, associazioni e cittadini. Solo un lavoro costante potrà garantire una società più giusta e sicura, in cui nessuno debba più temere per la propria vita all’interno delle mura domestiche.

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