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14 Febbraio 2025 - 15:37
Femminicidio a Venaria, una mozione urgente chiede un cambio di rotta: "Sia il 25 novembre tutto l'anno!"
Non solo il 25 novembre. È questo lo spirito che anima la mozione urgente presentata dal Gruppo Misto di Minoranza in Consiglio Comunale a Venaria Reale, a seguito dell’ultimo drammatico caso di femminicidio avvenuto proprio in città il 9 febbraio, quando la cinquantunenne Cinzia D’Aries è stata uccisa a coltellate dal marito. Una tragedia che ha scosso profondamente la comunità e che ora diventa il punto di partenza per una riflessione ampia e coraggiosa su come arginare la violenza di genere, dotandosi di strumenti concreti.
Un’emergenza che non conosce tregua
Il dato che fa più male è proprio quello dei femminicidi: oltre cento l’anno in Italia, secondo le stime nazionali. E Venaria, purtroppo, non è esente da questa dolorosa realtà, come testimoniano i tragici eventi degli ultimi anni. Non parliamo solo di donne vittime di violenza da parte dei propri partner, ma anche di casi di suicidio spesso legati a situazioni di disagio e fragilità, che avrebbero potuto – forse – essere prevenuti con un intervento di sostegno adeguato.
La mozione del Gruppo Misto di Minoranza
Nella mozione depositata dal Gruppo Misto formato dai consiglieri Giuseppe De Candia, Andrea Accorsi e Andrea Dei, titolata in modo provocatorio “Non solo il 25 novembre ma tutti i giorni di ogni anno ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, emerge la necessità di rafforzare le politiche di prevenzione e di supporto sul territorio. Vengono proposti diversi punti d’azione, che spaziano dal potenziamento dell’informazione sull’applicazione “YouPol” e sul numero antiviolenza 1522, sino alla creazione di progetti scolastici dedicati all’educazione all’affettività e alla parità di genere.
Tra i nodi centrali c’è la richiesta di prevedere centri antiviolenza o sportelli di prima accoglienza in luoghi “neutri”, in modo che le donne (ma non solo loro) possano accedervi con maggiore libertà, senza timore di essere viste o giudicate. Un altro aspetto fondamentale riguarda la collaborazione in rete con i Comuni limitrofi, perché – si sottolinea – spesso chi subisce violenza preferisce rivolgersi a un servizio in un’altra città, proprio per cercare di proteggere la propria identità.
Le criticità da affrontare
Il documento evidenzia come nel sito istituzionale del Comune di Venaria Reale i riferimenti ai servizi antiviolenza siano piuttosto scarsi: un semplice rimando al numero 1522 e all’app “YouPol”, mentre lo sportello “Una stanza per te”, pur essendo un primo punto di contatto, presenta limitazioni e non sembra ancora del tutto rispondente alle esigenze delle vittime. A questo si aggiunge l’assenza di dati trasparenti su quante persone, soprattutto donne, si siano realmente rivolte a questi sportelli o abbiano chiesto aiuto per casi di violenza o maltrattamento.
La proposta di azione concreta
La mozione impegna la Giunta e il Sindaco ad adottare una strategia forte e condivisa. Nello specifico, si chiede:
La speranza di un cambiamento
La drammatica vicenda di Cinzia D’Aries, uccisa il 9 febbraio, è l’ennesimo campanello d’allarme. Con l’aumento preoccupante di episodi di violenza e di femminicidi, iniziative come questa mozione diventano fondamentali, affinché la comunità non si fermi alle sole commemorazioni e alle frasi di circostanza. L’invito del Gruppo Misto di Minoranza è chiaro: “Non solo il 25 novembre”, ma tutti i giorni dell’anno, con azioni concrete e continue, perché prevenire e contrastare la violenza sulle donne (e più in generale la violenza di genere) non è un’emergenza sporadica, ma un dovere civile che deve coinvolgere istituzioni, associazioni e singoli cittadini.
Se Venaria saprà cogliere questa sfida, imboccando la strada della cooperazione con le realtà del territorio e promuovendo una cultura della nonviolenza che parta dalla scuola e arrivi fino alle strade e alle case di ognuno, allora la tragedia del 9 febbraio non sarà stata vana. E l’appello del Gruppo Misto suonerà come un richiamo alla responsabilità collettiva, per fare in modo che la memoria di Cinzia e di tante altre non si perda in un silenzio colpevole, ma diventi motore di cambiamento.
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