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15 Febbraio 2025 - 16:02
Buone notizie per gli abitanti della collina torinese: è prevista per venerdì 21 febbraio la riapertura dell'ufficio postale di Sciolze. Gli sportelli erano stati infatti chiusi temporaneamente lo scorso 24 gennaio per lavori di riammodernamento, con i cittadini che erano costretti a recarsi a Chieri per spedire la propria corrispondenza e per le operazioni BancoPosta.
Seppur con 10 giorni di ritardo rispetto alla tabella di marcia, l'ufficio in via Roma 2/bis a Sciolze (accanto al municipio) riaprirà i battenti a partire da venerdì. Il progetto "Polis" di Poste Italiane, che ha riguardato migliaia di uffici sparsi in tutta Italia tra cui quello di Sciolze, è finalizzato all'efficientamento energetico degli spazi di lavoro, alla riduzione delle emissioni e al miglioramento dei servizi sia fisici che digitali che gli sportelli offrono.
«L'obiettivo degli 'Sportelli Unici' è di dotare gli Uffici Postali interessati di nuove tecnologie e strumenti idonei a consentire, 24 ore su 24, una fruizione completa, veloce, agevole e digitale dei servizi relativi a: documenti di identità, certificati anagrafici, certificati giudiziari, certificati previdenziali, servizi alle regioni e altre tipologie come, ad esempio, l’esonero/esenzione del Canone RAI. La fruizione ai servizi pubblici è stata prevista per mezzo di un unico punto di accesso alla piattaforma di servizio multicanale di Poste Italiane, i cui operatori, appositamente formati per questo, contribuiranno attivamente ad accompagnare la popolazione in digital divide verso l’abilitazione e la fruizione dei servizi in modalità digitale».
Uno degli 'sportelli unici' digitali delle Poste. In caso di difficoltà, si può chiedere assistenza a un operatore
Questo è quanto si può leggere sul sito delle Poste, con gli uffici che integreranno ancora di più i servizi fisici con quelli digitali, fornendo assistenza alla popolazione meno "alfabetizzata" digitalmente.
Restano però alcune ombre proprio sulla "digitalizzazione" delle Poste. Sarà un modo, a lungo termine, per delegare sempre di più alla cittadinanza la fruizione di servizi essenziali soltanto online? Sarà un modo per tagliare in futuro il numero dei lavoratori negli uffici, già oggi pochi rispetto al numero di sportelli?
Purtroppo, già a Torino, si stanno vedendo i primi effetti di questa politica di "digitalizzazione" e soprattutto di "riorganizzazione" sfrenata, che ha portato alla chiusura di 5 uffici postali nel capoluogo piemontese, tra cui quello di corso Casale 196 in precollina e quello di Cavoretto in collina.
La chiusura è stata prima impedita e poi consentita dal TAR del Piemonte, a cui il comune di Torino si era appellato per sottolineare l'importanza degli uffici postali come presidi territoriali e servizi essenziali, specie per la popolazione più anziana. Il tutto si accompagna al drastico taglio delle cassette rosse per spedire la propria corrispondenza, spesso fatte semplicemente sparire senza essere rimpiazzate (almeno in parte) dalle "smart box" digitali di cui l'azienda aveva parlato, cassette intelligenti in grado di segnalare agli addetti, tramite sensori, se passare a svuotarle o no.
Visto il via libera del TAR, le Poste hanno quindi provveduto a tirare giù la saracinesca in cinque uffici del capoluogo. Continueranno a rimanere chiusi fino alla sentenza definitiva del Tribunale Amministrativo Regionale, dato il ricorso del Comune di Torino. Dopodiché saranno o chiusi definitivamente, se le Poste vinceranno la causa, oppure riaperti, se vincerà il Comune.
Per il momento, i cittadini della collina al di fuori di Torino possono però stare più tranquilli, visto che non sono previste chiusure di questo tipo nei piccoli centri.
Le cassette di Poste Italiane nelle grandi città
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