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11 Febbraio 2025 - 23:47
Il crepitio delle fiaccole rompeva il silenzio. Una lunga scia di luci tremolanti attraversava Via Gozzano, illuminando i volti segnati dalla commozione e dalla rabbia. La comunità di Venaria Reale si è stretta attorno alla memoria di Cinzia D’Aries, ennesima vittima di femminicidio, in una manifestazione sentita e dolorosa.
Striscioni carichi di dolore e determinazione sventolavano nel buio: "D’Amore non si muore", "Basta! Non è più tempo di stare in silenzio!".
Lunedì 10 febbraio, la cittadinanza, le istituzioni locali, le scuole, le associazioni e i sindacati si sono dati appuntamento per dire un fermo "no" alla violenza di genere. Un silenzio rispettoso avvolgeva i presenti, mentre i familiari di Cinzia, presenti e stretti nel dolore, ricevevano il calore della comunità.
Il parroco di Venaria, Don Gianni, ha aperto la cerimonia con una preghiera accorata: "Signore, la morte violenta di Cinzia ci addolora e ci paralizza nell'animo. Ti preghiamo affinché cessino gli atti di violenza sui corpi, sulle menti e negli animi delle donne. Dona a tutti noi il coraggio di non nasconderci dietro la comoda indifferenza, di non smettere mai di indignarci, per agire in difesa, protezione, sostegno e solidarietà di chi è vittima di soprusi e violenze fisiche e psicologiche."
Il Flash mob davanti all'abitazione di Cinzia
Il sindaco di Venaria, Fabio Giulivi, ha preso la parola con un discorso che mescolava dolore e necessità di azione: "Qualcuno dice che queste manifestazioni non servono, che non riportano in vita le vittime. Ma restare a casa, limitarsi a un messaggio sui social, serve ancora meno. Questi momenti di riflessione sono essenziali per guardarci in faccia e chiederci a che punto siamo arrivati. Per dire basta. Non possiamo piangere altre donne. Il pugno, lo schiaffo, l’occhio nero non sono amore. Bisogna denunciare. Bisogna attivare il Codice Rosso. Non possiamo piangere altre Cinzia."
Le istituzioni presenti, dal consigliere regionale Andrea Cerutti alla consigliera Paola Antonetto, hanno ribadito l’urgenza di intervenire culturalmente e socialmente. "Una sberla, un insulto non sono amore. Se un’amica ci confida di essere maltrattata, non possiamo voltare lo sguardo altrove", ha sottolineato Antonetto.
Daniele Valle, consigliere regionale del Piemonte, ha ricordato con una citazione l’importanza di riconoscere i segnali di una violenza che spesso si consuma nell’indifferenza: "Le famiglie felici si assomigliano tutte, mentre le famiglie infelici lo sono ciascuna a modo suo. Ogni coppia è un microcosmo, difficile da comprendere, ma dobbiamo imparare a cogliere i segnali di pericolo."
La serata si è chiusa con le parole di Rossana Schillaci, consigliera della Città Metropolitana, che ha lanciato un monito alla comunità: "Essere qui è una sconfitta per tutti noi. Non siamo stati in grado di cogliere i segnali di pericolo per Cinzia. Dobbiamo lavorare insieme, come comunità, per cambiare questa cultura che ancora oggi permette la violenza sulle donne."
La fiaccolata ha lasciato un segno, come il fuoco che bruciava lento tra le mani dei partecipanti. Un impegno collettivo per non restare in silenzio, per non dimenticare, per costruire un futuro dove nessuna donna debba più morire per mano di chi dice di amarla.
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