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Via Fantina: una vergogna a cielo aperto che la sindaca ignora

Un cartello fai-da-te denuncia l'abbandono della strada, mentre l'Amministrazione continua a ignorare le segnalazioni. Polemiche e accuse alla sindaca Piastra

Giorgio Zigiotto

Giorgio Zigiotto

Settimo Torinese: benvenuti in via Fantina, dove persino i cartelli raccontano il degrado dimenticato. “Attenzione! Pavimentazione dissestata, pericolo di inciampo”, recita un avviso affisso a un palo. Diretto, chiaro e – se non fosse tragico – persino ironico.

Peccato che quel cartello non sia un intervento del Comune, ma l’opera di un cittadino esasperato. Sì, perché chi dovrebbe garantire la sicurezza di tutti è evidentemente impegnato a gestire altre “priorità”, distanti anni luce da queste buche e marciapiedi disastrati. Qui, la sindaca Elena Piastra non ha tempo per queste “frivolezze”: rincorre visioni futuristiche, modelli di sostenibilità, cadreghe a Roma o Torino e, soprattutto, like su Facebook. È impegnata a raccontare “pezzi di città” che il mondo intero – a suo dire – ci invidia.

via Fantina

Eppure non servono grandi spiegazioni per cogliere la gravità della situazione. Basta abbassare lo sguardo. I marciapiedi sono un mosaico di crateri e dislivelli che sfidano chiunque a rimanere in piedi. Persone con problemi di mobilità? Anziani? Studenti? Poco importa, tutti sono costretti a giocare a “evita la caduta”. E non illudetevi che il problema sia limitato a un lato della strada: il panorama è identico anche sull’altro versante.

La fermata dell’autobus è la ciliegina sulla torta del disastro. Un luogo che dovrebbe essere sicuro per studenti e lavoratori, ma che invece, tra asfalto sconnesso e livelli da capogiro, somiglia più a un campo minato che a un punto di transito.

 “È un fatto grave. Ho segnalato più volte questa indecenza all’Amministrazione comunale, ma non è mai stato fatto nulla”. denuncia senza tanti giri di parole il consigliere comunale Giorgio Zigiotto.

Parole che pesano come macigni su un’Amministrazione che dovrebbe garantire almeno un minimo di decoro urbano. Ma chi si sorprende più?

Da anni si parla di “città del futuro”, di “progetti sostenibili”, di “innovazione”. Belle parole, peccato che la realtà sia ben diversa: via Fantina sembra uscita da un set post-apocalittico, dove l’unica competenza richiesta ai cittadini è l’equilibrismo. Che sia ora di inserire un corso comunale di “camminata sul filo” nei progetti per la città sostenibile?

E il cartello fai-da-te? Una provocazione dal sapore amaro. Mentre la sindaca Piastra continua a raccogliere like sui social per i presunti traguardi raggiunti, i cittadini si arrangiano come possono: avvisi, segnalazioni e, forse presto, anche cantieri autogestiti.

Del resto, chi si fida ancora di un’Amministrazione che inciampa – letteralmente – sui problemi quotidiani?

Insomma, via Fantina non è solo una strada: è la metafora perfetta di una gestione che promette tanto ma consegna poco. Sindaca Piastra, dobbiamo aspettare che qualcuno si faccia male seriamente per vedere un intervento? O forse il prossimo comunicato stampa ci spiegherà che le buche sono parte di una “innovativa strategia di mobilità inclusiva” o – perché no – un modo per tenersi in forma con il primo percorso di urban trekking della città?

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