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Cronaca
09 Dicembre 2024 - 12:09
La sindaca Elena Piastra
Quanti ricordano le proteste infuocate degli automobilisti contro l’autovelox sulla Statale 11, esplose nell’estate 2023?
C’era chi si lamentava per una sola multa e chi, tra l’incredulità generale, ne aveva collezionate addirittura quaranta, con importi da capogiro.
La vicenda, era finita, prima su "Diritto e Rovescio" la trasmissione di Rete4 condotta da Paolo Del Debbio e poi su "Zona Bianca", altra trasmissione di Rete4. Davanti alle telecamere si erano sfogati decine di uomini e donne multati e disperati.
Oggi arriva una sentenza destinata a far discutere. Il giudice Stefania Frojo del Tribunale di Ivrea, il 30 ottobre 2024, ha annullato una multa emessa per eccesso di velocità, ribaltando la decisione del Giudice di Pace che, con la sentenza 49/2024 pubblicata il 17 gennaio dello stesso anno, aveva respinto il ricorso presentato da un automobilista.
Si tratta di un caso che potrebbe aprire un varco nel già acceso dibattito sulla legittimità degli autovelox come strumenti di controllo.
Il dispositivo incriminato, installato tra Castiglione e Settimo Torinese, era diventato in pochi mesi il nemico pubblico numero uno. Tra settembre e ottobre 2023, aveva prodotto circa 10 mila verbali, svuotando i portafogli degli automobilisti e gonfiando le casse comunali.
Secondo il tribunale, però, l’autovelox non era e non è conforme alle normative: manca l’omologazione prevista dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La sentenza Frojo richiama la giurisprudenza della Corte di Cassazione, che distingue chiaramente tra "omologazione" e "approvazione".
"La Corte di Cassazione - scrive il giudice - ritiene che i procedimenti amministrazione di approvazione e omologazione non sono sovrapponibili ma distinti tra loro, sicché le apparecchiature solamente approvate non siano equiparabili a quelle omologate quali fonti di prova attendibili per la dimostrazione del rispetto, ovvero della trasgressione dei limiti di velocità...".
Un altro elemento chiave riguarda la firma del ricorso. Il Giudice di Pace aveva ritenuto invalido il documento per un presunto difetto formale, ma il Tribunale di Ivrea ha smentito questa tesi. Il ricorso, firmato da Mario Gatto dell’associazione Globoconsumatori ODV, è stato giudicato regolare.
Insomma, un doppio schiaffo al Comune, che rischia di vedere annullate molte altre sanzioni emesse con lo stesso dispositivo.
Questa sentenza arriva in un contesto già carico di polemiche.
Il 2023 è stato, in Italia, l’anno d’oro delle casse comunali, gonfiate come mai prima d’ora grazie alle multe stradali. Parliamo di un incasso da capogiro: 1,535 miliardi di euro, un aumento del 6,4% rispetto al 2022 e addirittura del 23,7% rispetto al 2019.
Un boom che non si può certo spiegare solo con l’aumento dei prezzi delle sanzioni legato all’inflazione. Il vero protagonista è stato l’esplosivo aumento dei controlli e l’invasione degli autovelox, disseminati ovunque come funghi.
Anche Settimo Torinese, sotto la guida della sindaca Elena Piastra – soprannominata “Miss Preferenza” per il suo trionfale 75% alle ultime elezioni – ha beneficiato di questa manna dal cielo.
Nel 2023, il Comune ha incassato oltre 2,1 milioni di euro dalle sanzioni, di cui ben 1.047.476 euro per eccesso di velocità.
La sentenza Frojo non solo annulla una multa, ma potrebbe aprire un pericoloso precedente per il Comune di Settimo Torinese, che ora rischia un bagno di sangue per le sue casse.
Il silenzio dell’amministrazione, che non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali dopo la decisione del tribunale, è assordante.
La domanda è inevitabile: quanti altri automobilisti seguiranno l’esempio e presenteranno ricorso? Una cosa è certa: la partita è appena iniziata, e per il Comune di Settimo Torinese, il conto potrebbe essere salatissimo.
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