AGGIORNAMENTI
Cerca
Chiaverano
05 Novembre 2024 - 11:48
Marta Miolo, 29 anni, e il marito 32enne, Pietro Ganni
A Santo Stefano di Sessano, una piccola borgata immersa nella natura del Canavese, sta per nascere un progetto che intreccia amore, tradizioni e cultura. Si chiama Ansema, che in piemontese significa "insieme", ed è l’ambiziosa visione di Marta Miolo, 29 anni, e il marito 32enne, Pietro Ganni, una giovane coppia che ha deciso di dedicare la propria vita e il proprio lavoro a una missione speciale: valorizzare le erbe spontanee e creare uno spazio condiviso che unisca la comunità.
L’idea di Ansema nasce quasi per caso, come un germoglio spontaneo. Marta e Pietro si sono conosciuti all’università di Scienze Gastronomiche e lì, tra lezioni e progetti, hanno scoperto di condividere la stessa passione per la cucina botanica e le erbe selvatiche. Un’attrazione che li ha portati a collaborare in iniziative locali, a fondare un’associazione chiamata Erbass – termine piemontese che significa "erbaccia" – e a progettare eventi territoriali che, nel tempo, hanno coinvolto ristoratori, agricoltori, botanici ed esperti locali tra il Canavese e il Biellese.
Nel 2023, Marta e Pietro hanno scelto di sposarsi nella chiesetta di Santo Stefano, un luogo dal forte valore simbolico immerso nel verde. Durante una delle loro passeggiate, scoprirono l’edificio di un ex bar abbandonato, un luogo che li ispirò immediatamente. Da lì, immaginarono un progetto che superasse la semplice attività commerciale, sognando di dare vita a un “ristoro bioculturale” che diventasse punto di riferimento per la comunità e la natura circostante.
Ansema non sarà solo un ristorante. Marta e Pietro intendono trasformarlo in un centro di cultura e socialità, offrendo una cucina legata al territorio e alle erbe selvatiche, ma anche laboratori di riconoscimento delle piante, lezioni di cucina tradizionale e progetti sociali. La loro cucina si ispirerà alla natura e alle stagioni: Marta sfornerà dolci semplici come le torte di mele, mentre Pietro sperimenterà gelati al rosmarino in estate e caldarroste in autunno. In questo modo, Ansema diventerà uno spazio in cui i sapori, i saperi e le storie della gente locale saranno protagonisti.
L'ambizioso progetto non è privo di sfide. Per trasformare l’ex bar in un locale accessibile e accogliente, Marta e Pietro hanno lanciato una raccolta fondi su Produzioni dal Basso, piattaforma italiana di crowdfunding per iniziative sociali. L'obiettivo è raccogliere 20mila euro entro la fine del 2024, denaro che servirà a ristrutturare gli interni, eliminare le barriere architettoniche e rendere Ansema accessibile a tutti. Le donazioni permetteranno anche di supportare i lavori necessari per rendere il locale sicuro e funzionale, un luogo dove la comunità possa ritrovarsi e partecipare a progetti di inclusione e valorizzazione del territorio.
Marta Miolo, 29 anni
Pietro Ganni, 32 anni
Il percorso non è stato sempre facile. L’apertura di un’attività del genere ha richiesto un lungo iter burocratico e organizzativo, tra permessi e ristrutturazioni. Eppure, Marta e Pietro hanno trovato il supporto di molti cittadini e associazioni di Chiaverano, che hanno offerto collaborazione e sostegno. La comunità locale, infatti, sembra aver accolto il progetto con grande entusiasmo, vedendo in Ansema una possibilità di rinascita e di valorizzazione del proprio territorio.
Non è solo un sogno personale per Marta e Pietro, ma un’eredità familiare che entrambi portano nel cuore. Marta è cresciuta in una famiglia dedita all’agricoltura biologica e ha sempre sentito forte il legame con la terra e le sue stagioni, un richiamo che l’ha portata a voler condividere queste conoscenze con gli altri. Pietro, dal canto suo, ha radici nella Valle Cervo, dove i nonni gli hanno trasmesso l’arte di raccogliere le erbe spontanee. Questo patrimonio di conoscenze e di legami con la natura si riflette in ogni dettaglio di Ansema, un luogo che, nelle loro intenzioni, diventerà un simbolo di riappropriazione culturale e ambientale.
La visione di Marta e Pietro è chiara: tra cinque anni, Ansema sarà un punto di ritrovo per chiunque voglia riscoprire la cultura gastronomica e le tradizioni locali. Sarà un rifugio per chi ama la natura e il cibo semplice, uno spazio aperto a eventi culturali e progetti che diano valore al territorio e alle sue peculiarità. In attesa di poter inaugurare il ristoro, previsto per la primavera 2025, la coppia ha deciso di organizzare un incontro per coinvolgere la comunità nel progetto.
L'appuntamento è per questa sera, martedì 5 novembre, dalle 17:30 alle 19:00, nella sala dell'ecomuseo di Chiaverano. Sarà un’occasione per conoscere Ansema, scambiare idee e, naturalmente, degustare vin brulé e pum brulé, offerti dai giovani proprietari.
Così, tra impegno, passione e un forte senso di appartenenza al territorio, Marta e Pietro sono pronti a costruire Ansema: un progetto che nasce dall’amore per la loro terra, dalla volontà di unire le persone e dal desiderio di creare qualcosa di bello per la comunità. E mentre la campagna di crowdfunding raccoglie il sostegno di chi crede in loro, il sogno di Santo Stefano di Sessano si avvicina sempre più alla realtà.
Chi volesse aiutare Marta e Pietro nella realizzazione del progetto, può farlo donando cliccando QUI
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.