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Torino, un'oasi di cemento: 91° posto nella classifica delle città più naturali

Il capoluogo piemontese dimostra che il cemento, purtroppo, vince sulla biodiversità

Torino scivola al 91° posto: più cemento che natura, che sorpresa!

Torino scivola al 91° posto: più cemento che natura, che sorpresa!

Isernia, Belluno e Savona: tre città italiane apparentemente distanti per geografia e caratteristiche, ma accomunate da un importante riconoscimento. Sono infatti ai primi tre posti della classifica delle città più naturali d'Italia, stilata dalla 3Bee, la nature-tech company impegnata nella tutela della biodiversità. In occasione della Giornata Mondiale dell'Habitat 2024, 3Bee ha promosso il concetto di Nature Positive, con l'obiettivo di generare un impatto positivo e attivo sugli ecosistemi.

La classifica è stata elaborata grazie alla nuova Environmental Digital Platform di 3Bee, una piattaforma innovativa che permette a imprese e municipalità di analizzare i propri impatti sulla natura e sviluppare una strategia climatica personalizzata. Attraverso dati satellitari e sofisticati algoritmi, questa tecnologia fornisce un quadro dettagliato dello stato della biodiversità urbana in Italia, evidenziando la necessità di strategie basate su dati scientifici per preservare l'integrità degli ecosistemi.

Il parametro MSA_LU: un indicatore della biodiversità urbana

La classifica di 3Bee si basa sul parametro MSA Land Use (MSA_LU), un indicatore che misura l'abbondanza media delle specie in relazione all'uso del suolo e l'impatto delle attività umane sull'ambiente. Il parametro MSA varia da 0 a 1, dove 1 rappresenta un'area in cui la biodiversità è intatta e non influenzata dalle attività umane, mentre 0 indica una zona completamente antropizzata e priva di integrità ecologica.

In questo contesto, 3Bee ha utilizzato un sottoparametro, l'MSA_LU, che tiene conto specificamente dell'uso del suolo. Grazie all'integrazione di dati satellitari e alla vasta esperienza dell'azienda, è stato possibile definire con precisione le categorie di uso del suolo per ciascuna città.

Le città più naturali d’Italia

Sul podio della classifica delle città più naturali d’Italia troviamo Isernia, Belluno e Savona, tutte con un valore di MSA_LU superiore a 0.9. Queste città godono di un'elevata copertura vegetale e di una bassa antropizzazione, che contribuiscono al mantenimento di una ricca biodiversità. A seguire, con valori di MSA_LU intorno allo 0.89, ci sono L'Aquila e Ascoli Piceno, che beneficiano della vicinanza rispettivamente al Parco nazionale del Gran Sasso e al Parco nazionale dei Monti Sibillini. La presenza di vasti parchi naturali e habitat complessi favorisce una diversità significativa di specie.

Tra le prime dieci città in classifica, con un MSA_LU compreso tra 0.85 e 0.87, figurano anche Pistoia, Reggio Calabria, Lucca, Massa e Messina. Queste città, situate in aree costiere o montane, mantengono una notevole biodiversità grazie alla varietà di habitat e alla significativa presenza di vegetazione.

Le grandi città: un quadro critico

Se le città medio-piccole emergono per la loro capacità di preservare la biodiversità, lo stesso non si può dire per le grandi città italiane, che mostrano significative criticità in termini di gestione ambientale. Milano, con un MSA_LU di 0.43 e posizionata al 98° posto, è una delle città che soffre maggiormente la cementificazione e la scarsità di aree verdi. La mancanza di copertura vegetale riduce drasticamente la resilienza ecologica del capoluogo lombardo.

Roma, nonostante i suoi numerosi parchi storici, si ferma al 66° posto con un valore di MSA_LU pari a 0.57. L'espansione urbana incontrollata e la frammentazione degli habitat penalizzano la capitale, limitando la capacità di sostenere una biodiversità ricca e variegata.

Torino, con un deludente 91° posto e un MSA_LU di 0.47, rappresenta una delle città con le maggiori difficoltà nel preservare l'integrità degli ecosistemi urbani. L'urbanizzazione intensa e la cementificazione riducono la biodiversità, e la gestione delle aree verdi, se trascurata, potrebbe aggravare ulteriormente la situazione. A seguire, in classifica troviamo Napoli e Catania, che condividono problemi simili.

La piattaforma di monitoraggio di 3Bee

Uno dei punti di forza della classifica 3Bee è l'uso della Environmental Digital Platform, la prima piattaforma mondiale di monitoraggio della biodiversità. Questo strumento tecnologico innovativo è stato selezionato per essere presentato alla COP16 di Cali, un evento internazionale interamente dedicato alla biodiversità che si terrà dal 21 ottobre al 1° novembre 2024. In questo contesto, 3Bee avrà l'opportunità di mostrare l'efficacia della sua piattaforma nella gestione dei rischi ambientali e nella pianificazione strategica.

La piattaforma, sviluppata in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), nasce per rispondere alle nuove esigenze normative che impongono alle imprese di misurare e rendicontare il proprio impatto su natura, biodiversità e clima. In particolare, la Direttiva CSRD e gli standard internazionali come l'ESRS E4 e il GRI 101 richiedono un approccio strutturato alla gestione dei rischi legati agli ecosistemi.

Grazie alla piattaforma 3Bee, imprese e amministrazioni locali possono ottenere un'analisi dettagliata della propria dipendenza dai servizi ecosistemici e dei rischi connessi all'impatto ambientale. La piattaforma assegna punteggi di rischio su quattro aree chiave: il Nature Impact Risk, che valuta la resilienza ai cambiamenti climatici, il Nature Dependencies Risk, che misura la dipendenza dai servizi ecosistemici, il Climate & Physical Risk, che analizza l'impatto delle attività su habitat ad alta biodiversità, e infine il Biodiversity Risk, che monitora l'impatto complessivo sugli ecosistemi naturali.

In conclusione, la classifica di 3Bee non è solo un elenco di città virtuose, ma un invito a riflettere sull'importanza di strategie climatiche e ambientali solide e basate su dati scientifici. Isernia, Belluno e Savona ci dimostrano che è possibile mantenere un equilibrio tra urbanizzazione e conservazione della biodiversità, mentre le grandi città italiane come Torino devono ancora affrontare sfide significative per preservare i propri ecosistemi.

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