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Ivrea

La pensilina è tornata! Ma i bus continuano a fare strike

Dopo mesi di discussioni e incidenti, la pensilina è tornata al suo posto

Massimiliano De Stefano

Massimiliano De Stefano

Alla fine è risorta, come l'Araba Fenice. Eccola lì, di nuovo al suo posto, come se il tempo non fosse mai passato.

È la pensilina o tettoia, quella che un autobus della linea Vita si era portato via con la stessa delicatezza di un tornado. È tornata dove la ricordavamo, identica a prima. Davanti all'ex stazione ferroviaria come se nulla fosse successo.

Ultimo capitolo di una tragicommedia eporediese, fatta di colpi di scena tipici della peggiore soap opera.

Il consigliere comunale Massimiliano De Stefano, con ironia, non ha perso tempo a sottolineare l’evento sui social.

Con il suo inconfondibile mix di sarcasmo e rassegnazione, ha sentenziato: "Habemus pensilina!".

Un post che, come prevedibile, è diventato subito virale.

Ebbene sì, "Habemus pensilina!" dopo mesi di interminabili dibattiti infiniti, battibecchi e accuse.

Una piccola vittoria, potremmo dire, se non fosse che il problema non è mai stato davvero la pensilina.

Quella, poverina, è stata infatti solo una delle vittime della solita gestione caotica che, in pochi mesi, ha causato ben quattro incidenti.

I celebri 100 autobus della linea Vita, introdotti per collegare Ivrea e Aosta, si sono rivelati più distruttivi di quanto ci si aspettasse: oltre alla pensilina, sono finiti contro un muretto, un cordolo e, per poco, non ci è scappato pure il morto su uno scooter.

Il problema è che lì non c'è spazio, al massimo uno "spiazzo". Troppi pochi metri per le manovre.

Ci sarebbe il Movicentro, costruito apposta per gestire il vai e vieni di autobus, ma a Palazzo han deciso di non utilizzarlo e non si è ancora capito il perché. O meglio, sindaco e assessori han sempre detto che si perderebbero la bellezza di (guai a chi ride) 7 minuti.

Sette minuti. Meno di quanto occorre per un caffè al volo.

"Cosa saranno mai 7 minuti per un viaggiatore rispetto alla sicurezza?" si domanda, con evidente esasperazione, De Stefano. E, francamente, è difficile non dargli ragione.

Quattro incidenti in nove mesi son numeri che parlano da soli.

Tant’è! Il ritorno della pensilina? Consideriamolo una toppa messa su una falla ben più grande.

Certo, possiamo consolarci all’idea che chi aspetta l’autobus ora almeno potrà evitare di bagnarsi sotto la pioggia, ma il bilancio resta amaro.

"Quattro incidenti in nove mesi sono troppi" insiste De Stefano, lanciando un monito che ha il sapore di una profezia.

Sette minuti... Chissà se, nei piani alti, qualcuno si degnerà mai di rifletterci sul serio… prima del prossimo incidente.

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