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Torino
14 Settembre 2024 - 17:40
Proseguono le tensioni al parco del Meisino - la riserva naturale estesa tra i comuni di Torino e San Mauro Torinese - che questa volta sfiorano le aggressioni fisiche. Era già successo a fine luglio che tra i cittadini, riuniti nel Comitato “Salviamo il Mesino”, e i rappresentanti delle istituzioni, trovatisi all’ex galoppatoio abbandonato per un sopralluogo on-site - tra l’erba incolta dell’abbandonata “cascina malpensata” - proprio per un confronto con i cittadini sui prossimi interventi previsti, gli attriti mancassero poco per diventare conflitto. L
’oggetto di contesa, da più di un anno a questa parte, è sempre lo stesso: la destinazione d'uso del parco. Nel mirino di una maxi-opera di riqualificazione dal valore complessivo di 11,5 milioni di euro, grazie ai fondi Pnrr.
Così all’accesso dei mezzi al cantiere, lunedì scorso, gli addetti ai lavori hanno trovato la strada sbarrata: circa in trenta si sono fisicamente opposti all’ingresso dei camion e delle ruspe per l’inizio dei lavori che renderanno il luogo la casa del nuovo “Parco dello sport e dell’educazione ambientale”. Lavori ufficializzati lo scorso 6 settembre, ma mal digeriti da molti residenti. Sia Digos in tenuta antisommossa che agenti della polizia sono dovuti intervenire per scongiurare il peggio e sedare i cittadini mobilitati che, in ogni caso, sono rimasti davanti al cantiere a strenua difesa della riserva naturale, impedendo l’accesso degli operai. Il progetto, infatti, non ha mai convinto il Comitato, che sin dal suo annuncio si è attivato con una petizione che oggi conta più di 10mila firme.
«E’ stato definito un programma di gestione dell’intervento che rispetta l’identità della riserva, tutelandone la biodiversità molto più di quanto si faccia oggi», ha rassicurato l’assessore al Verde pubblico di Palazzo di Città Francesco Tresso.
Ma i cittadini non sono convinti e il Comitato continua nelle sue manifestazioni pubbliche. L’ultima questo sabato pomeriggio, in piazza Modena, cui farà seguito il presidio di domenica 15 settembre. «Quest’area fa un lavoro vitale per la nostra stessa sopravvivenza - rivendicano i manifestanti con megafono -. Filtra atmosfera, rilascia ossigeno, in un luogo in cui l’area ormai è irrespirabile. Continueremo ad opporci!», avvertono.
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