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Il caso

Proteste al Parco del Meisino: "la riserva naturale è a rischio"

Proteste attorno all'opera di riqualificazione da 11 milioni e mezzo, che coinvolgerà anche la "cascina malpensata"

Proteste al parco del Meisino

Proteste al parco del Meisino

“Adesso è tardi per coinvolgerci, il progetto è già stato approvato". "Vergognatevi, è una presa in giro!”, sono solo alcune delle tante voci cittadine che si levano dal parco del Meisino. Per l'esattezza dall’area dell’ex-galoppatoio militare, anche noto come "cascina malpensata", luogo da anni abbandonato a sé stesso e covo dei disperati.

Le proteste si rifanno più vive che mai in occasione del sopralluogo che nei giorni scorsi ha visto riunite due commissioni consiliari torinesi, e gli assessori al Verde Francesco Tresso, allo Sport Domenico Carretta, di fronte a una platea di almeno un centinaio di persone.

Lo scopo: comunicare lo stato dell'arte dei lavori. Si tratta di un’opera, quella che include anche il tanto bersagliato “Parco dello sport e dell'educazione ambientale”,  da 11 milioni e mezzo - ex Pnrr - che, tra le altre cose, darà finalmente un utilizzo alla cascina. Lo scotto, per i cittadini, è però troppo grosso: l'intervento mette a rischio la riserva naturale, ne compromette l'incredibile biodiversità soprattutto in termini di avifauna. Lo ripete da tempo il Comitato salviamo il Meisino che in questa occasione non poteva mancare. 

La riqualificazione dell'ex galoppatoio e le zone umide

L'opera include la riqualificazione dell'edificio, ex poligono di tiro abbandonato dal 2011, lasciandone intatta la sagoma e le relative murature. Gli spazi interni saranno adibiti ad attività di didattica ambientale e servizi. La stalla laterale verrà recuperata e le mura esterne prevalentemente rifatta.

Nelle zone umide, quelle più bisognose di tutela, non ci sono interventi previsti se non di rinaturalizzazione. Nessun intervento invasivo, quindi, ma ci si limiterà alla riqualificazione della struttura, hanno rassicurato gli uffici tecnici. 

"Ci sarà un regolamento, che stiamo modulando insieme ad Ente parco, che prevederà una limitazione degli accessi - aggiunge Tresso.- Alle aree umide potranno accedere non più di 25 persone alla volta, tutela che oggi ovviamente non c'è".

Mura pericolanti dell'ex galoppatoio

Le proteste

Parole che non tranquillizzano la cittadinanza: "vogliamo la garanzia che la pista da pump track - tra le attività sportive previste dal nuovo parco per gli amanti delle acrobazie su mountain bike - non abbattano alberi sani", lamenta ad esempio una signora in risposta. "Lo sport si adatti alla natura e non viceversa", continua.

Lo conferma anche il vicepresidente dell'organizzazione Pro natura animali - Pan - Roberto Piana: "quest'area non ha nulla a che vedere con gli impianti sportivi. Il suo "abbandono", in realtà, ha fatto sì che alcune specie trovassero un posto tranquillo per nidificare", puntualizza.

Ad arricchire la discussione che a un certo punto si fa più accesa nei toni, e le incalzanti domande dei partecipanti, anche alcuni "meme" improvvisati, affissi sui cancelli dell'ex galoppatoio. Uno raffigura un Lo Russo distruttore del Parco in barba alle belle parole, un altro una nuovissima specie non autoctona ospitata dal parco: "mimmosauro palustre".

Meme sull'assessore allo Sport Mimmo Carretta

Meme sul sindaco di Torino Stefano Lo Russo

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