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La polemica
24 Agosto 2024 - 10:49
La riflessione potrebbe sembrare surreale, purtroppo non lo è. Tutto tremendamente vero!
Domanda? Perché in città l'erba cresce indisturbata come se fossimo in una riserva naturale piuttosto che in un centro urbano? Bene, la risposta ufficiale finalmente è arrivata, ed è di quelle che lasciano a bocca aperta.
Lo spiega l'assessore Alessandro Raso con un lungo post sui social. Con dovizia di particolari ci dice che la situazione è frutto di un piano ben studiato e voluto. Tutta strategia, minuziosi ragionamenti, profondi sentimenti ....
Quest'anno, infatti, si è deciso di “modificare” il modo in cui si taglia l’erba nelle aree pubbliche. Non con qualche leggera revisione, ma con una vera e propria rivoluzione verde a "carico" dei cittadini
In parole povere, l'Amministrazione comunale paga 850 mila euro per... non tagliarla.
Avete capito bene. Quasi un milione di euro per mantenere i prati più folti e selvaggi che mai.
Sembra di stare a Zelig! Dateci un pizzicotto. Diteci che non è vero. Che si è sbagliato. Che quel post l'ha scritto un avatar. Diteci che non è lui l'assessore competente. Insomma qualcuno lo fermi, lo tiri per la giacchetta, gli chieda quanto fa due più due e quanti due ci vogliono per arrivare a 850 mila euro.... Lo ripetiamo 850 mila eurooooooooooooo.....
Ora, cerchiamo di comprendere le nobili motivazioni dietro questa scelta. L’assessore ci parla di un "sfalcio ridotto", una tecnica che lascia l'erba più alta in alcune zone per creare un habitat favorevole agli insetti impollinatori (api, vespe, silfidi, falene e coleotteri) e migliorare le caratteristiche del suolo.
La svolta "green" sarebbe da segnalare al WWF, se non fosse che falene e coleotteri ringraziano ma i parchi somigliano sempre più a foreste pluviali e i marciapiedi sono diventati impraticabili.
L'intenzione, naturalmente, è delle migliori, ma forse, prima di intraprendere questa crociata per il benessere ambientale, sarebbe stato saggio considerare anche l'usabilità degli spazi pubblici per i comuni mortali.
Sarà anche lodevole l'idea di creare un ambiente più naturale, ma a quale costo?
A quanto pare, a discapito della vivibilità della città e della sicurezza dei cittadini. L'erba alta favorisce, infatti anche la proliferazione di insetti non impollinatori, a cominciare dalle zanzare creando un disagio non indifferente per chi vive nelle zone interessate.
L'amministrazione comunale guidata da Elena Piastra, inoltre, sembra aver dimenticato che il verde pubblico è anche un elemento estetico, un servizio per quei cittadini che hanno scelto di vivere in città e non in campagna.
Una rivoluzione "verde" che cerca di sconfiggere il buco dell'ozono e il riscaldamento climatico partendo dalle aiuole, con tutto il verde, i boschi e i parchi che dovrebbero essere gestiti in Italia e nel mondo, fa ridere i polli, oltre alle falene...
Parchi e giardini ben curati sono luoghi di aggregazione, di svago e di attività fisica.
Trasformarli in zone incolte significa privare la comunità di spazi vitali.
Ma non finisce qui. Le gare d’appalto sono state suddivise in tre parti: una per il semplice taglio dell’erba, una per le aree che richiedono interventi più puntuali, come le aiuole, e una per le potature degli alberi.
Questa suddivisione, sulla carta, sembra un'idea sensata. Tuttavia, nella pratica, si traduce in situazioni alquanto bizzarre. Se il ramo di un albero pericolante non viene potato mentre la squadra è sul posto, non è perché sono distratti o pigri, ma semplicemente perché... non è di loro competenza. Deve arrivare la squadra giusta, un po' come nella barzelletta dei ferrovieri di qualche decennio fa: uno guarda, l'altro dà ordini e uno lavoro... Nel frattempo, quel ramo continuerà a pendere minacciosamente sopra le teste di chi ci passa sotto.
E non è tutto. Alcune aree con l'erba alta, come via Schiapparelli, via Fratelli Cervi, o via Milano, sono private e non è compito dell’amministrazione comunale tagliare l’erba lì.
Il Comune può solo invitare "cortesemente" i proprietari a intervenire, e se questi non lo fanno, forse arriverà un’ordinanza. Ma, si sa, i tempi della burocrazia sono lunghi, e nel frattempo, l'erba continuerà a crescere rigogliosa.
Che poi quei proprietari potrebbero sempre rispondere a Raso che sono più rivoluzionari di lui in fatto di verde e col cavalo che si metteranno mai a tagliare l'erba ...
Sul piatto altro non resta che la nota dolente: la rivoluzione verde ci costa 850 mila euro per stare fermi. Ed è evidente che non staremmo qui a polemizzare se la verità fossi stata un'altra. Della serie: quest'anno di soldi nel verde non ce ne mettiamo, evviva la natura... L'avremmo capita e probabilmente anche appoggiata, ma così non è.
In attesa di vedere i tanto attesi benefici di questa strategia, qualcuno potrebbe anche suggerire a chi di dovere di dimettersi o quanto meno di riflettere sul fatto che, forse, non tutti sono pronti a vivere in una giungla urbana.
Si potrebbe optare per un approccio che coniughi rispetto per l’ambiente e decoro urbano, senza sacrificare né l’uno né l’altro? Fino ad allora, meglio armarsi di pazienza e, per chi può, di un buon decespugliatore!
L'invito all'assessore Raso di rivedere le sue scelte e rimettere al centro delle sue politiche il benessere dei cittadini, pare ovvio.
L'esperimento della "giungla urbana" è fallito...
È ora di tornare alla ragione e di garantire alla città la cura e l'attenzione che merita.
Il lunghissimo post di Alessandro Raso:
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