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La polemica

ll mistero dell'erba alta a Settimo Torinese: 850 mila euro per... non tagliarla? Il fallimento di Piastra e Raso

In un lungo post su Facebook l'assessore ha spiegato che cosa sta succedendo e c'è da ridere a crepapelle...

l mistero dell'erba alta a Settimo Torinese: 850 mila euro per... non tagliarla? Il fallimento di Piastra e Raso

La riflessione potrebbe sembrare surreale, purtroppo non lo è. Tutto tremendamente vero!

Domanda? Perché in città l'erba cresce indisturbata come se fossimo in una riserva naturale piuttosto che in un centro urbano? Bene, la risposta ufficiale finalmente è arrivata, ed è di quelle che lasciano a bocca aperta.

Lo spiega l'assessore Alessandro Raso con un lungo post sui social. Con dovizia di particolari ci dice che la situazione è frutto di un piano ben studiato e voluto. Tutta strategia, minuziosi ragionamenti, profondi sentimenti ....

Quest'anno, infatti, si è deciso di “modificare” il modo in cui si taglia l’erba nelle aree pubbliche. Non con qualche leggera revisione, ma con una vera e propria rivoluzione verde a "carico" dei cittadini 

In parole povere, l'Amministrazione comunale paga 850 mila euro per... non tagliarla.

Avete capito bene. Quasi un milione di euro  per mantenere i prati più folti e selvaggi che mai. 

Sembra di stare a Zelig! Dateci un pizzicotto. Diteci che non è vero. Che si è sbagliato. Che quel post l'ha scritto un avatar. Diteci che non è lui l'assessore competente. Insomma qualcuno lo fermi, lo tiri per la giacchetta, gli chieda quanto fa due più due e quanti due ci vogliono per arrivare a 850 mila euro.... Lo ripetiamo 850 mila eurooooooooooooo.....

Ora, cerchiamo di comprendere le nobili motivazioni dietro questa scelta. L’assessore ci parla di un "sfalcio ridotto", una tecnica che lascia l'erba più alta in alcune zone per creare un habitat favorevole agli insetti impollinatori (api, vespe, silfidi, falene e coleotteri) e migliorare le caratteristiche del suolo. 

La svolta "green" sarebbe da segnalare al WWF, se non fosse che falene e coleotteri ringraziano ma i parchi somigliano sempre più a foreste pluviali e i marciapiedi sono diventati impraticabili.

L'intenzione, naturalmente, è delle migliori, ma forse, prima di intraprendere questa crociata per il benessere ambientale, sarebbe stato saggio considerare anche l'usabilità degli spazi pubblici per i comuni mortali.

Sarà anche lodevole l'idea di creare un ambiente più naturale, ma a quale costo?

A quanto pare, a discapito della vivibilità della città e della sicurezza dei cittadini. L'erba alta favorisce, infatti anche la proliferazione di insetti non impollinatori, a cominciare dalle zanzare creando un disagio non indifferente per chi vive nelle zone interessate.

L'amministrazione comunale guidata da Elena Piastra, inoltre, sembra aver dimenticato che il verde pubblico è anche un elemento estetico, un servizio per quei cittadini che hanno scelto di vivere in città e non in campagna. 

Una rivoluzione "verde" che cerca di sconfiggere il buco dell'ozono e il riscaldamento climatico partendo dalle aiuole, con tutto il verde, i boschi e i parchi che dovrebbero essere gestiti in Italia e nel mondo, fa ridere i polli, oltre alle falene...

Parchi e giardini ben curati sono luoghi di aggregazione, di svago e di attività fisica.

Trasformarli in zone incolte significa privare la comunità di spazi vitali.

Ma non finisce qui. Le gare d’appalto sono state suddivise in tre parti: una per il semplice taglio dell’erba, una per le aree che richiedono interventi più puntuali, come le aiuole, e una per le potature degli alberi.

Questa suddivisione, sulla carta, sembra un'idea sensata. Tuttavia, nella pratica, si traduce in situazioni alquanto bizzarre. Se il ramo di un albero pericolante non viene potato mentre la squadra è sul posto, non è perché sono distratti o pigri, ma semplicemente perché... non è di loro competenza. Deve arrivare la squadra giusta, un po' come nella barzelletta dei ferrovieri di qualche decennio fa: uno guarda, l'altro dà ordini e uno lavoro... Nel frattempo, quel ramo continuerà a pendere minacciosamente sopra le teste di chi ci passa sotto.

E non è tutto. Alcune aree con l'erba alta, come via Schiapparelli, via Fratelli Cervi, o via Milano, sono private e non è compito dell’amministrazione comunale tagliare l’erba lì.

Il Comune può solo invitare "cortesemente" i proprietari a intervenire, e se questi non lo fanno, forse  arriverà un’ordinanza. Ma, si sa, i tempi della burocrazia sono lunghi, e nel frattempo, l'erba continuerà a crescere rigogliosa.

Che poi quei proprietari potrebbero sempre rispondere a Raso che sono più rivoluzionari di lui in fatto di verde e col cavalo che si metteranno mai a tagliare l'erba ...

Sul piatto altro non resta che la nota dolente: la rivoluzione verde ci costa 850 mila euro per stare fermi. Ed è evidente che non staremmo qui a polemizzare se la verità fossi stata un'altra. Della serie: quest'anno di soldi nel verde non ce ne mettiamo, evviva la natura... L'avremmo capita e probabilmente anche appoggiata, ma così non è. 

In attesa di vedere i tanto attesi benefici di questa strategia, qualcuno potrebbe anche suggerire a chi di dovere di dimettersi o quanto meno di riflettere sul fatto che, forse, non tutti sono pronti a vivere in una giungla urbana.

Si potrebbe optare per un approccio che coniughi rispetto per l’ambiente e decoro urbano, senza sacrificare né l’uno né l’altro? Fino ad allora, meglio armarsi di pazienza e, per chi può, di un buon decespugliatore!

L'invito all'assessore Raso di rivedere le sue scelte e rimettere al centro delle sue politiche il benessere dei cittadini, pare ovvio.

L'esperimento della "giungla urbana" è fallito...

È ora di tornare alla ragione e di garantire alla città la cura e l'attenzione che merita.

Il lunghissimo post di Alessandro Raso:

Perché quest’anno abbiamo scelto di modificare in parte il modo di tagliare l’erba nelle aree pubbliche? Le motivazioni sono varie, e penso sia il caso di provare a fare un po' di chiarezza. Quest’anno sono terminati i quattro anni della gara del verde (2020-2024), che aveva stabilito quale impresa avrebbe provveduto alla manutenzione delle nostre aree verdi.
Al momento di decidere i criteri per la nuova gara, abbiamo preferito operare delle scelte, politiche ed ambientali, leggermente diverse da quelle adottate in precedenza, che provo a spiegare in questo post. È bene sapere che non tutte le aziende che operano nel verde hanno le stesse competenze, per questo motivo abbiamo scelto di suddividere la gara in tre parti diverse, una per il semplice taglio erba, una per le aree che richiedono interventi più puntuali e con attrezzature più piccole, come per esempio le aiuole, ed una gara per alberature e le potature. Questo è il motivo per cui quando a volte i cittadini ci chiedono “mentre sono passati per l’erba, gli operatori non potevano anche potare quel ramo?”, dobbiamo rispondervi che se ne occupa un’altra squadra…semplicemente perché fa parte di un appalto differente.
Un altro aspetto per noi fondamentale è quello di aver scelto di guardare all’ex d.lgs.n.112/2017, e di dare un punteggio più alto alle aziende che favoriscono l’inserimento delle categorie svantaggiate di lavoratori, in modo da favorire l’integrazione di personale con differenti abilità e dare loro la dignità e l’indipendenza tipica del mondo del lavoro.
C’è da dire infine che in questi quattro anni è maturata una differente coscienza ambientale, (non solo a Settimo ovviamente, ma anche nelle grandi città a noi vicine, come Torino e Milano), che ci ha portato a decidere, con il supporto dei nostri agronomi, di applicare il cosiddetto “sfalcio ridotto”, che consiste nel mantenere l’erba più alta in alcune zone, creare un habitat migliore per gli insetti impollinatori, migliorare le caratteristiche del suolo e migliorare l’assorbimento degli inquinanti presenti nell’aria, ma anche di mantenere la base dell’erba sempre umida, in modo da evitare di avere distese di erba “bruciata” dal sole.
Per questo motivo abbiamo deciso di inserire alcune varianti, che sinteticamente si possono riassumere così:
1) La città avrà delle zone a taglio differenziato partendo dai sette tagli all’anno nelle aree urbane, arrivando ai tre tagli dei grandi parchi cittadini (parco Ossola e Castelverde su tutti) e delle aree più esterne, non rientranti propriamente nel contesto fortemente urbanizzato.
2) Nelle medie e grosse distese d’erba di queste ultime, procederemo solo alla profilazione dei bordi, per consentire la visibilità stradale e per non avere erba che dall’area verde invade i marciapiedi. In questo modo le aree saranno pronte nel giro di pochi cicli vegetativi per ospitare le nuove piantumazioni in progetto, dato che i benefici dell’erba umida si ripercuotono anche sulle radici degli alberi di nuovo impianto.
3) Abbiamo definito la procedura per gli sfalci e le bordure delle strade, partiranno a brevissimo ed entreranno a regime in breve tempo.
Dove possiamo migliorare? Possiamo ancora migliorare moltissimo, l’impresa che ha vinto il nuovo bando, ha imparato poco per volta a conoscere la nostra città e sta recuperando tutte le aree pubbliche, magari più nascoste e quindi non tagliate nei primi passaggi.
Abbiamo individuato delle zone dove è preferibile non applicare il taglio nei soli bordi, magari perché le aiuole sono molto strette e non avrebbe senso mantenere pochi mq di erba alta.
Possiamo migliorare sul primo taglio e sulla scelta di operare la tecnica del mulching, ossia la tecnica che prevede di lasciare sul posto la prima erba tagliata, per farla trasformare in fertilizzare naturale e per far depositare i semi in modo più uniforme. In alcuni casi l’erba tagliata era troppo lunga, ma confido che con il passare dei mesi miglioreremo anche sui tempi.
Voglio solo chiarire un ultimo aspetto importante. In questi giorni, proprio qui sui social abbiamo visto apparire molte foto di aree con erba molto alta (cito per esempio via Schiapparelli, via Fratelli Cervi, via Milano), ma tengo a precisare che la maggior parte di quelle aree sono private. In questo caso l’amministrazione non può far altro che invitare la proprietà ad intervenire (non possiamo spendere soldi pubblici per tagliare l’erba a casa di un privato, a meno che l’erba non causi pericolo, come per esempio impedire la visibilità stradale), e nel caso questo non avvenga, fare un’ordinanza e provvedere al taglio a carico del privato, procedura che presenta comunque qualche difficoltà. Ci attiveremo a brevissimo organizzando alcuni incontri con gli amministratori di condominio e con i proprietari di spazi agricoli privati posti in aree urbanizzate, per spiegare loro che intendiamo adottare un approccio diverso, e che è bene riiniziare ad intervenire nella pulizia delle proprie aree, come noi ci dobbiamo impegnare a migliorare nella cura di quelle pubbliche.
Ci stiamo approcciando ad un nuovo modo di operare, e come tutte le novità, anche questa richiede qualche tempo per entrare a regime, ma sono sicuro che noteremo presto i primi benefici, ricordando che l’ultima piovosissima primavera non ha aiutato nella gestione dell’erba, ma ha contribuito per esempio a far rinascere alcuni tratti dei nostri rii.
Grazie per la pazienza (per chi è arrivato al fondo di questo lunghissimo post) e grazie per le eventuali osservazioni o critiche che vorrete fare. Buona giornata a tutt*
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