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Eporedia Futura
09 Luglio 2024 - 08:00
Andrea Cantoni con il Patriarca di Costantinopoli
Su una rubrica come la mia, in un articolo sulla Festa Patronale di San Savino come questo, ci si potrebbe aspettare qualche considerazione sull’organizzazione, sul numero delle carrozze, sulla qualità delle iniziative collaterali o qualche critica alla gestione della viabilità da parte dell’Amministrazione.
Invece, quest’anno, intendo concentrarmi principalmente sull’evento che ha maggiormente connotato questa edizione, peraltro non previsto né gestito dall’Amministrazione: Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli ha, infatti, onorato la nostra Città e tutti i suoi abitanti, accettando l’invito di S.E.R. Mons. Edoardo Cerrato, il nostro Vescovo, compiendo una visita a Ivrea e partecipando a numerose iniziative pubbliche legate alle celebrazioni di San Savino.
Io ho avuto la fortuna e l’onore di passare due giorni a stretto contatto con Sua Santità e non posso che vedere in questa visita un enorme dono. Chiunque abbia partecipato al momento di preghiera nella chiesa di S. Ulderico e ascoltato la prolusione del Patriarca sarà stato colpito dalle profonde riflessioni spirituali e morali di Bartolomeo I, che ha destinato particolare attenzione a tematiche di stretta attualità come i conflitti bellici in atto e la crescente sensibilità verso l’ambiente naturale.
Certamente io non sono titolato a farne un riassunto o un’analisi, ma si è trattato di un vero e proprio inno alla pace, alla moderazione e al contrasto ai fondamentalismi, tanto religiosi quanto ideologici.
E questo tipo di consapevolezza – dobbiamo dircelo chiaramente – è di assoluta importanza per i tempi in cui viviamo, dal momento che il confronto e il dialogo sembrano, alle volte, non essere ricompresi nella vita politica locale, in cui qualche esternazione altisonante e giornalisticamente accattivante viene preferita all’approfondimento e alla serietà.
La presenza di Sua Santità ha anche contribuito a incrementare notevolmente rispetto agli ultimi anni il numero dei partecipanti alla processione del sabato mattina, al termine della quale è stata celebrata la Santa Messa in una cattedrale gremita.
Per questo motivo, all’unisono, dobbiamo ringraziare Mons. Cerrato per aver contribuito più di qualsiasi Amministrazione o organizzatore, elevando notevolmente il livello della Festa Patronale. Perché, sebbene alle volte sembriamo dimenticarcene, le celebrazioni in onore del Santo Patrono sono innanzitutto un momento dall’innegabile connotazione religiosa, spesso trascurata a favore della fiera equina, comunque di fondamentale importanza, posto che, a livello nazionale, viene considerata seconda solo a quella di Verona.
Nonostante lo scorrere del tempo, è fondamentale che una Comunità sia capace di riconoscersi e incontrarsi in simili occasioni, che ne rappresentano la storia e, inevitabilmente, il futuro.
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