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Ivrea
28 Giugno 2024 - 17:01
Fiorentino, 87 anni, da 34 trapiantato a Ivrea. Ha vissuto la guerra e ricorda ancora il passaggio delle truppe in avanzata e in ritirata. Poi la crisi del petrolio, la crisi del 2008, infine il Coronavirus, una cosa diversa, inaspettata, traumatica.
Emiliano Ricci in città lo conoscono tutti. Gestisce, anzi no, ha gestito la Caritas per 14 anni e lo ha sempre fatto con amore, passione e, soprattutto, con cervello. E diciamo “ha gestito” non foss’altro che non la gestisce più. Ha passato il testimone al diacono Fiorenzo Bianco, 63 anni, di Banchette.
“Era il mio vicedirettore - ci dice - Lascio il testimone a chi è più giovane di me. Un’organizzazione come questa, che cresce di continuo, richiede prestanza fisica e psichica, nuove idee, stimoli e modi di approcciare i problemi. La Caritas per me è stata un’esperienza totalizzante. Il mio servizio di diaconato l'ho messo al servizio dei poveri che bussano alla nostra porta. Tutto ciò che ho fatto l'ho fatto per andare incontro a loro, per colmare i vuoti lasciati dagli enti istituzionali, che spesso incontrano grandi difficoltà nello svolgimento del loro lavoro. In ogni caso, non è che uscendo da qui mi metto a far niente. Mi dedicherò a un altro settore nella Chiesa finché le forze me lo consentiranno. Potrebbe essere la pastorale della salute…”
È bene dire che in questi ultimi 10 anni gli assistiti dalla Caritas dell’eporediese sono passati da 500 a 2.600 e, nell'intera Diocesi, coperta da 14 Caritas interparrocchiali, sono assistite più di 2.100 famiglie, con un totale di oltre 4.600 persone. Questo ha significato molti piumini caldi, pacchi alimentari e sostegni economici per il pagamento delle bollette. Alla Caritas fanno anche riferimento alcuni alloggi destinati all'emergenza abitativa.
“Ringrazio il vescovo - ci dice - per le parole di ringraziamento spese nei miei confronti e colgo l'occasione per ringraziare quanti in tutti questi anni hanno lavorato al mio fianco. Grazie agli 80 volontari senza cui non saremmo riusciti a lavorare.”
Inutile star qui a girarci intorno, Ricci, con la sua pacatezza e il suo realismo nello snocciolare i numeri di un disastro che cresce ogni giorno sempre di più, ci mancherà.
Emiliano Ricci alla cena di Natale dei poveri
Ci stupì anche nell’aprile dello scorso anno con una lettera ai giornali scritta con il cuore. “Il volontariato - scriveva - è un’immensa risorsa che supplisce egregiamente in tanti settori ove l’ente pubblico, o pseudo tale, non è presente o non riesce, per lungaggini burocratiche, leggi e leggine, lacci e laccioli o condizionamenti politici, a essere presente nei tempi e nelle misure adeguate alle necessità. Il volontario non si aspetta alcuna gratitudine, ma è gratificato dall’opera stessa che svolge per il prossimo: è sufficiente come premio l’essere riuscito a risolvere, almeno in parte, i problemi che gli sono stati presentati…”
Grazie Ricci per tutto ciò che sei riuscito a dare e a fare…
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