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Ivrea, la città delle gallerie

Vicolo dell’Orso, collegamento parzialmente sotterraneo tra Piazza Nuovo Quartiere Vittorio Emanuele (Piazza Ferrando, per gli amici) e Via Arduino

vicolo dell'orso

Vicolo dell'orso

La città delle gallerie: questo potrebbe essere uno dei tanti nomi di Ivrea, se solo non avessimo il Carnevale, l’Olivetti e i versi del Carducci a fornire alternative decisamente più gradevoli.

Esistono infatti, disseminati sotto tutto il centro storico, molteplici cunicoli, oggigiorno crollati o sigillati, simboleggianti i numerosi secoli di storia che ci hanno anticipati.

Questa, però, non è una rubrica a tema storico e oggi intendo soffermarmi su una galleria percorribile, seppur con qualche difficoltà, da chiunque e in qualsiasi giorno dell’anno.

Si tratta di Vicolo dell’Orso, collegamento parzialmente sotterraneo tra Piazza Nuovo Quartiere Vittorio Emanuele (Piazza Ferrando, per gli amici) e Via Arduino.

Il nome suggestivo e, per certi versi, quasi fiabesco, non risulta essere così inappropriato, dal momento che, percorrendolo, può dare effettivamente l’idea di essere in uno zoo. Non perché si vedano animali, sia chiaro, eccezion fatta per qualche topo annoiato, ma perché di animali e di esseri umani si sente, con gli occhi e soprattutto con il naso, il “passaggio”.

Ho sempre trovato questo angolo di Ivrea particolarmente piacevole, a condizione che non vi si transiti nel periodo di Carnevale, in cui, ancor più del solito, funge da vespasiano per coloro che non riescono a sopportare la coda per i servizi pubblici mobili.

Chi scrive vi passa quasi giornalmente e può garantire, come chiunque vi sia passato anche poche volte, che è spesso rifugio di ragazzi che, lontani da occhi indiscreti, possono compiere qualche marachella, i cui resti – anche pericolosi, come le bottiglie di vetro rotte – “impreziosiscono” il ciottolato fino alla successiva – e sporadica – pulizia.

Ma se fosse solo un posto sporco potremmo, forse, solo indignarci e suggerire di prestarvi maggiore attenzione, dal momento che molte altre aree della nostra Città sono vittime di incuria, a dir poco.

Il vero problema, oltre a quanto appena descritto, riguarda la sicurezza. Si tratta, infatti, di spazi poco visibili e scarsamente (quando va bene! Nda) illuminati.

Non so quale possa essere il livello degli impianti di videosorveglianza posti nella zona, sempre che ve ne siano, e sarà indubbiamente un tema a cui verrà dedicata un’interpellanza durante il Prossimo Consiglio Comunale, anche se il timore è che ci sentiremo dire un’altra volta che l’unica azione preventiva per contrastare la delinquenza è l’integrazione e l’educazione dei giovani, ammettendo quindi di fatto che i meno giovani siano delinquenti irrecuperabili (anche se, se la memoria non m’inganna, era proprio questa Maggioranza a sbandierare il proprio interesse per la Casa Circondariale come luogo di riabilitazione e di recupero dalla criminalità).

Si aggiungerebbero, inoltre, le criticità strutturali della galleria in sé: attraversando il varco nei giorni di pioggia ci si troverà infatti a fare lo slalom tra le pozzanghere formate dall’acqua che cade dai mattoni dell’arco, che fa ipotizzare la presenza di qualche infiltrazione dal manto stradale del soprastante Corso Cavour.

Insomma, ringraziamo il nostro Storico Carnevale, la famiglia Olivetti e il Carducci per aver permesso a questa Città di essere conosciuta per tante altre belle cose e non per le sue gallerie: ne avremmo fatto una figura decisamente peggiore!

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