Cerca

La Voce degli Animali

Quattro cuccioli di cane vengono abbandonati ma il canile li salva: "Serve aiuto"

Ancora una storia sconvolgente da Barbania: l'appello dei gestori del rifugio

I cuccioli abbandonati

I cuccioli abbandonati

Ancora una volta, ancora in Canavese: quattro cuccioli sono stati abbandonati nei giorni scorsi in Canavese. A prendersene cura, dopo aver avuto notizia dell'abbandono, la Casa del Cane Vagabondo di Barbania.

"Quando si cerca di essere positivi, sperando che con il nuovo anno le vecchie (ma soprattutto brutte) abitudini si perdano per strada... succede sempre qualcosa che ci fa tornare alla realtà. Eccola la realtà... 4 cucciolotti di appena 2 mesi, abbandonati come se niente fosse! I puffettini hanno bisogno di essere seguiti e di essere rimessi in sesto, successivamente si valuteranno le migliori adozioni per loro" ha scritto il canile canavesano su Facebook.

Che ha anche organizzato una raccolta fondi su Amazon per prendersi cura dei cagnolini: "Se volete aiutarci abbiamo aggiornato la nostra WishList con cibi e medicinali a posta per questo batuffolini. (Link : https://www.amazon.it/hz/wishlist/ls/1GGU33E1XH68S...)".

Il post con la richiesta di donazione

Immediata la reazione dei "follower" del rifugio: tantissime sono state le donazioni negli scorsi giorni.

La Casa del Cane Vagabondo aiuta dal 2013 gli animali in difficoltà. Avevamo raccontato la sua storia in un nostro articolo del 9 gennaio. Nella Casa sono ormai presenti circa cento cani e trenta cavalli. Patrizia, qui, tiene in piedi la struttura da dieci anni, anche se il suo percorso di vita assieme agli animali comincia molto prima. “Avevo un rifugio a Lauriano Po - ci diceva - venticinque anni fa. Poi, nel 2013 ci siamo trasferiti qui”.

Prima di mettere in piedi quella struttura, Patrizia, che è torinese doc, ha gestito per venticinque anni un’attività di abbigliamento a Borgaro Torinese assieme alla mamma. “Mi piaceva, ma sono sempre stata una che soffriva a stare al chiuso” ci diceva la donna. 

A Lauriano, quella che Patrizia aveva aperto doveva essere una semplice pensione per cani. “Mai più - commentava Patrizia - sospettavo che un giorno avrei aperto un rifugio. Poi sono stati i Comuni stessi a chiedermi di cominciare un’attività di cattura e custodia degli animali”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori