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19 Gennaio 2023 - 10:12
Fiocco
Di storie così, si sa, ne esistono tante. Purtroppo. Di cani maltrattati sentiamo parlare praticamente ogni giorno. Vicende di una crudeltà che non si stenterebbe a definire assurda, fuori da ogni limite. Fiocco, il cane di cui parliamo oggi, arriva da una vicenda di questo tipo.
Ha dieci anni, e dal 2019 scorrazza libero per i prati della Casa del Cane Vagabondo di Barbania. Di razza maremmano, Fiocco ha un pelo bianco e lungo da cui spunta il nero degli occhi (profondissimi) e del naso. Qui alla Casa del Cane Vagabondo ha trovato l'amore di Patrizia Ceccarelli, la proprietaria di questo rifugio per cani che da dieci anni è un punto di riferimento per gli animali di mezzo Canavese.
Patrizia con i cani della Casa del Cane Vagabondo
Nel 2019 Fiocco fu sequestrato a Corio per maltrattamenti. Dopo il dissequestro, il cane è poi diventato del rifugio. Ora cerca una casa e qualcuno disposto a farlo correre a destra e a manca, proprio come fa nel rifugio. "Questi - spiega Patrizia Ceccarelli - sono cani che purtroppo hanno sofferto molto".
Questo non significa che siano difficili da educare o che, una volta adottati, diventino dei pesi. "C'è spesso - conferma Patrizia - l'idea per cui il cane cucciolo si educa, mentre l'adulto no. Ma non è vero". Basti pensare che Fiocco è arrivato al rifugio tre anni fa, quando di anni ne aveva sette, e dalla naturale diffidenza nei confronti degli esseri umani (che aveva conosciuto nella loro veste peggiore) è passato a fare le feste a chiunque si addentri nel rifugio.
Fiocco ed Elettra
Certo, "quando gli animali arrivano da un sequestro - spiega Patrizia - ne vedono di cotte e di crude...". Come anche Elettra, di taglia più piccola e dal pelo nero, che ha ancora un po' di diffidenza nei confronti degli esseri umani, ma che parrebbe essersi ambientata tra gli altri cani.
Anche lei arriva da un sequestro effettuato nel 2019. Per entrambi la Casa del Cane Vagabondo cerca persone sportive che possano assecondare la loro voglia di stare all'aperto e di muoversi. Chissà che qualcuno non si faccia vivo.
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