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Da Ivrea a Vimercate per continuare a lavorare? Questi lombardi sono fuori di testa!

25 dipendenti del call center rischiano di rimanere senza un lavoro ...

Comdata, Digid, Ivrea

Ivrea. Lavoratori Comdata a rischio

Cose da pazzi o, se si preferisce, cose di un altro mondo. Ed è un pianeta in cui i datori se ne sbattono altamente delle condizioni famigliari e economiche dei lavoratori. Qui è anche peggio, considerando che il menefreghista è la Regione Lombardia attraverso ARIA Spa (la società che si occupa degli acquisti), cioè un ente pubblico. 

Il dito è puntato su alcuni servizi di call center, di cui si è occupata e ancora si occupa Comdata. C’è stato un bando, Comdata lo ha perso e Aria ha affidato il “lavoro” ad una nuova azienda, la Digid. 

Morale? Ci sono 25 dipendenti che in teoria dovrebbero passare da un’azienda all’altra, con delle garanzie, sul luogo di lavoro e sullo stipendio. Nella pratica stanno trovando molto lungo come è venuto chiaramente fuori  all’incontro del 4 dicembre scorso, tra il Comune, Comdata Spa, sindacati e Digid Spa.

Per farla breve, quest’ultima si è presentata al tavolo con una bomba. Tra i vincoli contrattuali “inderogabili” imposti da Aria, stando a quel che ha raccontato, ci sarebbe la sede di lavoro in Lombardia.  

E Digid non ha nessun problema ad assumere tutti i lavoratori a patto che da Ivrea si rechino a lavorare ogni giorno a Vimercate. Cioè a 142 km di distanza con la A4, due ore per andare e due ore per tornare e 60 euro per pedaggio e benzina...  

“Peccato - stigmatizzano i sindacati  - che durante tutto il primo incontro nulla di tutto ciò sia stato ventilato. Possibile che Digid non conoscesse ciò che prevede il capitolato di gara? Possibile dichiarare con tale leggerezza e superficialità che la soluzione sia percorrere più di 200 km al giorno per andare a lavorare?”.

Digid ha proseguito, in modo sempre più paradossale, ipotizzando una tipologia di lavoro “ibrido” con al max 2 giorni in smart. 

Sottolineiamo “ipotizzato” in quanto non è stata ancora verificata con Aria. 

“Qualora fosse vero... - lamentano i sindacati -   riteniamo grave che un committente pubblico, consapevole di dove è stato svolto il lavoro fino ad ora, vincoli, pena la rescissione del contratto di appalto, alla presenza in sede. La commessa Aria è sempre stata svolta in modalità agile e con ottimi risultati da parte degli operatori. Ravvediamo, pertanto, in questo irrigidimento un pretesto e una scusa per aggirare la clausola sociale e avere mano libera ad assumere lavoratori con condizioni diverse e senza esperienza, abbassando così le competenze e la qualità di un servizio pubblico.

Le Organizzazioni Sindacali ribadiscono che l’unica strada corretta nei cambi appalto è l’applicazione della clausola sociale nel rispetto dei diritti, salari e delle vita dei lavoratori. 

“Questo implica - concludono  - il riconoscimento di tutti gli aspetti normativi, salariali e territoriali che tutelano i lavoratori... La Regione Lombardia, in quanto soggetto pubblico, deve farsi garante e promotore del rispetto dei lavoratori e delle norme da parte delle aziende che gestiscono i suoi appalti, elementi che non riscontriamo nell’RTI aggiudicatario..”.

Il Comune di Ivrea si è impegnato a farsi promotore di un’interlocuzione con la Regione Lombardia per approfondire quanto emerso al tavolo di discussione. Lo farà cercando di far aprire un tavolo con le due Regioni (Piemonte e Lombardia) anche attraverso il consigliere regionale Alberto Avetta e l’assessora regionale al lavoro Elena Chiorino.

“L’incontro - commenta l’assessora Gabriella Colosso che era presente - doveva avere un respiro trasversale sulla situazione che si sta vivendo nelle telecomunicazioni con particolare riguardo ai 100 dipendenti Comdata passati da una precarietà lavorativa a una precarietà esistenziale. S’aggiunge l’impoverimento del territorio.  La discussione ha preso un taglio diverso quando Digid ha dichiarato che esistevano dei vincoli contrattuali inderogabili, da parte del committente Aria e che lo smartworking  si può fare al massimo per 1 o 2 giorni. Una doccia fredda per tutti. E sono 25 vite a rischio di licenziamento per clausole sociali non applicate e  obblighi mai conosciuti prima e che a pochi giorni dalla proroga  suonano difficili da contrastare o impugnare. Non possiamo permettere che ogni cambio di appalto si trasformi in lavoro ancora più precario e come Amministrazine comunale faremo tutto quello che ci è possibile fare...”.

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