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Eporedia Futura
07 Novembre 2023 - 15:06
Il mese di novembre ha sempre significato, per me, un vero e proprio momento di transizione nel corso dell’anno: l’inverno comincia a preparare il proprio arrivo, mentre una serie di ricorrenze religiose e laiche ci riportano inevitabilmente indietro nel tempo, con la complicità di un clima che spesso mostra la propria rigidità.
Credo raramente alle coincidenze e, ancor più in questo caso, non mi sorprende affatto che la fine della Grande Guerra sia arrivata proprio in questo periodo, permettendoci di celebrare l’Unità nazionale e le forze armate il quattro di novembre.
Ricordo come fosse ieri le parole che pronunciai durante un mio intervento da Consigliere Comunale di Borgofranco qualche anno fa, di fronte al monumento ai Caduti che ricordava il nome di un soldato venuto a mancare quasi esattamente all’età che avevo al tempo. Un misto di commozione, tristezza e riconoscenza, ma soprattutto quest’ultima, mi rendeva difficile l’eloquio.
Purtroppo ho sentito più volte criticare questa ricorrenza in nome della pace, calpestando inevitabilmente il sacrificio di ha permesso, come la maggior parte della storiografia oggi ritiene, la vittoria della cosiddetta quarta guerra d’Indipendenza. Il Grappa, il Piave, i Ragazzi del ’99 non sono solo propaganda da Peppone e Don Camillo, ma il vivido ricordo di chi, con la Patria nel cuore, ne ha permesso l’esistenza.
E proprio qui si giunge al punto più complicato della situazione: riesco a comprendere chi, forse con un po’ di ingenuità, ripudi indiscriminatamente tutte le guerre, senza distinzione alcuna, ma non posso condividere questo ragionamento indubbiamente semplicistico.
Si badi bene, la pace deve essere l’obbiettivo e non solo un’aspirazione, ma, come in ogni condizione complessa, non si può ragionare per frasi fatte e proclami puri d’intenti ma effimeri e irrealistici.
Così come dobbiamo onorare – e continueremo a farlo – il sacrificio di quegli Uomini che, oggi come ieri, danno la vita a difesa della nostra libertà, dobbiamo avere la lucidità e il coraggio di comprendere che, pur con tutte le sfumature della realtà, il bene e il male esistono, anche se le atrocità della guerra possono annebbiare le nostre viste e confonderci le idee.
Le recenti vicende politiche eporediesi hanno purtroppo manifestato evidentemente questo tipo di fenomeno.
Il lutto mi ha tenuto lontano dalle commemorazioni ufficiali e non ho potuto ascoltare l’orazione del Sindaco.
Mi auguro, e in questo confido, che non si sia limitata all’equiparazione tra Austriaci e Italiani, in perfetto stile De André.
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