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Migrazioni

Altri migranti in arrivo nelle Valli di Lanzo, e il territorio si chiede come fare

Nuovi arrivi a Chiaves e a Viù: si tratta di famiglie con figli o di coppie

I migranti scesi a Bari dalla Geo Barents

I migranti scesi a Bari dalla Geo Barents

A Monastero di Lanzo sono in cinquanta, mentre a Viù sono una decina, anche se potrebbero arrivarne altri presto. Sono i migranti che nei giorni scorsi sono approdati nelle Valli di Lanzo, inviati dalla prefettura che sta affrontando da mesi l'emergenza migratoria. Nei mesi scorsi, venti persone erano arrivate all'hotel Piemonte di Lanzo.

A Monastero, 340 abitanti, i migranti, tendenzialmente persone da sole e non famiglie, hanno alloggiato in un palazzo privato in frazione Chiaves dato in gestione a una cooperativa.

Un'operazione di soccorso della nave Support Life di Emergency

A Viù, invece, si trovano presso la struttura delle Suore di Sant'Anna, dove opera in affitto la cooperativa torinese Liberi Tutti. La cooperativa aveva partecipato al bando della prefettura con cui dava la propria disponibilità all'accoglienza di cinquanta persone.

Per ora, nel paese della Valle di Viù sono arrivate soprattutto famiglie e coppie che affronteranno il percorso di accoglienza previsto dalla normativa. Intanto, i sindaci di tutta Italia iniziano a segnalare a gran voce alcune mancanze nel sistema di accoglienza.

Sindaci contro il Viminale

È infatti dei giorni scorsi i battibecco tra l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) e il Ministero dell'Interno, che aveva definito "surreali" le proteste dei sindaci in merito ai processi di accoglienza, ritenuti da diversi Comuni (guidati sia dal centrodestra che dal centrosinistra) improvvisati ed emergenziali.

Tant'è che i sindaci hanno chiesto a più riprese un tavolo di incontro al Viminale. Proposta, manco a dirlo, bocciata clamorosamente. Intanto gli arrivi non cessano: da gennaio ad agosto 2023 sono circa 105mila, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022, quando erano stati 51mila.

Da Torino alla provincia

Insomma, l'emergenza c'è, e anche a Torino, dove i nuovi arrivati vengono concentrati nell'hub di prima accoglienza di via Traves, a Torino. 

"Da lì i richiedenti asilo vengono smistati nei 9974 posti dei centri di accoglienza del Piemonte, ben 2600 in più rispetto a un anno fa, dei quali 4511 sono nel Torinese - ha detto ieri il viceprefetto vicario Michele Lastella a La Stampa -. Stiamo lavorando per garantire ospitalità a tutti come prevede la normativa nazionale ed europea".

Ma sono in molti, tra gli amministratori locali, a sollevare dubbi e perplessità: come si farà, si chiedono sindaci e presidenti regionali, ad accoglierli tutti in maniera appropriata? Dove li metteremo? Nelle Valli di Lanzo la situazione non è di emergenza, ma anche qui non mancano i problemi.

"Siamo aree interne perché abbiamo difficoltà strutturali"

Uno di questi, già segnalato a Rocca e a Forno Canavese, riguardava le comunicazioni tardive della Prefettura ai sindaci. "Sicuramente le comunicazioni sono tardive - ci spiega il sindaco di Viù, Daniela Majrano -. Una volta che la Prefettura prende contatto con le cooperative, i sindaci vengono bypassati".

Una volta in cui i migranti arrivano, poi, c'è da affrontare tutto il resto. "C'è un problema di ordine sanitario - continua Majrano -. I medici che operano in Valle sono infatti già al completo, e se ci fossero dei bambini tra le persone arrivate qui ci sarebbe anche da pensare al problema dei pediatri, che qui sono i più carenti".

Il sindaco di Viù Daniela Majrano

Il sindaco parla anche di un problema nell'ingresso a scuola dei nuovi arrivati: "Le classi infatti non potranno essere modificate, perché sono già composte". Viù ha alle spalle già alcune esperienze di accoglienza. I penultimi ad arrivare erano stati i profughi dall'Ucraina, fra cui alcuni bambini ormai pienamente inseriti nel tessuto sociale del paese. 

"Ma siamo un'area interna - spiega ancora Majrano - proprio perché abbiamo delle difficoltà strutturali". E non mancano anche i commenti di chi, sui social, urla all'invasione con toni al limite del razzismo. Proprio per questo, la stessa sindaca è stata costretta a intervenire sui social per placare gli animi e tranquillizzare i concittadini.

In tanti vanno altrove

Va detto che per molti migranti l'Italia è un territorio di passaggio: sono in molti, infatti, a cercare di raggiungere la Francia attraverso la Val di Susa per aprirsi le porte di tutta Europa. Il regolamento di Dublino del 2013, però, impone loro di chiedere asilo nel paese di arrivo.

Questo scarica la responsabilità dell'accoglienza sui paesi del sud Europa: Grecia, Italia, Spagna. Da questi paesi, uomini donne e bambini partono per cercare fortuna attraverso le "rotte": la più nota, e anche la più pericolosa per i migranti, è quella balcanica, attraversata da centinaia di persone che rischiano lo scontro con i militari dispiegati ai confini macedoni, ungheresi, serbi, bulgari.

"Ci impegneremo ad accoglierli nel migliore dei modi"

Maurizio Togliatti, sindaco di Monastero di Lanzo

"L'avviso dalla prefettura c'è stato poco prima che arrivassero". Ce lo dice per telefono il giovane Maurizio Togliatti, primo cittadino di Monastero di Lanzo. Gli chiediamo se la gestione dei nuovi arrivato creerà problemi logistici: "Altri comuni hanno già ricevuto i migranti, e questa situazione potrebbe sicuramente creare dei problemi come ad esempio sul versante del trasporto".

Detto ciò "c'è una cooperativa che si occuperà di loro". Ciò detto, spiega ancora il primo cittadino, il Comune "si impegnerà ad accoglierli nel migliore dei modi, facendo anche capire alla popolazione lo stato di emergenza che in questo momento vige in tuta Italia".

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