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Il caso

La Prefettura spedisce 64 profughi all'ex Casa di Riposo canavesana

La struttura appartiene alla Curia, e perciò la Prefettura si è limitata a fare una telefonata al sindaco

Succede a Forno Canavese

Succede a Forno Canavese

A comunicare la notizia è il vicesindaco di Forno Canavese, Vincenzo Armenio, dopo che negli ultimi giorni i cittadini fornesi avevano visto arrivare i migranti all'ex Casa di Riposo del paese.

"I continui arrivi - ha scritto Armenio sui social - hanno portato i centri di accoglienza al collasso, la Prefettura ha indetto uno stato di emergenza e, immediatamente, le cooperative mettono a disposizione, della Prefettura stessa, i locali che gestiscono e che possono accogliere queste persone. Questo spiega perché nella nostra ex Casa di Riposo Alice sono arrivati i profughi. Il problema è che il tutto avviene senza una comunicazione e/o un incontro: la Prefettura di Torino ha fatto una telefonata al Sindaco giovedì sera, ma senza scendere nei dettagli". 

Sono 64 i profughi arrivati alla Casa, anche se i posti disponibili sarebbero solo 49.

La Prefettura comunica poco

Un problema già sottolineato qualche mese fa dal sindaco di Rocca, Alessandro Lajolo, che aveva avuto notizia dell'arrivo di una ventina di migranti solo quando questi erano arrivati in piazza Osella, la piazza centrale del paese. I commercianti glielo avevano detto con un colpo di telefono e lui era accorso.

Il vicesindaco di Forno, Vincenzo Armenio

Insomma, la Prefettura comunica poco o nulla coi sindaci e poi i primi cittadini devono far fronte, nel loro ruolo di "volti" dello Stato sul territorio, alle lamentele dei cittadini, talvolta spaventati dall'arrivo dei migranti. Ecco perché l'amministrazione fornese ha voluto lanciare ai concittadini un messaggio di tranquillità in merito alla situazione.

"È nostra intenzione - si legge nel comunicato - organizzare un incontro aperto a tutta la cittadinanza, invitando i referenti delle parti chiamate in causa, in modo che tutti possano ricevere le informazioni necessarie. Vogliamo solo ricordare a tutti voi, cari cittadini, che le persone, che da venerdì sera si trovano qui a Forno, non sono colpevoli della mal gestione toccata alla Casa di Riposo. Loro sono delle persone che, come tutti noi, hanno il diritto alla vita e di vivere liberi e sicuri".

La tormentata vicenda della Casa Alice

L'amministrazione ha poi speso due parole in merito alla tormentata vicenda della casa di riposo: "Comprendiamo il vostro malcontento - si legge - che esprimete e che riguarda il fatto di come è stata gestita la situazione della Casa di Riposo Alice: tante erano state le donazioni fatte dai cittadini fornesi e non, con la speranza di poter passare al momento opportuno gli anni della senilità".

Il comunicato dell'amministrazione fornese

Poi, purtroppo, la situazione della struttura è degenerata: "lo stabile non era più a norma per accogliere persone non autosufficienti e avrebbero dovuto iniziare i lavori per apportare i cambiamenti richiesti. Inoltre, i debiti continuavano ad aumentare e la Parrocchia aveva firmato una convenzione con la Cooperativa per cercare di avere qualche garanzia, ma non è servito a nulla: durante la pandemia la struttura è stata chiusa definitivamente".

L'amministrazione invita, però, a "tener ben presente che il Comune non ha mai avuto voce in capitolo sulle decisioni prese per la gestione e continua tutt’ora ad essere così: prima la struttura apparteneva alla Curia, poi la gestione è passata alla Cooperativa e a lei è rimasta. Ecco perché di fronte alla sua decisione l’Amministrazione non può far nulla, ma non perché non ha voluto occuparsene decidendo di voltarsi dall’altra parte".

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