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Rocca Canavese
30 Marzo 2023 - 21:04
QUando, attorno all'una meno un quarto di oggi, i commercianti del centro paese hanno alzato la cornetta per cercarlo, il sindaco di Rocca Canavese Alessandro Lajolo ha appreso la notizia: un pullman di ventisei migranti era appena arrivato nella centralissima piazza Osella.
I ragazzi erano stati scaricati lì. Alcuni erano scalzi, altri in ciabatte. Il pullman se n'era subito andato. Cinque minuti dopo aver appreso la notizia, Lajolo è corso in piazza. "Non ne eravamo al corrente - racconta Lajolo a La Voce - ma col mio vice Franco Balsamo mi sono subito premurato di recarmi sul posto per sincerarmi delle condizioni e della gestione dei migranti".
Pare che il pullman sia partito da Siracusa trasportando quei quasi trenta ragazzi e ragazze provenienti dalla Costa d'Avorio. "Non c'erano bambini, e apparentemente erano tutti maggiorenni" precisa Lajolo. Di quei ventisei, solo cinque avrebbero dovuto effettivamente raggiungere Rocca per essere affidati alla cooperativa Versoprobo, che gestisce uno spazio di accoglienza dedicato interamente alle donne migranti.
Cos'è successo con gli altri? Perché sono arrivati a Rocca? Domande che resteranno senza risposta. Alcuni di loro erano destinati a Torino, altri in val di Susa. "Mentre cercavamo di capirlo - ci racconta Lajolo - abbiamo dato loro dell'acqua e chiesto se avessero bisogno di cibo".
Alla fine, il pullman che aveva portato i ragazzi e le ragazze è tornato indietro. Ha ripreso i migranti che non avevano ancora trovato collocazione per portarli nei luoghi previsti dalla Prefettura. Intanto sul posto è intervenuta anche la Croce Rossa di Susa assieme alla Protezione Civile.
"Ringrazio la Prefettura, la Protezione Civile e la Croce Rossa - dice Lajolo - ma l'episodio di oggi fa riflettere sul fatto che l'emergenza migranti è un'emergenza che non si limita alle coste siciliane ma che riguarda tutto il paese. Per me non esistono migranti ma persone spaventate da aiutare, che spesso hanno storie terribili alle spalle. Noi vogliamo aiutarle, ma le istituzioni devono metterci in condizione di farlo. Io ero già pronto a mettere questi ragazzi nella nostra palestra, magari recuperando delle brandine".
Si è trattata, per Lajolo, di "una storia di vicinanza e di solidarietà". Una storia che, fortunatamente, si è risolta per il meglio.
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