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Sanità
24 Luglio 2023 - 14:08
anziano
Ecco la lettera del Sindaco di Leinì, Renato Pittalis, sulla questione del Capirone. Al centro della contesa, ormai da mesi, c'è l'insediamento di una casa di comunità al posto dell'attuale casa di riposo. Con il rischio, molto concreto, che alcuni ospiti debbano essere spostati altrove. Dove? Boh.
“In merito alla struttura RSA Capirone vorrei chiarire alcuni punti importanti della vicenda. Intanto, non è vero in nessun modo che il Capirone verrà chiuso. Per due motivi: primo, parte dell’attuale edificio diventerà Casa di Comunità, ovvero un servizio per tutti i cittadini, che avranno l’opportunità di effettuare esami ambulatoriali e visite diagnostiche e un presidio infermieristico operativo ventiquattro ore su ventiquattro, la presenza della Guardia Medica ed altri servizi che non è questa la sede per elencare. Secondo, l’obiettivo dell’Amministrazione è realizzare una nuova casa di riposo, in zona corso Stati Uniti, quindi non facendo venir meno il servizio ai cittadini, anzi ampliandolo in una struttura moderna che risponda alle attuali normative sanitarie e che offra garanzie dal punto di vista gestionale. Quanto al fatto che la sede individuata sia decentrata, è un’obiezione inconsistente: quella zona va bene per l’insediamento scuola media e non per la casa di riposo?
Non abbiamo mai parlato di chiudere la Casa di Riposo Capirone. Anzi, da quando ci siamo trovati come amministratori di fronte alla evidenza di carenze strutturali oltre alla mancanza di interventi rimandati da decenni ed il rischio di chiusura della struttura da parte dell’Asl, ci siamo domandati quale futuro garantire al Capirone e ai suoi ospiti. Se questa non fosse stata una nostra preoccupazione, non avremmo presentato in Regione Piemonte la richiesta di accreditamento – poi concesso - di altri 81 posti. 81 posti che sommati ai 30 attuali - di titolarità del Comune di Leini - permetteranno al nostro Ente Comunale di essere sempre coinvolto e decisivo nella gestione della nuova casa di riposo, oltre a poter contare su un consistente numero di ospiti, necessario per ammortizzare i costi di gestione di una casa di riposo moderna, con servizi adeguati alle nuove richieste e bisogni dell’utenza. Leini non perderà quindi un pezzo della sua storia. La nostra Amministrazione non ha mai voluto che ciò avvenisse: abbiamo lavorato proprio perché questa struttura così legata alla nostra comunità cittadina e al nostro territorio sviluppi ulteriormente la sua vocazione, così come è già successo nel corso degli anni, anche attraverso spostamenti di sede: il Capirone resta il Capirone anche in un altro luogo. Questa è la storia della istituzione Capirone. D’altra parte è comprensibile che se l’attuale struttura Capirone aveva poco più di 40 posti negli anni ’60, quando gli abitanti di Leini erano molti meno degli attuali, è naturale pensare nel 2023, con i residenti molto più che raddoppiati, a una nuova Casa di Riposo: le indicazioni della Regione prevedono una percentuale di posti in RSA pari almeno al 3% degli ultrasessantacinquenni residenti, che a Leini sono circa 4mila.
La gestione economica della casa di riposo non è in difficoltà a causa della chiusura dei nuovi ingressi.
In realtà, stando all’analisi dei dati economici, i risultati negativi della gestione della RSA sono legati essenzialmente alle problematiche strutturali dell’attuale sede e alla conseguente limitata disponibilità di posti letto che renderebbero possibili le economie di scala indispensabili per una gestione efficiente, oltre che alla scarsa attrattività per l’utenza. Ulteriori aggiustamenti e correttivi da aggiungersi a quelli che descriverò più avanti non possono essere efficaci, va invece perseguito un radicale mutamento della erogazione del servizio, raggiungibile mediante la realizzazione di una nuova RSA.
I nuovi ingressi non si effettuano da maggio 2023, ma, nonostante la lista di attesa superiore alle 20 persone, non si riesce a colmare la capienza, neppure dopo la riduzione dei posti disponibili per adeguarsi alla normativa della pandemia. In verità persone in lista d’attesa, contattate per entrare, hanno scelto di rimanere in lista e non accedere.
Non è vero che le scelte dell’Amministrazione sono improntate solo a criteri manageriali di tipo economico e che questa Amministrazione è contro le “famiglie del Capirone”. Comprendiamo le difficoltà degli ospiti e delle loro famiglie e siamo disponibili a qualsiasi azione sia materialmente possibile per annullarne o alleviarne il disagio: parleremo con le famiglie, quando il quadro cronologico degli interventi di realizzazione della Casa di Comunità sarà definito e lavoreremo insieme a loro per definire la puntuale soluzione migliore, per ogni singolo ospite. L’obiettivo di una struttura ridotta, ma regolarmente funzionante, nell’area non utilizzata dalla Casa di Comunità, è un impegno tangibile in questo senso.
La scelta di costruire una nuova RSA e di cogliere l’opportunità di avere sul territorio una Casa di Comunità, cioè un presidio sanitario fondamentale, è, invece, una questione di visione, di quale futuro vogliamo per i servizi di Leini, di quale sia il paese che immaginiamo nel futuro: c’è chi preferisce non cambiare nulla, sperando che il futuro ci sfiori soltanto e ci lasci da parte, poi c’è questa Amministrazione, che pensa e progetta servizi migliori per tutti i cittadini, per esempio favorendo la sostituzione di un poliambulatorio che non risponde più alle esigenze dei leinicesi con un presidio sanitario di altro livello, pensa a costruire una nuova casa di riposo, con posti riservati al Comune per i cittadini più deboli economicamente, cosa che si può fare in una struttura gestibile, al posto di una casa di riposo fatiscente che arranca ogni anno senza far quadrare i bilanci e che ha bisogno di ingenti quantitativi di risorse economiche pubbliche.
Non intendo solo i mille euro al giorno che i cittadini devono pagare per l’ordinario ma anche le diverse centinaia di migliaia di euro per le manutenzioni, ordinarie e straordinarie, per adeguare l’attuale Capirone e permettergli di restare operativo. Lavori che, senza considerare eventuali sostanziosi ampliamenti, comunque necessari in un’ottica di sostenibilità, non si potrebbero fare, anche avendone le risorse, in presenza degli ospiti. In un caso come nell’altro, un trasferimento, totale o parziale, sarebbe evidentemente necessario. Costruire la Casa di Comunità al posto dell’attuale Poliambulatorio? E’ impossibile per ragioni di spazio: nell’attuale configurazione la Casa di Comunità non avrebbe superfici sufficienti, cambiare configurazione all’edificio che ospita – fra altro – il Poliambulatorio attuale, cioè destinare tutti gli spazi attuali alla Casa di Comunità, è una strada non percorribile per assenza di alternative che diano le stesse garanzie dal punto di vista logistico e di tempestività d’intervento agli attuali occupanti (Croce Rossa e Protezione Civile, fra gli altri).
Non è vero, ancora una volta, che è questa Amministrazione a volere chiudere l’istituzione Capirone. A maggio 2020, in piena pandemia, la commissione ispettiva dell’Asl ha ritirato l’autorizzazione all’esercizio per la RSA, a causa di gravi carenze strutturali.
Sfido chiunque a dire che tali carenze fossero da attribuirsi a questa Amministrazione, insediatasi meno di un anno prima e già coinvolta in pieno nell’affrontare l’emergenza sanitaria. Per evitare il trasferimento degli ospiti abbiamo fatto tutto ciò che fosse in nostro potere: attuato alcuni interventi e definito un progetto per l’adeguamento della struttura in fasi successive. L’ASL ha accettato il nostro piano, restituendo l’autorizzazione ad operare, ma sub iudice per l’effettuazione degli interventi programmati. E così abbiamo evitato un primo trasferimento, proprio in un periodo in cui nelle RSA si moriva, e tanto, di Covid. E questo nonostante alcune delle persone che oggi definiscono il Capirone “un’eccellenza” minacciassero di denunciare tutti, Sindaco per primo, per sequestro di persona “perché non potevano visitare gli ospiti”.
Piuttosto che dire ai cittadini quello che fa comodo per scopi evidentemente pre-elettorali, dopo avere taciuto per un anno ed essersi astenute sulla delibera che ha concesso l’attuale edifico all’ASL, il 3 agosto 2022, bisognerebbe che alcune di quelle che amano definirsi forze politiche spiegassero a quegli stessi cittadini come sia stato possibile arrivare a questa situazione. Perdite sul Capirone, perdite sulla Piscina, debiti sulla Provana: poi però qualcuno viene a parlare di San Covid, perché non riesce a capacitarsi della nostra attività finalizzata allo sviluppo e al reperimento di finanziamenti (e non debiti), mentre altri, sicuramente più abili con le parole, ma molto meno con i fatti, lasciano andare le cose finché è troppo tardi per rimediare. La casa di riposo perde oltre 360mila euro all’anno. Per questo, in modo cosciente e coerente, abbiamo avviato una serie di progettualità per trovare una soluzione a questo dissanguamento economico che anche di fronte agli organi di controllo rischia di non risultare sostenibile e di fronte ai cittadini una sorta di spreco delle risorse pubbliche. Ciò anche a fronte del fatto che il Comune di Leini sta spendendo questo denaro anche per ospiti che sono divenuti leinicesi a seguito della richiesta di residenza nella nostra Casa di Riposo, tanto per smentire l’assunto tanto caro a qualcuno della “salvaguardia dei leinicesi”. È quindi ragionevole una gestione sociale ed economica di questo genere? A quanto sopra ci sarebbe da aggiungere che non è previsto che l’accesso ai servizi della struttura sia legato alla situazione patrimoniale o reddituale dell’ospite e della sia famiglia. Alla Casa di Riposo Capirone possono quindi esservi ospiti oggettivamente indigenti o familiari di persone con ingenti patrimoni, mobiliari e immobiliari, quindi ben capaci in realtà di pagare altre tariffe e non quelle contingentate e indistinte definite per l’accesso al Capirone.
Il Capirone di Leinì
Mi stupisce che quelle “forze politiche” che dicono di tutelare i molti anche a scapito dei pochi, questa volta facciano esattamente il contrario e, dopo aver dormito il sonno della ragione per un anno, si sveglino d’improvviso per strumentalizzare, a fini propagandistici, le difficoltà di famiglie e di persone fragili”.
I parenti degli ospiti, riuniti nel Comitato “Salvaguardiamo il Capirone” non ci stanno e lanciano un nuovo atto di accusa nei confronti dell’amministrazione comunale.
"Ci siamo avvicinati al Consiglio comunale di venerdì scorso con la speranza di ricevere quanto meno comunicazioni ufficiali sulla sorte del Capirone e dei suoi ospiti. Ci siamo ritrovati di fronte ad un sindaco che in apertura di Consiglio non aveva nulla da dichiarare al riguardo. Un silenzio eloquente…
Come Comitato abbiamo fatto presente le criticità di quella che l’Amministrazione definisce la sua visione (e solo di visione si tratta perché, al momento, di concreto non risulta nulla), facendo presente, tra l’altro, che dal Comune si era incorsi quanto meno in “un errore di valutazione”, ritenendo di poter disporre di un bene qualificato nell’elenco dei beni di proprietà comunale come indisponibile. Nel regolamento per l’assegnazione a terzi dei beni immobili di proprietà comunale, pubblicato sul sito comunale, si prevede che i beni del patrimonio indisponibile, ossia quelli destinati ai fini istituzionali e al soddisfacimento di interesse pubblici, possano essere dati in uso a terzi tramite concessione amministrativa e non possano essere sottratti alla loro destinazione d’uso. Tale classificazione smentisce anche quel subdolo e fastidioso tentativo di far passare che la permanenza del Capirone soddisfi solo gli interessi privati dei familiari e degli ospiti, dal momento che tale immobile è qualificato indisponibile proprio perché destinato ai fini istituzionali del Comune e al soddisfacimento di interessi pubblici.
Poi, finalmente, il sindaco si è prodotto in un lungo intervento, che fa il paio con l’altrettanto lungo comunicato diffuso all’indomani del Consiglio, nel quale tutto si fa fuorché fornire risposte.
Si parla, ad esempio, di una nuova casa di riposo. Quando sarà realizzata? Da chi? E non sarebbe possibile garantire il servizio di Rsa senza soluzione di continuità, senza dover spostare nessuno e garantendo ai leinicesi che oggi abbiano bisogno, di potervi accedere?
E ancora, l’Amministrazione continua a dichiarare, pubblicamente e con tanta sicurezza, che la Rsa non è più sostenibile. Come mai allora il Comune con determina n.407 del 25 maggio scorso ha affidato ad uno studio di Genova (sì, di Genova) l’incarico di valutare la situazione gestionale del Capirone, sia dal punto di vista della sostenibilità economico-patrimoniale e finanziaria, sia in relazione ad eventuali profili di responsabilità che possano derivarne per gli amministratori comunali (con una spesa di 5734 euro)? Il tutto dopo che si erano spesi più di 12mila euro per affidare l’incarico all’ingegner Di Bella per la redazione del progetto definitivo per l’adeguamento funzionale della struttura, ed averne spesi altri 7.600, con l’architetto Pecchio Chiariglione, per la redazione della progettazione completa degli spazi interni del Capirone rimasti nella disponibilità del Comune.
Domande ad oggi, a quasi un anno di distanza dalle concessione della struttura all’Asl, rimaste ancora senza risposte".
Le opposizioni puntano il dito contro il primo cittadino sul caso della casa di riposo.
La polemica sul Capirone si allarga sempre di più e anche i gruppi di minoranza, Uniti per Leinì (Gabriella e Pierluigi Leone) e Progetto Leinì (Francesco Faccilongo e Giuseppe Musolino) puntano il dito contro il Sindaco, Renato Pittalis.
“Ancora una volta - si legge in una nota comune - il presidente del Cda del Comune di Leini, vale a dire il sindaco Renato Pittalis, parla a lungo senza dire nulla. In questo caso lo fa attraverso tre pagine di comunicato, lasciato in copia anche presso l‘ufficio della Polizia Municipale. Probabilmente il geometra Pittalis ignora il fatto che il Comune non sia una sua proprietà, e pertanto non può disporre degli uffici a suo piacimento. Vorrà dire che se questo è l’andazzo, anche i nostri gruppi utilizzeranno quello sportello per diffondere i propri comunicati…
Tre pagine nelle quale il signor sindaco si parla addosso (dicendo poco o nulla, tra l’altro). Del resto, come hanno potuto vedere i cittadini che hanno preso parte al Consiglio, è bravissimo a parlare da solo ma se si tratta di dialogare con qualcuno si indispettisce, gesticola, si distrae, interrompe, alza la voce.
Ma andiamo a vedere le poche cose che emergono da quelle tre pagine. Innanzitutto il sindaco dimostra di avere studiato un po’ la storia di Leini, ma di non avere finito il capitolo. «…così come è già successo nel corso degli anni, anche attraverso spostamenti di sede: il Capirone resta il Capirone anche in un altro luogo. Questa è la storia della istituzione Capirone», scrive. Dimenticando un particolare: quando il Capirone si è trasferito in altra sede, questa era pronta per accogliere gli ospiti. Nessuno si è mai sognato di spostare gli ospiti come pacchi postali in giro per il territorio. Nessuno fino ad oggi, ovviamente.
Bisogna, però, riconoscere che negli ultimi giorni il geometra Pittalis è riuscito, finalmente, a dire due grosse verità: la prima è stata ammettere che la cessione del Capirone all’Asl e il successivo trasferimento degli ospiti sono una scelta politica della sua maggioranza, cosa che per mesi ha nascosto dietro motivazioni fantasiose. La seconda è contenuta nella definizione che dà del Capirone: «…una casa di riposo fatiscente». Forse dimentica che è stato sindaco negli ultimi quattro anni e se la casa di riposo è fatiscente la colpa è interamente sua.
Altra verità: ammette, finalmente, che questa situazione (che, ribadiamo, è stata una scelta politica della sua maggioranza) crea «…difficoltà a famiglie di persone fragili». Persone fragili che lui vuole trasferire come pacchi postali. Ma anche qui: le difficoltà di cui parla sono tutte conseguenze della SUA scelta. Poi, al solito, cerca di buttarla in vacca - come fa sempre quando non sa come uscire dalle situazioni in cui si caccia - dicendo che l’opposizione strumentalizza le famiglie degli ospiti. È triste vedere che abbia un’opinione così bassa dei suoi concittadini, che lui considera come sprovveduti che si fanno strumentalizzare da chicchessia. Purtroppo sindaco è esattamente il contrario: il Comitato è formato da persone competenti, preparate. Talmente competenti che non è mai stato in grado di dare una risposta alle domande che il Comitato gli ha sottoposto.
E poi torna sul tema che gli è più caro: le colpe delle precedenti amministrazioni. Capiamo che quando il presente non è brillante e il futuro lo è ancora di meno, sia più facile guardare al passato. Ma se ne faccia una ragione: è sindaco da quattro anni (che non se ne sia accorto?). Non è in grado di sostenere una tesi senza dover fare sempre ricorso a cosa è stato fatto prima? Sappiamo tutti che il geometra Pittalis ha molti pensieri per la testa, ma faccia lo sforzo, almeno per una volta, di fare il sindaco, senza gettare colpe su altri. L’opposizione fa il suo lavoro di opposizione. È un ruolo che il geometra conosce (bene) per averlo fatto (male) per cinque anni. Ci auguriamo che possa tornare a farlo già dal 2024”.
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