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Nuovo e vecchi ospedali. La politica è morta. Quel democristiano di ....

Da un lato il “limbo”, dall’altra il gioco allo scaricabarile

Nuovo e vecchi ospedali. La politica è morta. Quel democristiano di ....

Moriremo democristiani?

Il presidente di “Canavese Riformista” urla alla scandalo dopo aver appreso che un gruppo di sindaci si è riunito alla chetichella per parlare del nuovo ospedale ad Ivrea. Prima che ne parlasse la IV^ commissione regionale alla sanità. Prima che la notizia di una bozza di delibera e di una “convenzione” diventasse di dominio pubblico. Prima che venisse diffuso lo studio di Agm. Boh?!

Probabilmente non sa che, da statuto, esiste un comitato ristretto dei sindaci  non solo nell’Asl To4 ma in tutte le Asl del Piemonte (articolo 15, commi 1 e 3 della Legge Regionale 10 del 1995). Nell’Asl To4 è presieduto dal sindaco di Ciriè e vi fanno parte di diritto i sindaci di Chivasso, Cuorgnè, Lanzo e Settimo. Possono partecipare anche altri, tra cui Ivrea, ma senza diritto di voto. Poi c’è l’assemblea dei sindaci presieduta dal sindaco di Ivrea che è aperta a tutti.

Loredana Devietti sindaco di Ciriè è anche, da statuto, presidente del Comitato ristretto dei sindaci dell'Asl To4

Sempre lui, Lorenzo Nicotra, asserisce che non avrebbero dovuto occuparsi di Ivrea, come se in Canavese esistesse una sanità autosufficiente e non invece legata mani e piedi con tutte le altre strutture a nord di Torino.

Questa, evidentemente, un’idiozia. Quel che manca infatti, da qualche anno a questa parte, nell’Asl To4, proprio da quando son venute su le nuove leve, non è il “decisionismo”, tutt’altro. Al massimo è l’assenza totale di politica, pur con tutti gli strumenti a disposizione per poterla esercitare.  Prova ne è l’ultima riunione andata in scena giovedì.

Il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore (non chiamatelo democristiano che i democristiani erano un’altra cosa) s’è presentato con le armi spuntate cercando fino all’ultimo di evitare l’argomento e le polemiche. Nè più e nè mano di quanto non facesse il predecessore Stefano Sertoli. Una fotocopia. Poi ha affrontato l’assemblea con il mal di pancia, infine ha chiuso la riunione con la testa che gli rimbombava. Assenti sia il sindaco di Chivasso, sia quello di Settimo Torinese che, invece, questo sì, sarebbe da definire “scandaloso”.

Il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore

Cos’avrebbe dovuto fare? “Politica!” che tutto significa salvo che “campanilismo”.

Fare politica, in un’azienda sanitaria che guarda alla salute di 500 mila abitanti, significa che il Comitato ristretto  e la conferenza dei sindaci devono occuparsi dell’insieme, non dei canavesani o degli eporediesi, o dei chivassesi, o dei ciriacesi. Significa che qualcuno prende le decisioni, si va in assemblea, e si decide con la forza dei numeri, fottendosene di chi piange, di chi urla, di chi grida al “colpo di stato”. Punto. 

Nient’altro che questo, con sul tavolo tutti i problemi dell’Asl e non solo il progetto di un nuovo ospedale. Settimo ci mette il suo ospedale che sta per essere venduto, Cuorgnè e Lanzo i pronto soccorso che si vogliono privatizzare, Ivrea il nuovo ospedale e Chivasso le code al pronto soccorso. Si discute. Si alza la mano. Si approva o non si approva. Lo si dovrebbe fare su tutto anche su quegli argomenti che (dicono loro lavandosene le mani) “non spetta a noi”. 

Troppo comodo così... Intanto si delibera. Verba volant, scripta manent e poi si discute. Fare politica è una cosa seria. Se non la si fa bene, alla lunga i cittadini si incazzano.

Faccio un esempio: nella stessa giornata in cui  i sindaci si sono riuniti alle officine H, su questo giornale si raccontavano le condizione da terzo mondo in cui pazienti e dipendenti sono costretti a operare, senza condizionatori e senza ventilatori. Bene! L’assemblea, seduta su comode sedie, in un’aula in cui ironia della sorte faceva un caldo da morire, ha approvato senza colpo ferire, tutti gli “obiettivi” raggiunti dal direttore generale Scarpetta che guarda caso non prevedevano un controllo del termometro.  Si! E’ vero! Alcuni sindaci, sulla scia delle dichiarazioni di Giovanna Cresto di Castellamonte e di Claugio Gambino di Borgaro si sono “astenuti”, tra gli altri Settimo, Caselle più mezzo Canavese, ma non abbastanza per fare il 51.

Non sa un po’ di presa per i fondelli? 

Morale... Senza politica cosa succede? 

Proprio quel che sta succedendo oggi. Da un lato il “limbo”, dall’altra il gioco allo scaricabarile. I sindaci dicono che è la Regione a dover prendere una decisione; la Regione, fino a ieri, chiedeva un voto dei sindaci: adesso la giunta regionale dice che la decisione spetta al consiglio regionale.

A vedere tutto questo, proprio in considerazione del grande potere che l’assemblea dei sindaci avrebbe, non vi vien voglia di mettervi a urlare fino  a domani mattina? A noi sì!

Per la cronaca il Regolamento della Conferenza dei Sindaci approvato nel 2008 prevede che ogni Comune disponga di un numero di voti in proporzione al numero dei residenti a 31 dicembre dell’anno precedente. I voti sono assegnati ai singoli Comuni nella misura di un voto ogni 2500 abitanti o frazioni di 2500. Ai Comuni con un numero di abitanti inferiore a 2500 spetta un voto. 

Liborio La Mattina

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