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Il caso
06 Aprile 2023 - 00:30
Immagine di repertorio
Ormai pare non ci sia nulla da fare: il nuovo centro commerciale di via Casale si farà, non c’è più spazio per fare “opposizione” al progetto.
L’ha spiegata così, a grandi linee, l’assessore all’urbanistica, Emanuele Durante, durante la commissione andata in scena giovedì sera.
“È un tema - precisa - che non è partito con questa amministrazione. C’è una sentenza che dice che questo programma va attuato, va fatto. Non ci possiamo fare nulla. Sicuramente c’è problema di viabilità e di impatto sull’area ma sono idee che ormai mi tengo per me”.
La Sindaca di San Mauro, Giulia Guazzora, e l'assessore all'urbanistica, Emanuele Durante
Di che parliamo?
Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello presentato dal comitato spontaneo di cittadini e dall’associazione commercianti, mettendo fine alla disputa legale riguardante il piano di recupero dell’ex cereria Colenghi in via Casale a San Mauro Torinese.
Lì dovrebbe sorgere un nuovo centro commerciale.
La decisione ha confermato le sentenze emesse negli anni passati (l’ultima a dicembre 2021), condannando gli appellanti al pagamento delle spese legali. Il progetto è pronto da tempo e la catena di supermercati, Pam, dovrà solo pagare gli oneri di urbanizzazione per poter iniziare i lavori.
L’area dell’ex cereria Colenghi è stata al centro di un acceso dibattito tra il 2018 e il 2020 a causa del progetto di realizzare un centro commerciale di medie dimensioni con una rotonda per agevolare l’accesso ai clienti (anche la rotonda non si può evitare). La questione ha sollevato un problema di viabilità con l’inserimento di una nuova rotonda vicino a quella già esistente tra via Martiri della Libertà e via Casale, e ha scatenato le polemiche dei commercianti preoccupati per le ricadute economiche che porterebbe l’apertura di un nuovo centro commerciale.
Il centro commerciale di via Casale, dunque, nell’ex area Colenghi, si farà o meglio: si può fare.La rassegnazione dell’assessore ha scosso anche alcuni membri della maggioranza.
“Mi spaventa - interviene il consigliere Aldo Parola - sentire dire che il progetto è questo e non si può più fare niente. Quando questa amministrazione si è insediata ci siamo trovati il progetto dell’Ins e siamo riusciti ad intervenire. Lì c’erano già le ruspe pronte eppure abbiamo cambiato le cose”.
Il progetto del nuovo centro commerciale di via Casale
Dubbi anche da parte di un altro assessore, Luca Rastelli.
“La questione dell’Ins - precisa - l’ho vissuta in prima persona. La buona volontà di chi attuava il progetto ci ha permesso di fare una modifica alla convenzione. Io avevo una mia idea ben precisa su questo nuovo centro commerciale e l’ho espressa nel corso degli. Allo stato attuale cosa si può fare senza rischiare di mettere il Comune nelle condizioni di avere un danno? Cosa si può fare per la viabilità? Cosa significa inserire quel tipo di rotatoria? Nel tratto successivo che succede con la svolta a sinistra del sagittario?”.
Gli stessi tecnici, poi, hanno spiegato come ormai si possa fare ben poco.
“Il progetto è accompagnato - spiega il dirigente del Comune, Alessandro Visentin - da un piano del traffico molto dettagliato che illustra la necessità della rotonda. Poi, noi, come Comune, potremmo anche dire di non fare la rotonda. Poi, però, poco dopo, ci ritroverremmo con un problema di sicurezza, di viabilità e a quel punto dovremmo intervenire noi come Comune”.
Dunque che potere contrattuale ha ora il Comune? “Dobbiamo lavorare - interviene la Sindaca Giulia Guazzora - ora per inserire in convenzione, opere migliorative, modifiche. Parlare del personale, chiedere che sia sanmaurese. Qui è diverso rispetto all’Ins, qui ci sono due sentenze”.
L'area dove dovrebbe sorgere il nuovo centro commerciale
Parole che non hanno convinto la consigliere di minoranza, Fratelli d’Italia, Paola Antonetto.
“Mi sembrate rassegnati - commenta - io sono convinta che se il Comune dicesse “No” alla rotonda a quel punto il progetto non andrebbe in porto. Perché è vero che la rotonda è utile alla viabilità ma è utile anche al privato per invogliare la gente ad entrare”. Diversa la lettura dell’assessore Durante.
“Noi non siamo rassegnati - conclude - ma adempienti. Le domande che fate sono già state fatte anni fa, ora ci sono due sentenze che confermano quell’impianto, si può fare poco”.
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