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Colleretto Giacosa

“Premio Camillo e Adriano Olivetti”: ecco chi sono i magnifici 5

Consegnato venerdi scorso a Bioindustry Park dall’Associazione Spille d’oro di Salvetti

Ferruccio De Bortoli

Ferruccio De Bortoli

Impegno nell’innovazione, iniziative di sostenibilità ambientale, welfare aziendale e radicamento sul territorio: sono le caratteristiche che distinguono le aziende del Canavese vincitrici della seconda edizione del “Premio Camillo e Adriano Olivetti all’Impresa innovativa e responsabile”, promosso dalle Spille d’Oro Olivetti e consegnato venerdì scorso al Bioindustry Park “Silvano Fumero” di Colleretto Giacosa.

Il premio è andato alla Bracco Imaging di Colleretto Giacosa, alla Delta Visione di Bairo, alla Ergotech di Settimo Vittone, alla Facem di Forno Canavese e alla Iltar-Italbox di Bairo.

E sono cinque aziende che, insieme, fatturano più di 400 milioni di euro all’anno e danno lavoro a 1500 persone. Aziende che si nutrono di ricerca e sviluppo di grandi competenze e specializzazioni di alto profilo. Ed è proprio grazie a queste qualità che sono riuscite a superare brillantemente la crisi pandemica.

A illustrare i criteri di assegnazione ci ha pensato Flavio Serughetti. All’evento, per una lectio magistralis era presente Ferruccio De Bortoli ex direttore del “Sole 24 ore” e del “Corriere della Sera”. Le conclusioni della giornata sono state affidate al presidente delle Spille d’oro Laura Salvetti: «In questi anni è cambiato il mondo ma lo spirito di Olivetti è ben presente nelle imprese di questo territorio».

  

Il lavoro del Comitato di selezione è durato mesi ed è cominciato con l’analisi dei dati messi a disposizione da Cerved e da Confindustria. 

Oltre 2000 le aziende prese in esame da un punto di vista economico e “qualitativo”, 200 quelle che hanno superato i primi «test». L’associazione le ha analizzate una per una, nel solco della filosofia olivettiana rivisto e aggiornato al terzo millennio, valutando l’impegno all’innovazione, le iniziative di sostenibilità ambientale ed energetica, il welfare aziendale e il radicamento sul territorio. 

«La scelta non si è basata solo sulle graduatorie e sugli aridi numeri ma è stata ampliata grazie alle esperienze», ha sottolineato Flavio Serughetti.

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