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Ivrea
22 Marzo 2023 - 15:00
l'Assessore Michele Cafarelli
Come fare a rendere legittime le ville costruite a pochi metri della Valle dei Templi di Agrigento o i “mostri” costruiti lungo i litorali di tutta Italia? Ci sono sindaci che li abbattono (quei mostri) scontrandosi, a muso duro con chi li ha costruiti. Poveri allocchi! Come ci si comporta glielo potrebbe insegnare l’assessore all’urbanistica di Ivrea Michele Cafarelli.
Molto semplice. Tanto per cominciare si dice che c’è un errore, si fa una variante e poi si cambia il piano regolatore, rendendo l’area urbanizzabile al cento per cento.
Benvenuti a Ivrea, benvenuti in Italia. Applausi a scena aperta!
Tutto questo per dire che l’altra sera in consiglio comunale è passata con 6 voti favorevoli, due contrari (Massimo Fresc e Francesco Comotto) e 3 astenuti (il Pd) la delibera che di fatto prende atto del campo da padel sulle rive del lago Sirio costruito “abusivamente” la scorsa estate dal Circolo Canottieri. I numeri la dicono lunga. Considerando che Anna Bono, il sindaco Stefano Sertoli e Tony Cuomo, essendo soci, non potevano partecipare alla votazione e che la maggioranza non aveva i numeri per considerarsi tale, se solo le Opposizioni si fossero alzate la delibera non sarebbe passata.
Tant’è! Ognuno la pensi un po’ come vuole.
L’assessore Cafarelli ci aveva provato inutilmente anche lo scorso mese di dicembre, ma in allora, stando a quel che è successo oggi, evidentemente non ci si era messi d’accordo.
All’ordine del giorno, una “variante non variante” per dire che si è tirata male una linea nel vecchio piano regolatore.
In questo caso spostandola un po’ più all’interno si trasforma un terreno agricolo in un’area a servizio idonea alla costruzione di impianti e attrezzature sportive.
Secondo la giunta non accontentare la Società Canottieri avrebbe significato andare incontro ad un ricorso al Tar.
“Il 18 gennaio - ha sintetizzato Michele Cafarelli - è stata adottata una variante al piano regolatore attraverso cui si è preso atto che le aree sono antropizzate. Nel 2006 quando è stato approvato il piano regolatore uno dei due lotti era già di proprietà del circolo canottieri e non era propriamente agricolo ma utilizzato a parcheggio. A un’ordinanza di demolizione, seguirebbe un causa legale che ci vedrebbe perdenti...”.
E se lo dice lui che non è un avvocato e manco un giudice, possiamo davvero considerarlo “oro colato”? Boh?
Senza parole il consigliere comunale Francesco Comotto.
“Ci state dicendo - ha stigmatizzato - che fare l’interesse pubblico significa riconoscere un errore che non c’è. L’interesse pubblico è la salvaguardia dell’ambiente. Qui si stanno salvaguardando solo gli uffici che negli anni non si sono accorti di palesi violazioni. Quale mondo vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi? Quale esempio vogliamo dare? La richiesta dell’esecutivo è una proposta irricevibile che non doveva essere fatta. Perchè dobbiamo avallare un errore che non c’è? Dov’è l’errore materiale? Stiamo coprendo delle magagne aggiungendo agli abusi dei 16 anni passati un altro di abuso, con l’aggravante che il nuovo piano regolatore recepisce tutto questo...”.
Senza ombra di dubbio un precedente da paura che suddivide i cittadini in due, quelli di serie A e quelli di serie B a cui non è concesso alcunchè. Che poi per alcuni è davvero così, considerando che qui c’è la crème della società eporediese, quasi una casta, con tessere che si rinnovano di padre in figlio, posti barca e brandine per la tintarella prenotate di anno in anno.
Dello stesso parere il grillino Massimo Fresc. “Ho cercato di comprendere questa vicenda - ha commentato - Da cittadino sprovveduto, quando ancora non ero entrato in politica, pensavo di trovare nell’amministrazione della cosa pubblica più ordine, più rispetto delle leggi. In realtà ho scoperto eventi clamorosi come la malagestione del movicentro o il sovrappasso che non è collaudato. Tra le questioni bizzarre questa della Canottieri. In 16 anni al Circolo è andata sempre liscia. Ha presentato le domande e ha costruito quello che voleva con il silenzio assenso, per il padel gli è andata male... Quello che si propone è una via d’uscita per non rispondere degli errori dell’Ufficio tecnico e così non paga nessuno. L’azione politica dovrebbe educare alla legalità. Così facendo il messaggio che diamo ai proprietari dei terreni sulle sponde del lago è che se hanno il portafoglio bello gonfio possono fare quel che vogliono. L’interesse pubblico non è questo: è la tutela dell’ambiente e del paesaggio che sono la nostra ricchezza..”
A tirare le file per la maggioranza ci ha pensato il consigliere comunale Fernando Pivato, oltre a imputare un po’ di colpe ai governi del passato ha parlato di errata interpretazione urbanistica e di intervento marginale che non intacca il panorama e il contesto paesaggistico.
“A parte questo - ha aggiunto - Questa è una scelta politica. C’è il rischio di una causa legale che perderemmo...”
Tutto bene salvo la distribuzione delle colpe
“E’ inutile - ha inforcato Fabrizio Dulla rivolgendosi a Pivato - che allarghi le braccia. Più che alle Amministrazioni comunali precedenti si deve far riferimento ai funzionari. Non mi vedo un sindaco che controlla le linee sul prgc.
Dal punto di vista del principio bisognava seguire le norme, dal punto di vista del buon senso, se si vuole, ci si espone anche ai rischi legali. Tenere questa posizione non restituisce al paesaggio questa zona...”
La relazione dell’ufficio tecnico
Per la cronaca, stando ad una relazione firmata dal geometra Davide Luciani dell’Ufficio Tecnico del Comune i lavori al nuovo campo da padel sono stati eseguiti in base ad una semplice CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata) ma ci sarebbe voluto un “permesso di costruire” vero e proprio.
I problemi rilevati non sono pochi nè di poco conto. L’impianto sarebbe stato realizzato in un’area in cui è praticamente tutto vietato salvo interventi in edifici già esistenti.
Il dilemma è che la Società Canottieri si è data al mattone e al cemento pensando che fosse giusto così, esattamente come già aveva fatto nel 2005 quando, con una semplice dichiarazione di inizio attività, aveva sistemato con pavimentazione e panchine un’area adiacente al beach volley. Come quando nel 2009 si era data un gran da fare per una nuova recinzione. E poi ancora nel 2014 con la costruzione di un muro di contenimento, di un parcheggio e di un nuovo campo da beach volley. Infine nel 2017 con nuovi autobloccanti nel parcheggio e un campo da basket... Una lunga sfilza di “abusi”, sui quali i funzionari dell’ufficio tecnico del Comune chiusero un occhio o forse (vai a sapere) non ebbero neanche il tempo di guardare le pratiche
La questione si sarebbe dovuta discutere già allo scorso consiglio comunale ma le Opposizioni avevano chiesto i dovuti approfondimenti in sede di commissione.
“In effetti - scrive Davide Luciani - il campo da padel è stato realizzato su superfici in calcestruzzo armato con cordoli su cui sono installati i muri laterali, realizzato con alte pareti in vetro temperato e sostenuti da montanti in carpenteria, anch’essi ancorati al suolo, a cui si aggiungono impianti tecnologici, principalmente d’illuminazione e, spesso, ampie coperture, fisse o mobili a seconda della tecnica utilizzata. Questo impianto da gioco si configura come opera permanente, che modifica i luoghi ed il paesaggio in cui s’inserisce; pertanto è soggetta ad idoneo titolo abilitativo sia per la costruzione di campi “outdoor” su terreni liberi. ....”.
E se in linea di massima - e questo lo dice sempre Luciani - per le opere realizzate in precedenza, pur essendo “abusi a tutti gli effetti” non si può far nulla perchè è passato troppo tempo (“ il potere di autotutela deve essere esercitato dall’Amministrazione competente entro un termine ragionevole e supportato dall’esternazione di un interesse pubblico, attuale e concreto, alla rimozione del titolo edilizio tanto più quando il privato, in ragione del tempo trascorso, ha riposto, con la realizzazione del progetto, un ragionevole affidamento sulla regolarità dell’autorizzazione edilizia. ..”), per il campo del Padel questo non vale...
C’è da aggiungere che la variante del nuovo piano regolatore affidata all’architetto Giancarlo Paglia, da qui ad un paio di anni (come minimo, salvo intoppi) permetterà di fare in via Lago Sirio tutto quel che oggi non è possibile fare.
A gestire il “fattaccio” il nuovo presidente Ludovico Capussella succeduto quest’estate, allo scadere dei tre anni, a Giacomo Lettieri. Con lui nel direttivo anche Alberto Bossino, Stefano Braghin, Alessio Avetta, Enrico Bessero, Marco Marengo, Giorgio Noli, Sandra Valente e Stefano Moscarelli.
Oltre un secolo di vita
La Società Canottieri Sirio nasce nel 1887. L’iniziativa si deve ad un gruppo di eporediesi appassionati di canottaggio che desideravano avere un punto di ritrovo dove tenere le proprie barche. Presero così in affitto, e poi acquistarono, una casetta che da Ivrea saliva verso San Pietro Martire, fino alla riva del lago. Il 26 maggio del 1911 l’Assemblea dei Soci approvò a larghissima maggioranza la costituzione della Società che assume il nome di Società Canottieri Sirio. Gli anni successivi segnano un continuo e costante progresso sia come numero di Soci sia come aumento delle proprietà sociali e delle attrezzature. I soci hanno a disposizione un salone, il ristorante con relativa cucina, il bar e sulla riva l’imbarcadero con la tettoia che ospita le barche, sempre più numerose.
Le spese vengono coperte dalle quote sociali e quando occorre sono aperte sottoscrizioni straordinarie. Nel 1930 i soci sono oltre 600. Una percentuale di rilievo se rapportata alla popolazione di Ivrea di quel tempo. Seguono poi i difficili anni della la guerra con tutte le sue restrizioni alla vita civile e sociale. Dal 1945 ad oggi l’attività ha continuato a fiorire. Si annoverano la sistemazione della casetta in riva al lago a deposito di sedie, sdraio e attrezzi al piano terreno con il bar al primo piano, e le cabine degne di una spiaggia in riva al mare.
Molto spazio è dato al verde con gli ampi prati nei quali si alternano zone alberate ed altre in pieno sole. Non vanno dimenticate le feste sociali a Capodanno, a Carnevale, a inizio e chiusura della stagione estiva ed in occasioni varie. Molte le possibilità di chi vuole dedicarsi allo sport, nei campi da tennis, di calcetto, di bocce, di pallavolo. Sono organizzati tornei di giochi a carte, di biliardo ed altri giochi di società.
La Canottieri si regge sulle proprie forze o, per essere precisi, sulle quote dei Soci, con 780mila euro l’anno su per giù per un numero chiuso di circa 3400 iscritti.
La quota annuale per garantirsi un posto ai Canottieri è di 230 euro. Tanti escono e tanti entrano, si acquisisce il diritto di essere socio alla nascita e c’è chi continua a rinnovare, magari non frequentando per qualche tempo, come è accaduto in periodo di Covid, per non perdere il posto. C’è chi è in lista d’attesa da anni.
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