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Ivrea
22 Marzo 2023 - 00:03
Il 16 settembre del 2022 la ventiduenne iraniana di etnia curda Mahsa Amini, arrestata a Teheran per non aver indossato correttamente il velo, è morta a seguito delle percosse subite in un centro di polizia morale in cui era stata rinchiusa.
Il 20 marzo del 2023 il consiglio comunale di Ivrea ha conferito la cittadinanza onoraria alla giornalista Elahe Mohammadi accusata di “propaganda contro il sistema e di cospirazione contro la sicurezza nazionale”, tutti reati che in Iran sono punibili con la pena di morte. Elahe Mohammadi e rinchiusa nel carcere di Evin.
آدمهایی که شانس اینو نداشتند مورد محبت کسی قرار بگیرند؛
— elahe Mohammadi (@elahemohamdi) December 28, 2022
شبیه عروسکی که هیچوقت فروش نرفت، مواد غذایی که قبل از مصرف تاریخشون گذشت و کتابی که هیچوقت ورق نخورد، غمگینن!
چه دردناک:)
L’ordine del giorno approvato all’unanimità, caso unico di questi cinque anni di governo del centrodestra, porta la firma di Gabriella Colosso del Pd e Anna Bono della Lega, unite insieme nella lotta contro le prevaricazioni.
“Questo conferimento - ha dichiarato Colosso - esprime, anche, l’impegno dell’Amministrazione a seguire d’ora in poi la sorte di Elahe Mohammadi. Consideriamola una forma di adozione di cui vorremmo fosse informata per darle almeno il conforto, per farle sapere che al mondo ci sono persone che sanno quel che patisce, che si stanno preoccupando di lei e le sono vicine. Stasera siamo qui in solidarietà alle tante ragazze e ai tanti ragazzi che si stanno battendo per la vita e la libertà in Iran...”
Presente in sala, contento ed emozionato, il Presidente dell’associazione Culturale Italia – Iran di Torino Semir Samgarsh.
Il presidente della comunità iraniana a Torino Semir Samgarsh durante la riunione di consiglio comunale
“A Torino - ha sottolineato - noi iraniani ci siamo integrati e abbiamo trovato una seconda patria. Abbiamo speranza nel futuro. La cittadinanza riconosciuta ad una nostra concittadina è un atto simbolico ma molto importante per noi...”.
Semir Samgarsh ha ricordato che anche il consiglio comunale di Torino ha approvato all’unanimità una mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria ad una giornalista freelance Sepideh Gholian, incarcerata in Iran a più riprese, dal 2018, per aver documentato scioperi e azioni di protesta.
“Se lei è felice di essere qui - ha ribattutto Anna Bono - noi lo siamo tanto di più. Con la sua presenza ci conferma che abbiamo fatto la scelta giusta. Ci conforta sapere che Elahe Mohammadi verrà a sapere di questo nostro gesto. Riteniamo che sia importante, in questo momento di disperazione sapere che al mondo c’è gente che pensa a lei e le sta vicino...”.
Dice bene Fabrizio Dulla “la democrazia non si esporta con le bombe ma con dei gesti di solidarietà umana prima ancora che economica”.
Il suo auspico è che con le nuove generazioni possa maturare una democrazia compiuta. E se l’assessora Giorgia Povolo nel dare il suo benvenuto a Semir Samgarsh si è detta dispiaciuta che in sala non ci fosse il pubblico delle grandi occasioni, tutto radunato in piazza a protestare con musiche e slogan per lo Zac! (evviva la democrazia), e se il consigliere comunale Francesco Comotto ha ricordato che “un gesto sarà anche solo una goccia nel mare ma tante gocce un mare lo fanno…”, il sindaco ha chiuso gli interventi chiedendo a tutti un minuto di silenzio.
Numerosi sono i comuni italiani che, in questi mesi, hanno presentato ordini del giorno o mozioni per denunciare le drammatiche condizioni della popolazione iraniana, in particolare delle donne, e esprimere una ferma condanna nei confronti di tali repressioni violente; a sostegno e rispetto dei diritti umani a partire dall’uguaglianza tra uomini e donne; per la libertà di espressione e di riunione pacifica, che devono essere rispettati in ogni circostanza
Ivrea su questo c’è sempre stata basti ricordare le cittadinanze onorarie conferite negli anni: nel 1989 a Nelson Mandela, nel 2001 a Rigoberta Menchù (pacifista guatemalteca e Nobel per la pace nel 1992), nel 2011 a Min Ko Naing (leader pacifista studentesco incarcerato in Birmania) e nel 2004 a Shirin Ebadi, (avvocata e pacifista iraniana, Nobel per la pace 2003).
Nel suo intervento Colosso ha anche ricordati gli oltre 600 manifestanti uccisi in Iran negli scontri con la polizia e le tante, troppe donne che vengono colpite al volto (accecate con proiettili speciali), al seno eai genitali da distanza ravvicinata, ma anche le circa 20.000 persone arrestate e le studentesse che svengono o hanno malori, a causa di un gas sparpagliato nelle università. Infine le esecuzioni e le impiccagioni tra cui quelle di Hadis Najafi di 20 anni, di Nika Shakrami di 17 anni e di HannanehKia di 23 anni.
L’Iran a Torino
La presenza della comunità iraniana in Italia risale a circa un secolo fa, inizialmente dovuta a scambi economici e culturali, dalla seconda metà del secolo scorso, il numero di cittadini e cittadine iraniani in Italia è aumentato, principalmente per motivi di studio. Una grossa immigrazione si è avuta dall’indomani della Rivoluzione Islamica del 1979, quando il sogno di un mondo diverso si infranse con l’arrivo al potere del clero sciita e la promulgazione di leggi e regole. A giustificare la supremazia della “religione di Stato” seguì la guerra tra Iran e Iraq, iniziata nel 1980 e durata otto anni, con più di un milione di morti e danni alle infrastrutture e all’economia.
Da allora in avanti le numerose proteste di piazza sono sempre state soffocate nel sangue. Tra queste l’esecuzione sommaria, nell’estate del 1988, di migliaia di prigionieri politici; gli arresti e le uccisioni durante le manifestazioni del 2009 con l’uccisione di Neda Agha Soltani e il massacro di 1.500 persone scese in strada contro il carovita nel 2019;
Le manifestazioni in seguito alla morte di Mahsa Amini si sono diffuse rapidamente in tutto il Paese. Inizialmente si chiedeva la punizione degli assassini, poi il dissenso si è rivolto contro l’obbligo del velo, l’oppressione delle libertà personali e dei diritti civili, la corruzione e il nepotismo della Repubblica Islamica.
Molte le manifestazioni di protesta anche oltre confine, sollecitate dagli oltre 8 milioni di iraniani emigrati all’estero.
INIZIATIVE A IVREA
• Giovedì 23 marzo 2023 alle ore 14.30 Conferenza Stampa con la presenza del Presidente associazione IRAN – ITALIA di Torino a cui verrà conferita la cittadinanza onoraria alla giornalista Elahe Mohammade. A seguire l’inaugurazione della mostra “DONNA VITA LIBERTA’ mostra dedicata a chi ha lottato in passato, ai/alle caduti/e della libertà degli ultimi 4 decenni e a chi sta lottando tuttora rischiando la propria vita. La mostra sarà esposta nell’androne della Città di Ivrea.
• Seguiranno nei prossimi mesi, a cura di alcune associazioni femministe, la partita fra due squadre femminili di rugby (29 aprile 2023 al campo di rugby del quartiere San Giovanni) “DONNA VITA LIBERTA’: #LibereDiGiocare e il ricavato della giornata sarà devoluto alla Associazione Italia-Iran di Torino.
• Presentazione del libro PERSEPOLIS, in autunno a ridosso del 25 novembre giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Mahsa Amini, conosciuta anche come Zina o Jîna Emînî (in persiano مهسا امینی; Saqqez, 21 Settembre 1999 – Teheran, 16 settembre 2022), fu arrestata Il 13 settembre 2022 dalla polizia religiosa nella capitale iraniana (dove si trovava con la sua famiglia per fare acquisti a causa della mancata osservanza della legge sull'obbligo del velo, in vigore dal 1981 (poi modificata nel 1983) per tutte le donne nel Paese, sia straniere, sia residenti. Dopo essere stata arrestata per aver indossato l'hijab in modo sbagliato (forse considerato troppo allentato e condotta presso una stazione di polizia, la giovane è in seguito deceduta in circostanze sospette il 16 settembre, dopo tre giorni di coma, suscitando l'indignazione dell'opinione pubblica.
La ragazza presentava ferite riconducibili a un pestaggio, nonostante le dichiarazioni della polizia affermassero che era deceduta a seguito di un infarto. Testimoni oculari affermarono che era stata picchiata e che aveva battuto la testa. L'incidente avrebbe causato un'emorragia cerebrale. La morte di Mahsa Amini è diventata un simbolo della condizione femminile e della violenza esercitata contro le donne sotto la Repubblica islamica dell'Iran. Il presidente Ebrahim Raisi ha chiesto al ministro dell'Interno Ahmad Vahidi di aprire un'indagine sull'accaduto.
La morte di Amini ha provocato una serie di proteste che sono state descritte dalla CNN come più diffuse di quelle del 2009, 2017 e del 2019, mentre il New York Times le ha definite come le più imponenti nel paese almeno dal 2009. Alcune manifestanti donne si sono provocatoriamente tolte l'hijab o si sono tagliate pubblicamente i capelli come atti di protesta. Iran Human Rights ha riferito che entro dicembre 2022 almeno 476 persone erano state uccise dalle forze di sicurezza che attaccavano i manifestanti in tutto il paese. Amnesty International ha sostenuto che le forze di sicurezza iraniane, in alcuni casi, avevano sparato contro gruppi con proiettili veri e in altri casi avevano ucciso manifestanti picchiandoli con manganelli.
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