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Ivrea
21 Marzo 2023 - 19:12
Narcisi in piazza
Il sindaco Stefano Sertoli? Al consiglio comunale andato in scena lunedì scorso, quando si è trattato di andare a raccontare il perchè e il per come dello Zac!, del Movicentro e di un bando per raccogliere manifestazioni di interesse, che faranno di quel luogo “spezzatino”, c’è mancato poco che non si mettesse a piangere. All’ordine del giorno un’interpellanza del grillino Massimo Fresc e una mozione di tutta l’Opposizione avente come oggetto, oltre allo Zac! anche la fretta con cui l’Amministrazione sta portando avanti l’iter di approvazione del nuovo piano regolatore e il bando per la nuova biblioteca....
Il primo cittadino Stefano Sertoli "con un groppo in gola"
“Mi sono sempre assunto tutte le responsabilità e me l’assumerò anche questa volta. La colpa è mia! La colpa è mia! Se ho sbagliato chiedo scusa!” ha detto più volte, con un evidente groppo in gola.
Capitava tutto questo mentre in piazza di città gli amici dello Zac! (ed erano veramente tanti) intonavano canzoni di “pace” e distribuivano narcisi, anche alle forze dell’Ordine precipitatesi sul posto per bloccare possibili malintenzionati e, in verità, non ce n’era uno che fosse uno.
“Non sono mai scappato - ha dichiarato Sertoli - e non mi sono mai dimesso anche quando mi sono trovato in minoranza. Non mi sono mai dimesso per senso di responsabilità. Non l’ho fatto per rispetto dell’amministrazione che mi onoro di rappresentare ma anche dei cittadini. Quando si dimette un sindaco arriva un commissario e tutto si blocca...”.
Parole dure come l’acciaio e tutti a chiedersi perchè mai un discorso come questo, proprio oggi, proprio mentre si parla dello Zac!. Più che un testamento o una dichiarazione d’intenti, un’arresa politica. L’ultimo atto di una commedia che ha visto un sindaco sballottolato di qua e di là da una maggioranza che tirava da tutta un’altra parte. Una maggioranza, per l’appunto, in cui lui era minoranza...
La pacifica protesta in piazza mentre in Municipio il consiglio comunale deliberava
“Ho sempre detto che il progetto dello Zac! è validissimo e straordinario - ha aggiunto e chiarito - Se non piace non si è obbligati a frequentarlo, però ci sono tante cose da mettere a posto e tra queste l’atrio per il quale abbiamo cercato delle soluzioni. E’ vero che siamo arrivati lunghi, che siamo arrivati ad una situazione di scontro con i soci...”.
La vicesindaca Elisabetta Piccoli
E secondo lui, così come per la vicesindaca Elisabetta Piccoli esiste un problema di accatastamento dei locali ma anche di un bar che, nelle intenzioni della passata Amministrazione avrebbe dovuto avere una funzione di appoggio e invece ora “per fortuna ha una fatturato di 400 mila euro...”. Quindi è diventata un’attività commerciale a tutti gli effetti...
Che è un po’ come dire che si son fatti i conti in tasca alla cooperativa, senza analizzare a che cosa servono quei soldi o, per assurdo, proprio al suo essere “cooperativa” che per statuto non fa utili.
Sertoli ha comunque ammesso che il Movicentro si trova nella parte sbagliata della linea ferroviaria e che lì un vero movimento di passeggeri non c’è. E ancora che la delinquenza non è attratta dallo Zac!, semmai il contrario e “il giorno in cui non ci fossero più i volontari sarebbe un guaio...!”
Ciliegina sulla torta i “tempi” che sono sbagliati.
“Non è stata una genialata parlare di tutto questo in campagna elettorale. Preferiamo un’amministrazione che dice, mi fermo qua perché ci sono le elezioni?”
In ogni caso lui un pensiero ce lo aveva (quello di un contratto ponte) e ce l’ha: un atrio a uso esclusivo dello Zac! con serate riservate all’Amministrazione. Quindi un bando per raccogliere le manifestazioni di interesse con una forte premialità a chi parteciperà per gestire tutto, bar, atrio e locali legati ai giovani, più un infopoint con noleggio biciclette.
Tant’è! Prendere o lasciare...
Prima di lui la vicesindaca Elisabetta Piccoli si è concentrata sugli “aspetti tecnici” o almeno così li ha definiti.
“Il problema è stato affrontato adesso perchè solo a dicembre si è conclusa la vicenda legata al possesso...” ha commentato puntando il dito su quelle che lei considera vere e proprie strumentalizzazioni elettorali.
Stringi stringi il suo problema è il frazionamento, è l’accatastamento dei locali, è l’atrio che “già nella delibera 51 approvata nel 2014” a suo dire non era stato assegnato in maniera esclusiva, ma concesso a supporto delle attività svolte.
“Ho parlato con la dottoressa che ha firmato gli atti precedenti - ha puntualizzato - Mi ha detto che era impossibile concederlo in modo esclusivo. Questo è inconfutabile. Resta la funzione di atrio che non possiamo snaturare... Si tratta di uno spazio pubblico. Esiste un principio di democrazia. Gli spazi devono, in qualche modo essere accessibili a tutti...”.
Sempre lei, poi, a snocciolare una serie di problemi tecnici relativi alla destinazione “a pubblico spettacolo” per la quale, sempre l’atrio, dovrebbe avere una serie di caratteristiche che oggi non ha. Infine sull’urgenza di decidere (perchè oggi lo Zac! non ha i titoli per stare lì) e sui costi passati da 45 mila euro all’anno a 110 mila euro.
“Nel momento in cui si dovesse fare uno spettacolo con più di 200 persone - ha recriminato - si dovrebbe convocare la commissione di pubblico spettacolo”.
Insomma tante parole, ma motivazioni “deboli” per non dire “debolissime”.
Secondo il grillino Massimo Fresc quel che rappresenta lo Zac! è sottolineato dalla grande partecipazione di questi giorni in sua difesa. E paliamo di quasi due mila email giunte alla casella di posta del sindaco e una raccolta di più di 1.500 firme.
Il consigliere comunale Massimo Fresc dei cinquestelle
Esiste insomma uno “scarto” tra quello che dice Piccoli e quel che si percepisce.
“E’ mancato - ha stigmatizzato - un adeguato percorso istituzionale. E’ mancata la volontà di comprendere la natura delle iniziative organizzate al Movicentro. Non se n’è mai discusso preventivamente in commissione e non c’è mai neanche stato un confronto con la cooperativa..”.
Sbagliato affrontare una partita come questa alla fine della legislatura.
“Fare ragionamenti differenziate sulle stanzette, sul bar sull’atrio, significa disarticolare questi spazi. Significa boicottare le attività che lì si svolgono che sono un valore per la nostra comunità. Un’amministrazione dovrebbe prenderne atto e cercare un modo per salvaguardarle...”.
Stringi stringi “una scelta politica animata da un pregiudizio”.
“Oggi sul Movicentro, - ha insistito Fresc - ieri con la Consulta stranieri e sulla cooperativa che garantiva la rassegna estiva - Questo è inaccettabile! Quando qualcosa funziona bisogna garantire continuità...Vorrei capire come mai esiste questa insensibilità verso ciò che si è creato negli anni... ”.
E poi guardando diritto negli occhi il sindaco: “Sono dispiaciuto che lei non sia riuscito a contenere alcuni comportamenti reazionari. Evidentemente non governa più la sua maggioranza ...”.
Insomma un finale indegno: così lo ha definito la consigliera Fiorella Pacetti. Perchè non ha senso “chiudere un luogo di cultura al termine delle iniziative di Ivrea capitale italiana del libro...”.
“Noi - ha aggiunto - viviamo in una città in cui i luoghi per la cultura e i dibattiti sono pochi. C’è solo Santa Marta e il Teatro Giacosa che però costa. Si poteva regolamentare con una convenzione l’uso del Mozart ma non lo si è fatto. Si poteva investire su Sala Cupola. Lo Zac! è uno spazio in grado di creare un senso di comunità...”
Perplesso sul “modus operandi” anche il consigliere comunale Francesco Comotto. “Si è capito fin dall’inizio che volevate mandarli via. Diteci - li ha esortati - se avete in tasca un progetto alternativo valido. Ce l’avete? Diteci se è una questione politica. Grave che queste discussioni si facciano solo oggi. Fare lo spezzatino del Movicentro è come dire che lo Zac non può stare lì. I cavilli giuridici e catastali non esistono. Fermatevi! Fatelo decidere agli elettori!”.
Il consigliere comunale Francesco Comotto di Viviamo Ivrea
Dello stesso avviso il consigliere comunale del Pd Fabrizio Dulla.
“Riteniamo che per il Movicentro la priorità sia il progetto sociale e non quello commerciale - ha puntualizzato - Da qui si parte a fare le regole mettendole al servizio delle idee....”.
“E poi spiegatemi perchè lo Zac! in questi due anni non s’è cercato un altro posto in cui svolgere le sue attività..”.
E anche secondo lui l’ultima parola la dovrebbero avere i cittadini nel segreto delle urne, alle elezioni del 14 e 15 maggio.
Detto questo Dulla concorda sul “riservare” l’atrio ad iniziative dell’Amministrazione comunale o di altri soggetti che non siano lo Zac!
Finita qui? Neanche per idea. Da qui in avanti la difesa, debole, della consigliera di maggioranza Maria Piras con il “No” secco all’invito di non concludere le cose iniziate.
“E poi spiegatemi perchè lo Zac! in questi due anni non s’è cercato un altro posto in cui svolgere le sue attività..”.
C’era un perchè di troppo....
“Perchè c’è stato il covid - le ha risposto Gabriella Colosso - Quando si sposta un’attività si spostano tante cose. I soci dello Zac! al Movicentro ci hanno sempre creduto e ci credono ancora oggi... I cittadini sono dalla loro parte...”.
E poi Donato Malpede (“La minoranza fa solo campagna elettorale. Nessuno ce l’ha con lo Zac!. E giusto che il Movicentro venga messo a norma. Abbiamo lavorato bene mettendoci tutto l’impegno...”) e Mara Bagnod concentrata sull’intervento di Fiorella Pacetti (“Non è vero che non si è fatto niente. Per due anni c’è stato il covid. Nessuno vuole eliminare lo Zac. Vogliamo mettere in regola i locali e metterli a disposizione di tutti utilizzato anche da altri. l’atrio. Abbiamo trovato dei soldi per la sala cupola..”).
Concludendo?
La mozione, che avrebbe impegnato sindaco e giunta a sospendere ogni decisione sullo Zac!, sulla nuova biblioteca e sul nuovo Prgc, lasciando il compito alla futura Amministrazione comunale è stata bocciata.
Piano regolatore e Biblioteca
“Non capisco per quali motivi, per il nuovo prg si vogliano stringere i tempi in questo modo... - s’è lamentato Massimo Fresc - Domani (martedì 21 marzo ndr) si chiude ogni possibilità di presentare osservazioni. La fretta sta producendo dei danni...”.
E poi Francesco Comotto. “E’ sbagliato fare delibere che andranno a mettere in crisi chi ci sarà dopo. Non si tratterebbe di resa non siamo in battaglia. A poche settimane dalle elezioni non c’è la serenità giusta per affrontare temi di questa portata...”. Inutile ricordare all’esecutivo che un “si” o un “no” sul piano regolatore, detti in campagna elettorale hanno un significato. Lui non la pensa così, al contrario, preferisce che la cosa si chiuda prima per non essere poi tirato per la giacchetta o coinvolto in facili promesse.
E su questo, se no altro, ha ragione. E’ sulle “promesse” che si costruisce una campagna elettorale, ma è sulle decisioni prese e non prese che si contano i voti.
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