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Ivrea
19 Marzo 2023 - 18:39
A farsi dire che sono dei “mantenuti” e i loro costi pesano sul bilancio del Comune, proprio non ci stanno. Per questo, nei giorni scorsi, lo Zac! ha risposto con un paio di post sui social condivisi e ricondivisi da mezza città.
A commentarlo ci ha pensato Vittoria Burton.
“Lo ZAC - ha scritto - paga le bollette per gli spazi che usa per le sue attività. Paga la sua quota parte delle spese per gli spazi comuni (9.000 euro/anno, quindi la collettività paga solo la quota parte del Comune). Paga le pulizie dei bagni (4.200 euro/anno che non sono quindi in capo alla collettività). Paga la pulizia dell’atrio e dei dintorni dell’immobile (450 ore/anno, volontarie per lo ZAC che aggrega e motiva le gente a spendersi per la collettività, ma che sarebbero un costo di circa 5.850 euro/anno per chiunque altro). Paga l’apertura e la chiusura dell’immobile per circa 2.400 euro/anno. Eroga (conti approssimativi) servizi educativi e sociali per 20.000 euro/anno (qualcun* di più brav* di me potrebbe calcolare anche l’effetto leva e il risparmio generato per la collettività dagli interventi preventivi/di supporto dello ZAC che riducono il carico sui servizi pubblici sociali, educativi e sanitari). Attrae sul territorio, con la sua attività di progettazione culturale, sociale e di rigenerazione urbana, non meno di 35.000 euro/anno, forse molti di più. Totale: 76.500 euro generati a favore della collettività in un anno dallo ZAC attraverso la gestione unitaria, sociale e senza fine di lucro degli spazi del Movicentro. 76.500 euro che diventano un costo per la collettività (oppure si traducono in meno servizi, meno eventi, meno opportunità, meno bellezza per i cittadini - in ogni caso una perdita) se non si dà la possibilità al progetto avviato da ZAC di continuare. Quindi o l’attuale Amministrazione della Città di Ivrea non sa fare il suo mestiere, non ha una visione olistica e integrata della gestione della Cosa Pubblica, non conosce i suoi cittadini e le sue cittadine, i loro bisogni e il contesto oppure mente sull’attività condotta dallo ZAC al Movicentro e promuove questa miope manifestazione di interesse al solo fine politico (con la “p” piccola piccola, striminzita direi) di rassicurare il suo elettorato...”.
Sempre Burton sulla consigliera Anna Bono e sui pendolari che a suo dire non riescono a percorrere l’atrio occupato e non trovano panchine su cui sedersi...
“Mi rendo conto io per prima, quello sì un tema molto complesso e di difficile risoluzione, che richiede grandi investimenti e che potrebbe essere oggetto di una progettazione PNRR o di altro progetto europeo. Lo intitoliamo “Prima le panchine” oppure “Una panchina per tutti” (rigorosamente al maschile) oppure “Il diritto alla panchina”. Nel frattempo, qualcun* trovi una panchina per Bono...”.
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