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Ivrea

L’ingiustizia al Movicentro minaccia la giustizia ovunque. Un urlo per lo Zac!

Il commento delle Officine del Terzo Settore

L’ingiustizia al Movicentro minaccia la giustizia ovunque. Un urlo per lo Zac!

Martin Luther King diceva che “L’ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque”.

E quello che sta avvenendo in Ivrea è una ingiustizia che riguarda tutti, visto ciò che rappresenta lo Zac! Per la nostra comunità.

Noi Officine Terzo Settore siamo preoccupati per il rischio della mancanza di prospettiva, di una politica utile per la comunità e per scelte che porteranno all’impoverimento, lì dove ora è presente una realtà proficua. Occorre una visione di insieme, sia nel fotografare il presente che nel proiettarsi al futuro, sul Terzo settore ed Enti no profit, sui servizi educativi e di assistenza, associazioni tutte, cooperative, cultura e quindi in definitiva sullo Zac! stesso.

In questi ultimi anni sempre più volontari e operatori del Terzo settore hanno preso parte a esperienze di progettazione in cui i diritti dei cittadini, i loro bisogni, le loro aspirazioni sono state al centro di uno sforzo congiunto delle pubbliche amministrazioni e del Terzo settore in quella viene chiamata amministrazione condivisa. E l’esperienza dello Zac! può essere vista come una dei più bei esempi di collaborazione fra amministrazione pubblica e Terzo settore. Questi non sono controparti, l’una che domanda servizi e l’altra che li offre, l’una che definisce cosa fare e l’altra che lo esegue; ma, al contrario, alleati per realizzare insieme una finalità comune.

Alleati, ma gli alleati non si trattano come è stato trattato lo Zac!

"Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, / trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, / hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata / nel macchinario della notte, / che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz."

 

Allen Ginsberg

Così urlava (Howl) nel 1955 Allen Ginsberg la sofferenza e l’alienazione della società moderna, in un poema rimasto epico manifesto della Beat Generation. E le stazioni ferroviarie da sempre sono i luoghi dove questa alienazione si manifesta più fortemente, incroci di viaggi, di migrazioni, di disagi, di assenze, di presenze a volte pericolose.

Lo Zac! è una delle esperienze più riuscite di rigenerazione urbana e di presidio di aree a rischio ed è un esempio di come il privato sociale può fare quello che il pubblico non è in grado di fare da solo. Portare questa esperienza verso una operazione commerciale è fallimentare verso la comunità e l’interesse generale. Pensare a richieste di manifestazione di interesse, modalità coerente per affidamenti commerciali, su quegli spazi, ci farebbe tornare indietro di 15 anni. L'uso separato degli spazi era già stato provato ed era già stata dimostrato che è una soluzione non sostenibile dal punto di vista economico. L’atrio e bagni sarebbero comunque da pulire, riscaldare e sorvegliare.

La sostenibilità sia economica che sociale di quello spazio non può che avvenire attraverso una vera collaborazione tra amministrazione pubblica e Privati no profit che reinvestono tutto in attività, in iniziative, grazie a persone che ci si dedicano con passione, come per natura fanno gli enti del Terzo Settore.

Lo Zac! ha bisogno di futuro. Una amministrazione lungimirante penserebbe a come affrontare in collaborazione con la cooperativa Zac! un progetto di sviluppo che a partire dagli indubbi e positivi risultati ottenuti in questi anni pensi al futuro, a come migliorare la sicurezza degli spazi, a come rendere più fruibile i luoghi, a come offrire ulteriori occasioni di impiego e a nuove iniziative. L’attuale amministrazione di Ivrea pensa invece a manifestazioni di interesse per attività commerciali. Ridaremo ragione ad Allen Ginsberg.

Le Officine del Terzo Settore

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